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Madagascar: foreste decimate al ritmo di 460.000 dollari al giorno

Categorie: Africa sub-sahariana, Nord America, Madagascar, U.S.A., Ambiente, Governance, Politica, Relazioni internazionali, Sviluppo

Mentre il mondo è raccolto a Copenhagen per la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, il Madagascar, che ha già perso il 90% delle proprie foreste originarie [1] [in], deve affrontare le continue minacce provenienti dal mercato nero del legname. Il traffico illegale di palissandro, argomento di conversazione nella mediasfera malgascia negli ultimi mesi, è stato ora completamente portato alla luce da una squadra di investigatori in borghese. I dettagli di questi traffici assai redditizi sono stati resi pubblici e ripresi da numerosi blogger e pubblicazioni scientifiche. L’ultimo rapporto prodotto da Global Witness e dalla Environmental Investigation Agency (EIA) ha stabilito che viene tagliato legname per circa 460.000 dollari al giorno [2] [in], e gli sforzi di applicazione della legge sono vanificati per la continua assenza di un governo di unità nazionale. Il rapporto completo è disponibile qui [3] [in] (anche in francese [4] [fr]).

Traffico di palissandro, via Achille52, da http://reflexiums.wordpress.com

Traffico di palissandro, via Achille52 su http://reflexiums.wordpress.com[/caption]


Il rapporto contiene <a href=i nomi dei trafficanti clandestini e il volume del commercio illegale [5] [fr].

Il blogger malgascio Achille riprende dal rapporto [6] [fr]:

En 2009, huit navires porte-containers ont quitté Vohémar avec à leur bord un total de 19 730 rondins et 50 584 planches dans 324 containers autorisés par le MEF (voir Annexe 9). Cela revient à environ 9 700 tonnes de bois de rose.

Nel corso del 2009, otto navi portacontainer hanno lasciato il porto di Vohémar trasportando nel complesso 19.730 tronchi d’albero e 50.584 assi in 324 container su autorizzazione del MEF [Ministero dell’Ambiente e delle Foreste del Madagascar]. Ciò corrisponde a un equivalente di 9700 tonnellate di legno di palissandro.

Il video che segue illustra la vita degli abitanti dei villaggi nell’area [7] [in] e dimostra chiaramente che le comunità locali non hanno per nulla beneficiato dal traffico di palissandro:

Quando si considera che, a fronte dei 460.000 dollari al giorno derivanti dal commercio di legname, l’89% della popolazione malgascia vive con meno di due dollari al giorno [8] [in], si comprende facilmente perché la corruzione e la diseguaglianza sociale siano viste come i principali ostacoli allo sviluppo umano nell’isola.

Un altro rapporto indipendente promosso dal Jane Goodall Institute Schweiz è stato pubblicato questa settimana, e conferma la drammaticità di quel che gli autori, Schuurman e Lowry definiscono il “Massacro del Palissandro del Madagascar [9]” [in].

Gli autori hanno anche contribuito alla realizzazione del video seguente per informare al meglio sulla gravità dei danni alla biodiversità causata da questo traffico:

Il Senato statunitense ha legiferato su questo tema e il parlamentare Blumenauer (Democratico dell'Oregon) ha affermato in una dichiarazione [10] [in]:

Dopo il colpo di Stato in marzo, il nuovo e debole governo di Andry Rajoelina ha emesso dei decreti a cancellazione delle precedenti norme per consentire la raccolta e l’esportazione di legna proveniente dalle foreste protette e da siti che sono Patrimonio Mondiale. L’amministrazione Obama ha condannato il governo de facto, e la Wildlife Conservation Society, il WWF, e Conservation International hanno denunciato lo sfruttamento su larga scala di una foresta che rappresenta una delle principali diversità del patrimonio naturale mondiale e la decimazione delle risorse e del sostentamento per la popolazione.

Lo scandalo del palissandro sta avendo un serio impatto sul processo politico in Madagascar. L’ex presidente Albert Zafy ha minacciato di svelare i nomi dei responsabili nell’attuale governo Rajoelina [11] [in] se non si troverà a breve una soluzione per sbloccare l’impasse sulla formazione del governo di unità nazionale. La necessità di trovare un accordo in questo senso è resa ancora più stringente dalla condizionalità degli investimenti esteri da parte degli Stati Uniti (AGOA [12][in] e MCC) e dell’Unione Europea [13] [fr] (NB: il 70% dei fondi pubblici malgasci deriva dagli aiuti esteri).

È curioso notare come che il decreto governativo dia via libera a indagini sul noto produttore di chitarre Gibson. La sede della Gibson ha subìto le ispezioni [14][in] dal Dipartimento forestale statunitense perché sembra che le chitarre vengano realizzate con palissandro ottenuto dal traffico illegale in Madagascar. A giudicare dai commenti passati su Twitter in tutto il mondo, il fatto che le chitarre Gibson fossero implicate ha provocato più reazioni [15][in] della potenziale perdita dell’habitat che ospita i lemuri dalla coda ad anelli [16] [in].

La questione della deforestazione in Madagascar non si limita purtroppo soltanto al traffico di palissandro. L’agricoltura praticata attraverso il debbio ha causato gran parte della deforestazione antropogenica della regione. L’organizzazione non-governativa Vakanala ha prodotto una straordinaria visualizzazione real time in 3D dei numerosi incendi della savana [17] [in] che colpiscono il Madagascar:

image via http://vakanala.org [17]

Immagine ripresa da http://vakanala.org

Analogamente, l'ONG Malagasy Mistinjo [18] [in] ha concentrato i propri sforzi su progetti di capacity building, ovvero di sviluppo delle competenze delle comunità locali che lavorano per la riforestazione e il sequestro di carbone nella riserva di Andasibe.

Da parecchio tempo i blogger locali continuano a informare sulla perdita della foresta pluviale nazionale [19] [in]. Ma non operano solo in quest'ambito: Patrick [20] [in], un blogger di Tamatave, è costantemente impegnato nel reimpianto di alberi nella regione di Toamasina [21] [in] e ha coinvolto molte altre associazioni [22] [in] in quest'attività: