Adozione: tutelare i diritti di madri e bambini

L'adozione di un bambino, sia nella propria nazione che a livello internazionale, crea opportunità per i bambini e i futuri genitori ma anche rischi d'abuso per i diritti umani. Su Internet, persone da tutto il mondo condividono esperienze dal punto di vista di madri adottive, di madri biologiche e degli stessi adottati. Quel che li accouma è la ricerca di maggior apertura e dialogo per un processo le cui molte conseguenze spesso restano invisibili.

Babygate: il traffico dei bambini per far fronte alla domanda

Malinda, madre adottiva di due bambine cinesi,  scrive sul suo blog Adoption Talk [in] riguardo gli estremi a cui arrivano certi individui corrotti per assicurare un regolare flusso di bambini a persone in grado di pagare le alte tariffe per l'adozione. Nel suo post Adoption Corruption: Trafficking in the news [in] evidenzia alcuni casi recenti in Camerun [in], dove i bambini vengono rapiti per esser posti in adozione; in Corea [in], dove giovani genitori mettono in vendita i figli su Internet; in Guatemala [in], dove l'esercito ha sequestrato e venduto oltre 333 bambini per darli in adozione e lo stesso è accaduto ad altri bambini senza il consenso dei genitori [in]; e infine in Etiopia [in], dove agenzie non regolamentate vanno convincendo le famiglie a dare in adozione i figli, promettendone il ritorno in futuro o il supporto economico della famiglia da parte della stessa agenzia. Casi analoghi si sono registrati in diversi altri Paesi.

Le madri si uniscono per tutelare i propri diritti umani

Alcune madri adottive fanno ciò che possono per assicurare che il diritto alla maternità di una donna non vada contro i diritti riproduttivi di un'altra.

Un'opzione sono le adozioni aperte, decisione a volte controversa [in] in cui il bambino rimane in contatto con la madre biologica ed è consapevole come, per altre circostanze, quest'ultima non fosse in grado di prendersene cura.

Una donna statunitense, Leigh, cura un blog intitolato Open Adoption Round Table [in] centrato sulle problematiche del figlio dato in adozione semi-aperta.

Un'altra blogger e scrittrice, Dawn Friedman racconta sul proprio blog la storia [in] dall'opposto punto di vista di aver adottato la figlia, Madison, pur mantenendo aperta la comunicazione con la madre biologica. Friedman è anche un'attivista per la riforma sull'adozione [in] negli Stati Uniti. E ritine che certa assistenza psicologica nelle gravidanze non programmate spinga troppo facilmente le donne a dare i loro figli in adozione senza informarle adeguatamente sulle difficoltà psicologiche. Friedman raccomanda inoltre che l'assistenza psicologica mirata all'adozione includa anche una sessione post-parto in cui le donne vengano seguite durante la decisione e consigliate sui loro diritti e possibilità dopo il parto, nel caso debbano avere dei ripensamenti o ulteriori preoccupazioni.

Madri biologiche

Ancora dagli Stati Uniti, Lorraine Dusky [in], coordinatrice del Forum Birth Mother, First Mother spiega in base alla propria anamnesi [in] di ritenere che le pillole anticoncezionali assunte durante la gravidanza potrebbero aver danneggiato la salute della figlia poi data in adozione, ma quando ha cercato di informarne la famiglia adottiva tramite l'agenzia, questa si è rifiutata di fornirle informazioni.

Lorraine ha dato in adozione la figlia senza particolari forzature, ma le norme sul “segreto anagrafico” nelle adozioni potrebbero costare la vita alla figlia.

Ma cosa succede alle madri biologiche nei Paesi in via di sviluppo? Dove sono le loro voci? Alcune di loro hanno scritto lettere ai figli dati in adozione, come ci racconta Pam Conell di families.com [in] nella recensione del libro di Ae Ran Won [in] I Wish for You a Beautiful Life: Letters from the Korean birthmothers of Ae Ran Won (Ti auguro una vita bellissima: Lettere da madri biologiche coreane).

Altre raccontano le proprie storie tramite dei documentari o con racconti dopo essersi riunite con i figli naturali [in]. E altre raccontano di donne che non rimpiangono di aver dato in adozione i figli perchè la consideravano la miglior alternativa. Tuttavia alcune donne, come  Malinda [in] negli USA, madre adottiva di bambine cinesi che scrive su AdoptionTalk [in], ritiene che questi racconti vadano presi con le pinze:

Queste rappresentazioni di madri straniere ci fanno separare dall'esperienza di queste madri biologiche, di minimizzarne il dolore, e giustificare il fatto che i nostri figli stanno meglio con noi piuttosto che con loro.

Le voci degli adottati

Mary Grace in Cina, foto di endbradleyMary Grace in Cina, foto di endbradley


Le voci degli adottati sono diverse tra loro al pari delle altre parti coinvolte nella triade dell'adozione. Ma in generale condividono alcuni punti di vista in comune: il desiderio di conoscere la propria origine, la ragione dell'adozione e la speranza che le madri naturali abbiano preso una decisione ben informata nel separarsi da loro.  Credono anche nel diritto di conoscere la propria storia se lo scelgono, di sapere presto della loro condizione di adottati e di riconoscerlo come parte della propria identità.

Per esempio Susan di ReadingWritingLiving [in], una donna adottata nata negli anni '60, si identifica nella serie TV Mad Men, in particolare nella rappresentazione delle adozioni in quel periodo, quando le donne nascondevano vergognandosi le gravidanze non volute fino a quando partorivano e i figli adottati venivano considerati degli scarti. Tutto ciò viene riassunto nel suo post Mad Men: A Window into my Own Past [in]

Sì, è stato doloroso sentire questo ma anche ESTREMAMENTE rinfrescante vedere qualcuno che semplicemente lo DICESSE.

Nel blog in spagnolo Soy Adoptado [sp], David Azcona parla della sua infanzia difficile, l'adozione all'età di 6 anni, l'instabilità e l'incapacità di legare con la gente [sp] che ha sperimentato da allora. È un posto in cui anche altri adottati possono pubblicare storie sull'adozione, e condividere le proprie esperienze. Nei commenti sulla pagina personale si incontrano vicende di bambini [sp] che non conoscono i propri genitori biologici, di gemelli separati alla nascita [sp] da infermiere che annunciavano ai genitori la morte di uno dei figli [sp] e di richieste di madri biologiche che cercano di contattare i figli e anche viceversa.

Una ragazza adottata risponde alla domanda [in] posta su un sito riguardo l'amore tra quanti vengono adottati e i genitori adottivi:

Sono stata adottata appena nata da i genitori più affettuosi, premurosi e incoraggianti che un bambino o un giovane adulto possa desiderare. Ho anche un fratello più giovane adottato.

Non credo che i miei genitori biologici avrebbero potuto amarmi più di quelli adottivi.

Sono intervenute anche altre persone adottate con esperienze simili [in], alcuni con relazioni sia con i genitori naturali che quelli adottivi mentre altri conoscevano solo la famiglia adottiva. Le esperienze presentate in questo spazio appaiono straordinariamente positive verso l'adozione.

Alcuni adottati si dichiarano contro l'adozione. Lost Letters, un'adottata che scrive su Anti-Adoption, una comunità di livejournal [in], ritiene che anziché spendere così tanti soldi per le procedure e le tariffe per le adozione, il denaro andasse utilizzato per migliorare le condizioni dei genitori naturali in modo da consentire loro di prendersi cura della propria famiglia. E aggiunge:

Capisco che la mia attuale posizione nei confronti dell'adozione farà arrabbiare molti perchè la gente vuol credere che l'adozione sia una situazione in cui tutti vincono, perchè la gente ritiene che le donne bianche del ceto medio meritino di avere figli non importa come, perchè la gente crede che la nostra società occidentale sia così meravigliosa che tutti i bambini debbano crescere qui.

Nel Adult Adoptees Advocating for Change [in], AmyAdoptee scrive quanto segue:

L'industria dell'adozione ci pone intenzionalmente l'uno contro l'altro. Noi glielo permettiamo.  In effetti, l'industria dell'adozione ci guadagna da tutto ciò. Ecco un articolo che in generale sostiene il nostro punto di vista ma chiede di astenerci dall'attaccare i genitori adottivi. Non c'è niente di male in una sana discussione.

PhilM [in], che nella stessa pagina del forum discute su come vengano perceptiti dai genitori adottivi, chiarisce:

Sono arrabbiato con una società che ignora i problemi dell'adozione, e il danno che ciò provoca. Sono arrabbiato perchè quando cerco di parlare di queste cose, vengo emarginato e ignorato con commenti come, “beh, ognuno la vive in modo diverso” e “la maggior parte degli adottati che conosco amano i genitori adottivi” e simili. Mi fa arrabbiare che, siccome parlo di adozione, le persone mettono in questione il mio amore per la mia famiglia adottiva. E, ammetto, mi arrabbio quando la gente ripete cose simili.

Non ho bisogno di una lezione su come dialogare. Ho bisogno di persone disposte a dialogare.

I prossimi passi

Come per ogni questione delicata, il tema è assai sensibile per tutti coloro che ne sono coinvolti: madri adottive, madri biologiche e figli adottati. Sembra tuttavia che tutti costoro trovano un punto d'incontro su un punto importante: la trasparenza nel processo di adozione è vitale per salvaguardare i diritti umani delle madri e dei figli, e discutere apertamente di adozione incoraggia tale trasparenza.

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Revisione redazionale:

Abbiamo rimosso il riferimento a una blogger che non vuole essere citata o menzionata in questo post – ce ne scusiamo. Non era nostra intenzione infastidirla od offenderla, quanto piuttosto offrire una molteplicità di punti di vista su questa delicata questione.

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