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America Centrale: NO alla violenza contro le donne

Categorie: America Latina, Guatemala, Honduras, Diritti umani, Donne & Genere

Nell'intera regione dell'America Centrale sono in corso attività e campagne online per portare all'attenzione generale la questione della violenza contro le donne. Molte di queste iniziative vanno attirando l'interesse e la partecipazione di parecchi blogger che riflettono variamente sul tema.

Foto di Rudy Girón, ripresa da Antigue Daily Photo con licenza Creative Commons. [1]

Foto di Rudy Girón, ripresa da Antigue Daily Photo
con licenza Creative Commons.

In Guatemala, recentemente è stata rilanciata la campagna pluriannuale (che va dal 2008 al 2015) “Uniti per porre fine alla violenza contro le donne” e Radio Feminista informa sugli eventi in corso nel programma collettivo Fin a la Violencia [2] [sp]. L'associazione Riprendiamoci la Tecnologia sta inoltre promuovendo una maratona-blog di 16 giorni [3] [in] diffondendo nella blogosfera discussioni su temi connessi alla violenza contro le donne e a modi per prevenirla tramite l'uso della tecnologia. Chiunque può coinvolgersi nel progetto [4] [in] e intervenire al riguardo sul proprio blog, in qualsiasi luogo e lingua.

Honduras

Quando in qualche parte del mondo scoppiano delle crisi, le donne sono più vulnerabili a subirne la violenza. Ad esempio, il blog honduregno Género con Clase [5] [sp] ripubblica un articolo di Tacuazina Morales, che parla dell'aumento dei casi di violenza e brutalità contro le donne avvenuti subito dopo il recente colpo di Stato. Ciò è parzialmente dovuto alla ““ situazione di mancata protezione in cui sono venute a ritrovarsi le vittime e alla debolezza delle istituzioni preposte alla tutela dei diritti umani delle donne.” Secondo Feministas en Resistencia, si sono registrati circa 400 casi di violenza contro le donne [5] [sp] durante le dimostrazioni contro il colpo di Stato, incluse 23 violenze sessuali, alcune delle quali ad opera dei militari delle forze di sicurezza statali.

Guatemala

Nel confinante Guatemala, l'impunità, che è la mancanza di processo o di punizioni per i colpevoli, è la conseguenza più seria di questo fenomeno. Secondo il blog Género con Clase fino al 97% dei casi di violenze contro le donne guatemalteche restano impuniti [6] [sp]. Sul suo blog, il giornalista Montserrat Boix presenta diverse organizzazioni del Paese impegnate su tale tema, e mette anche in luce la recente Legge contro il femmi approvata nel 2009 [7] [sp].

Il blogger guatemalteco Ixmucane di Cine Sobre Todo racconta delle donne migranti, particolarmente esposte alla violenza [8] [sp]:

Unas de las situaciones en las que las mujeres están más indefensas es en la migración, porque están lejos del círculo familiar que las proteje, no conocen las leyes y muchas veces tampoco el idioma. Insisto que cuando hablo de migración, hablo de la migración dentro del país como hacia el extranjero. Y lo peor es que no se quiere defraudar a la familia que se queda, ya que ellos dependen muchas veces económicamente de ellas.

Una delle situazioni in cui le donne restano senza difesa è quando emigrano, perché si trovano lontano dal circolo famigliare che le protegge, non conoscono la legge del posto, e molte volte neppure la lingua. Quando parlo di emigrazione, intendo sia quella all'interno del proprio Paese che fuori. Quel che è peggio, queste donne non vogliono abbandonare la famiglia rimasta a casa, perchè molti membri di tale famiglia dipendono economicamente da loro .

Nella Chiesa Cattolica [9] [it], la novena [10] [it] consiste principalmente nel recitare preghiere ripetute per nove giorni consecutivi per chiedere qualche grazia particolare; allo stesso modo, Julio Serrano del blog Fellinada [11] [sp] ha scritto una serie di nove articoli a mo’ di “novena” per illustrare la complessità della violenza contro le donne. Egli chiede inoltre la grazia di sostiture la violenza con parole d'amore: come preghiere ha usato nove storie reali di diversi tipi di violenza contro le donne e conclude il post con questa riflessione:

Finalmente, no es un golpe bajo hablar del amor en este día, es una postura radical, política, amar es un acto social. Desde mi masculinidad y reivindicando a la mujer en mí, y a la mujer en el otro, y a las mujeres cercanas y lejanas, a mi mamá, a mi novia, a mis amigas, a mis hermanos, a mi papá, a mis amigos, y a aquellas tres hermanas y a lo que representan para nosotros hoy, para ustedes estas palabras llenas de amor”

Infine, non è robetta da blog parlare d'amore in questi giorni, ma è una posizione radicale e politica, amare è un atto sociale. Dalla mia parte virile e da quella vendicativa femminile in me e nelle altre donne, e per quelle donne vicine e lontane, per mia madre, la mia ragazza, gli amici, i fratelli, mio padre, per quelle tre sorelle e per quanto ci sono care oggi, per tutti voi, ecco le mie parole piene d'amore”

Rudy Girón del blog Antigua Daily Photo [13] [in] spiega perché dovremmo rifiutare la violenza come qualcosa di normale e perché dovremmo proporci come parte della soluzione rispetto al problema della violenza contro le donne:

Non voglio sentir dire che i colpi di pistola sono una cosa normale. Mi rifiuto di considerare normali le azioni violente. Non voglio essere insensibile davanti a qualsiasi manifestazione di violenza. Non voglio vedere pistole sguainate per la strada [14] [in]; davanti alle banche; nei camion che consegnano merci; e nei negozi del Paese. Non voglio esser parte del problema. Non voglio dire cose che sminuiscono le donne o qualcun altro. Non lo farò. Voglio esser parte della soluzione.

Il mondo è in trasformazione continua, facendo emergere problemi più complessi che vanno risolti, ma grazie a Internet crescono anche le voci che partecipano alla conversazione e propongono idee per arrivare a delle soluzioni. Anche le persone più marginalizzate della società, le donne indigene povere, combattono per i propri diritti, come descritto nel blog Guatemala Solidarity [15] [in], perciò è ora di dire NO alla violenza e SI a una società più paritaria.