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MENA: social media veicolo di democrazia, nonostante i blocchi online

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Arabia Saudita, Egitto, Siria, Tunisia, Cyber-attivismo, Diritti umani, Libertà d'espressione, Tecnologia, Advox

Il Rapporto dell'ANHRI 2009

L’ANHRI (Arabic Network for Human Rights Information) [1], organizzazione che promuove la libertà di espressione in Medioriente e in Nord Africa, ha pubblicato [2] sul proprio sito web la seguente dichiarazione:

Internet sta producendo un effetto valanga nel percorso di sviluppo democratico nel mondo arabo. Questa nuova forza non può essere fermata, nonostante i governi continuino a promuovere attività di censura, blocco dei siti web o persino l’arresto e la tortura degli utenti internet.

L'annuncio arriva due giorni prima della pubblicazione di un nuovo rapporto dell’ANHRI intitolato “Un social network, con un messaggio di ribellione (One social network, with a Rebellious Message)“; il rapporto indaga sulla libertà nell’uso di internet in 20 Paesi arabi e allo stesso tempo esamina quattro strumenti (i blog, Facebook, Twitter e YouTube) usati dai giovani arabi per praticare il diritto alla libertà di parola, denunciare violazioni dei diritti umani, mettere in luce casi di corruzione o azioni repressive nel mondo arabo.

Il rapporto descrive anche le violazioni commesse contro gli utenti della Rete, come ad esempio casi di rapimento, arresto o tortura, spesso attraverso l'appoggio alle legislazioni di emergenza come in Egitto o in Siria. In alcuni Paesi, ad esempio l’Arabia Saudita, le autorità religiose hanno sentenziato il divieto d'accesso a siti web che i governi non erano stati in grado di oscurare.

L’ANHRI riporta come tra gli utenti internet del mondo arabo, ormai prossimi ai 58 milioni, solo i residenti in Libano, Algeria o Somalia dispongano di una relativa libertà nell’accesso alla Rete. Inoltre, il grado di repressione o molestie contro gli utilizzatori di internet è cresciuto in maniera proporzionale al loro numero.

I governi di Paesi quali Arabia Saudita [3], Tunisia [4] e Siria [5] continuano a perseguire il blocco dei siti web. In Egitto [6], in realtà, il blocco dei siti è un'attività che si è fermata cinque anni fa, ma il regime prosegue la repressione direttamente contro blogger e altri utenti online. L’ANHRI sottolinea come l’Egitto sia diventato il Paese più repressivo nei confronti di internet nell’intero mondo arabo.

Il Rapporto è stato presentato a una conferenza stampa in Egitto il 23 dicembre, ed è disponibile online a questo indirizzo [7].

[Tutti i siti-post segnalati sono in inglese]