Georgia: dure reazioni online alla condanna di due video-blogger dell'Azerbaigian

Giù le mani A seguito della recente vicenda [it] dei due video-blogger in Azerbaigian e della condanna a due anni di carcere [in] annunciata la scorsa settimana, alcuni blog nella vicina Georgia hanno pubblicato degli interventi molto critici condannando l'arresto, il processo e l'incarcerazione di Adnan Hajizade [in] e Emin Milli [in]. Gli interventi riguardano anche la relativa mancanza d'attenzione riservata all'episodio dalle maggiori testate locali, come Dv0rsky fa notare con rabbia [ge].

ქართული ჟურნალისტიკა და მედია საბოლოოდ ჩაიძირა.

ჩაისვარეს. და არც კი სცხვენიათ.

სიტყვის თავისუფლებაზე რამდენს ბჭობენ, როგორ ”იბრძვიან” – და ამხელა ამბავი გამოეპარათ.

აზერბაიჯანელი ბლოგერები ემინ მილი და ადნან ჰაჯიზადე ორი თვის წინ დაიჭიარეს და დღეს საბოლოოდ გაასამართლეს მხოლოდ იმ ბრალდებით, რომ ისინი მთავრობას აკრიტიკებდნენ, აშარჟებდნენ და დასცინოდნენ. ოფიციალური ბრალდება – ხულიგნობა.

2 წელიწადი იმისათვის, რომ ვირს ჩამოართვა ინტერვიუ – ბევრია თუ ცოტა?

ქართველ ჟურნალისტებს რა უჭირთ, სულ ვირებს არ ართმევენ ინტერვიუებს? სულ თავისუფლად თანაც…

Il giornalismo e i media georgiani sono caduti in basso per l'ennesima volta. L'hanno fatta grossa. E non sono nemmeno imbarazzati. Tante parole sulla libertà di espressione, su come “lottano” per affermarla – e hanno ignorato una vicenda importante come questa.

I blogger azeri Emin Milli e Adnan Hadjizade sono stati condannati solo per aver preso in giro il governo. Accusa ufficiale – teppismo.

Due anni per aver intervistato un asino – è o non è troppo?

I giornalisti georgiani non hanno niente da dire – intervistano sempre degli asini. E assai liberamente.

Un commento da parte di სულხანი concorda.

სამაგიეროდ ჩვენი ტელევიზიები ძალიან ოპერატიულად (თანაც საღამოს საინფორმაციოს პირველ სიუჟეტად) აშუქებენ პენელოპა კრუსის სავარაუდო ჩამოსვლას ჩვენთან)

ტფუი..

E in questo periodo le nostre emittenti TV parlano della possibile visita di Penelope Cruz come notizia d'apertura. Disgustoso.

Un altro commento, stavolta di Natosha, ricorda come la sensibilità che circonda l'Azerbaigian in Georgia si estenda anche ai monumenti.

ეს ამბავი რომ გავიგე ერთი რაღაც გამახსენდა.

უხსოვარ დროს ფოტოჟურნალისტიკას ვსწავლობდით და დავალებით გაგვიშვეს ალიევის ბაღის გახსნის გადასაღებად (თბილისში, აბანოებთან რომ არის). ხოდა, იმ ბაღში ძეგლიც დგას.. და პრინციპულად არ შეგვიშვეს ფოტოების გადასაღებად, მანამ სანამ ალაგებდნენ ტერიტორიას. და მერე აღარ მახსოვს ლექციაზე ითქვა, თუ ვიღაცამ თქვა (ძალიან ბუნდოვნად მახსოვს ეგ მომენტი), რომ არ შეიძლებოდა ისეთი კადრების დაფიქსირება, სადაც ვთქვათ, ასფლატს გვიან და ფონზე ძეგლია.. ან მსგავსი კადრები, რომლის სხვანაირად “ინტერპრეტირება” შეიძლებაო. ვოტ.

Appena ho appreso la notizia mi sono ricordato di una cosa. Tempo fa stavamo imparando fotogiornalismo. Ci era stato assegnato un incarico ed eravamo andati all'apertura del parco Aliyev [ex presidente dell'Azerbaigian] (che si trova a Tbilisi). Nel parco c'era anche monumento di Aliyev. Non ci fu consentito di entrare per scattare delle foto prima che il terreno venisse ripulito. Dopo non ricordo se durante la lezione, o se qualcuno me ne ha spiegato il motivo – era stato vietato scattare foto del monumento di Aliyev se nello sfondo c'era qualcuno intento a spazzare o pulire. Dicevano che poteva essere interpretato negativamente.

Schermata dell'articolo sul georgiamediacentre.com

Dopo che un sito web ha criticato la mancanza d'attenzione dei media locali [in], ho commentato sul servizio dopo averlo postato su Facebook.

Oggi due blogger azeri sono stati condannati al carcere. Sui media tradizionali georgiani – silenzio. Ottimo lavoro! Non sorprendetevi quando altri resteranno in silenzio, quando la prossima volta verrete privati della libertà di parola e d'espressione. Ottimo lavoro, giornalisti georgiani, ottimo lavoro!

Comunque alcuni giornalisti online come თავისუფალი სიტყვის ბლოგი hanno rilanciato la notizia sui propri blog [ge], evidenziando perché i blogger georgiani dovrebbero preoccuparsi. Il post è stato anche ripreso dalla stampa locale.

აღსანიშანავია, რომ საქართველოში ჯერჯერობით ბლოგერებს სიტყვის თავისუფლების მხრივ სერიოზული პრობლემები აქამდე ჯერ არ ჰქონიათ.  მიუხედავად ამისა, რამდენიმე კვირის წინ იუტუბის რამდენიმე მომხმარებელს მცირე პრობლემები მაინც შეექმნათ. გასულ თვეში ვიდეოპორტალზე გავრცელდა პატრიარქის გაშარჟებული ვიდეოები, რასაც საზოგადოების მხრიდან უარყოფითი რეაქცია მოჰყვა. დაიწყო გამოძიება. შინაგან საქმეთა სამინისტრომ ვიდეოების გავრცელებაში ბრალდებული ორი ახალგაზრდა დაკითხა და ნივთმტკიცების სახით მათ კომპიუტერები და ფოტოაპარატები ჩამოართვა, აგრეთვე გაჩხრიკეს მათი სახოვრებელი სახლები.

Occorre ricordare che i blogger in Georgia hanno avuto problemi con la libertà di parola. E qualche settimana fa alcuni utenti di YouTube sono finiti nei guai. Un video con battute sul patriarca georgiano Ilia II è stato caricato su YouTube e la società ha risposto negativamente. È stata avviata un'indagine e il Ministro degli Affari Interni ha trattenuto i due ragazzi sospettati di avere realizzato il video. Sono stati loro sequestrati i computer e le macchine fotografiche, e le loro abitazioni perquisite.

Nel frattempo, nonostante le critiche, Social Blurbs, un nuovo blog georgiano in lingua inglese sui social media, suggerisce ai lettori di informarsi sul caso di Hajizade e Milli su Global Voices Online e su un apposito sito a loro sostegno [in]. Qui si parla inoltre di alcuni blogger e giornalisti georgiani hanno documentato il caso [in].

Sebbene il processo non sia stato il tema più caldo per l'ampia maggioranza di quanti danno vita ai social media georgiani, un paio di blogger (Dodka e Cyxymi) che rappresentano la Georgia al WBF2009 (World Blogging Forum) [in] hanno contribuito a suscitare l'interesse di qualcun altro.

Tutto il giorno Dodka ha diffuso messaggi sul caso via Twitter dal WBF. Successivamente Giga Paichadze alias Dv0rsky ha postato e ripostato su Twitter biasimando i media georgiani “che lottano per la libertà di espressione e non vedono” un evento così grave e così vicino, pur se qualche link nei commenti indicava che alcune testate avevano seguito il processo e l'arresto dei blogger azeri.

Nel frattempo, ampie notizie su detenzione, processo e condanna di Adnan Hajizade e Emin Milli sono disponibili nella sezione Azerbaigian [in] di Global Voices Online e sul blog OL! (in inglese e azero). Inoltre su Twitter viene usato l’hashtag #EminAdnan [in].

Poster di Emin Adnan

Poster con Adnan Hajizade e Emin Milli

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