Il 2009 non è stato un anno positivo per i giornalisti e blogger freelance. Secondo il Committee to Protect Journalists (CPJ) [in]:
“Almeno 60 giornalisti freelance si trovano dietro le sbarre in varie parti del mondo, quasi il doppio di appena tre anni fa. La ricerca del CPJ mostra come il numero di freelance detenuti sia cresciuto insieme a due tendenze: da un lato Internet ha consentito ai singoli giornalisti di pubblicare in modo autonomo e dall'altro alcune organizzazioni stampa, attente ai costi, si affidano sempre di più per la copertura internazionale a professionisti freelance piuttosto che a dipendenti fissi. I giornalisti freelance sono particolarmente esposti al pericolo dell’incarceramento, poiché spesso non possono contare sul sostegno legale e finanziario offerto invece dalle grandi testate ai propri giornalisti.”
Il cineasta tibetano Dhondup Wangchen [in] è uno dei giornalisti detenuti per il suo lavoro da freelance. Il suo documentario di 25 minuti “Leaving Fear Behind” ha spinto le autorità cinesi ad arrestarlo e poi ad accusarlo di sovversione. Secondo il New York Times [in]:
“Da 40 ore di riprese e 108 interviste è stato messo insieme “Leaving Fear Behind”, documentario di 25 minuti che è un’accusa diretta al governo cinese. Pur potendo scegliere di non rivelare le proprie identità, quasi tutti gli intervistati hanno parlato a volto scoperto ed espresso apertamente lo sdegno nei confronti dei cinesi Han che stanno invadendo la regione e la devozione al Dalai Lama, che vive in esilio dal 1959.”
Nel frattempo, il blogger vietnamita Nguyen Tien Trung deve affrontare la pena di morte. Nel luglio di quest’anno abbiamo parlato del suo arresto [in]. Secondo Reporter senza frontiere [in]:
“ Nguyen Tien Trung potrebbe essere condannato alla pena di morte ai sensi dell’articolo 89 del codice penale, dopo che le accuse nei suoi confronti sono diventate il “tentativo di sovversione del governo popolare”. Arrestato oltre cinque mesi fa, il suo processo è previsto alla fine del mese.
Chiediamo l’immediata e incondizionata liberazione di Nguyen Tien Trung, poiché le accuse nei suoi confronti sono completamente false.” ha sostenuto Reporter senza frontiere. “Trung è un pacifista e non hai mai rappresentato un pericolo per lo Stato vietnamita. Ha solo esercitato il proprio diritto d’espressione, un diritto che ha imparato a utilizzare in Francia.”
Possiamo solo sperare che il 2010 sia un anno migliore e che porti più libertà per i giornalisti e blogger di tutto il mondo.