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Haiti: scontri internazionali per l'assistenza umanitaria

Categorie: America Latina, Caraibi, Europa occidentale, Nord America, Argentina, Francia, Haiti, Messico, Perù, U.S.A., Citizen Media, Disastri, Governance, Idee, Interventi umanitari, Migrazioni, Relazioni internazionali, Sviluppo

Cinque giorni dopo il terribile terremoto che ha distrutto in parte la città capitale di Port-au-Prince e altri siti come Leogane e Jacmel, è stato molto difficile per i soccorritori, per i team di medici e i servizi umanitari raggiungere la popolazione e aiutare i superstiti [1] [it].

In ogni modo, queste difficoltà non sono generate dalla mancanza di impegno e volontà da parte della comunità internazionale, che ha mostrato una reattività quasi immediata nell'assistenza e negli aiuti, come ha spiegato [2][fr, come i link seguenti] AlterPresseHaiti:

[…] La visite de Ban Ki Moon suivra celle de la secrétaire d’État des États-Unis, Hillary Clinton, qui a passé quelques heures à Port-au-Prince ce 16 janvier afin d’exprimer au président René Préval et au peuple haïtien la solidarité et l’engagement de Washington.
[…]
Pour sa part, le président français Nicolas Sarkozy avait dépêché le 14 janvier à Port-au-Prince le secrétaire d’Etat à la coopération, Alain Joyandet, pour exprimer « la solidarité de la France à ce peuple meurtri ».
Le président dominicain, Leonel Fernandez, avait effectué le 13 janvier une visite surprise à la capitale pour présenter ses sympathies au président Préval et au peuple haïtien.

[…] La visita di Ban Ki Moon seguirà quella del segretario di stato americano Hillary Clinton, che il 16 gennaio ha trascorso alcune ora a Port-au-Prince per esprimere al presidente René Préval e alla popolazione haitiana la solidarietà e l'impegno di Washington.
[…]
Per quanto riguarda il governo francese, il presidente Nicolas Sarkozy il 14 gennaio ha assegnato a Alain Joyandet, segretario di stato alla cooperazione a Port-au-Prince, l'incarico di esprimere ‘la solidarietà della Francia al popolo sofferente di Haiti.’
Il presidente dominicano, Leonel Fernandez, ha prestato una visita inaspettata alla capitale il 13 gennaio, per mostrare solidarietà al presidente Préval e alla popolazione haitiana.

Tutte queste visite da parte delle autorità straniere non possono nascondere le difficoltà affrontate dai rispettivi team di soccorritori. Il blogger martinicano Bel Balawou ha pubblicato un post [3] riguardo l'intera gestione dell'aeroporto di Port-au-Prince:

Haïti: des avions remplis d'aide refoulés, des dizaines de personnes obligées de dormir sur le tarmac faute de pouvoir s'envoler, des tonnes d'aide attentant d'être distribués du fait d'une mauvaise coordination: la colère grondait samedi à l'aéroport de Port-au-Prince.

Haiti: aerei pieni di aiuti umanitari vengono dirottati, dozzine di persone sono forzate a dormire sulla pista dell'aeroporto per evitare che gli aerei possano decollare, tonnellate di provviste sono in attesa di essere distribuite a causa di una coordinazione fallimentare: la gente all'aeroporto di Port-au-Prince era furiosa.

Segue un estratto del comunicato stampa (del 01.17.10) [4][en] da ONG dei Medici Senza Frontiere che supporta il post di Bel Balawou's:

Port-au-Prince/Parigi /New York, 17 gennaio 2009— I Medici Senza Frontiere (MSF) richiedono urgentemente che gli aerei cargo che trasportano materiale medico e chirurgico essenziale possano essere autorizzati ad atterrare a Port-au-Prince, in modo da poter curare migliaia di feriti che sono in attesa di operazioni chirurgiche vitali. La priorità deve essere data immediatamente agli aerei che trasportano attrezzature di salvataggio e personale medico.

La spiegazione viene data in un altro post pubblicato dal blogger Potoprincipe [5]:

La gestion de l'aéroport de Port-au-Prince, capitale haïtienne largement détruite par un puissant tremblement de terre mardi, a été confiée vendredi aux Américains par le gouvernement haïtien.
Mais plusieurs avions transportant de l'aide n'ont pas pu atterrir.

Il governo di Haiti ha affidato la gestione dell'aeroporto di Port-au-Prince, città capitale di Haiti che è stata distrutta in modo significativo dal terremoto di martedì [12 gennaio], alle autorità americane. Tuttavia, molti aerei che trasportano aiuti umanitari non sono riusciti ad atterrare.

BelBalawou diventa più preciso [3] in merito alla situazione:

Cette gestion de l'aéroport par les Américains a même créé des tensions diplomatiques après le refoulement vendredi d'un avion français qui avait à son bord un hôpital de campagne, alors que les moyens pour traiter les blessés manquent cruellement.

Il modo in cui gli americani gestiscono l'aeroporto ha innescato persino delle tensioni diplomatiche nella giornata di venerdì [15 gennaio] dopo il cambio di rotta di un'aereo francese che trasportava un ospedale da campo, nonostante ci fosse una seria mancanza di mezzi logistici per prendersi cura dei feriti.

Sulla stessa linea, Potoprincipe spiega [6] che altri Paesi hanno avuto a che fare con la stessa esperienza:

Des sources officielles ont par ailleurs indiqué à l'AFP qu'un avion cargo de l'armée argentine, transportant notamment du matériel médical et une unité de purification d'eau, était toujours bloqué samedi dans un aéroport situé à 120 km de Saint-Domingue, que deux avions mexicains avaient dû attendre “deux jours et demi en République dominicaine” avant d'être autorisés à atterrir et que 40 tonnes d'aide en provenance du Pérou avaient été finalement acheminées par voie terrestre samedi depuis Saint-Domingue.

Fonti ufficiali hanno anche informato l'AFP che un aereo cargo dell'esercito argentino, che trasportava forniture mediche e un sistema portatile di purificazione dell'acqua, il sabato [16 gennaio] era ancora fermo in un aeroporto situato a 120 km di distanza da Santo Domingo; inoltre, due aerei messicani si erano ritrovati ad aspettare “2 giorni e mezzo nella Repubblica Dominicana” prima di ricevere il permesso di atterraggio in Haiti, e 40 tonnellate di rifornimenti umanitari provenienti dal Perù alla fine sono stati trasportati via terra da Santo Domingo, nella giornata di sabato.

Di fronte alle critiche e alle proteste degli altri Paesi che stanno dando assistenza alla popolazione haitiana, le autorità americane hanno difeso la propria posizione. Bel Balawou cita  [3]un funzionario americano:

‘On décide en coordination avec l'ONU et les Haïtiens’, a expliqué M. Merten, en rappelant la nécessité de hiérarchiser les priorités: ‘il est clair qu'il y a un problème’, a-t-il reconnu. Il met néanmoins en avant le fait que les Américains ont été capables de rendre, en 24 heures, utilisable l'aéroport dont la tour de contrôle a été touchée par le séisme.

‘Le decisioni prese sono un risultato della collaborazione tra gli haitiani e le NazioniUnite,’ ha detto Merten, che ricorda la necessità di dare priorità: ‘ovviamente c'è un problema’, ha ammesso. Ad ogni modo, si è focalizzato sul fatto che gli americani sono riusciti a rimettere in servizio l'aeroporto, in 1 giorno, nonostante la torre di controllo fosse stata danneggiata dal terremoto.

Questi recenti scontri diplomatici sollevano delle problematiche tra i blogger; Bel Balawou condivide alcune considerazioni [7] sul modo in cui l'assistenza umanitaria dovrebbe essere gestita:

L'administration de l'aide internationale est généralement confiée à du personnel issu du pays bailleur de fonds. Pour réaliser la promesse du développement, il faut changer cette pratique et embaucher du personnel local, estime un auteur américain qui connaît bien Haïti.

La gestione dell'assistenza umanitaria a livello internazionale è generalmente affidata a personale proveniente dal Paese donatore. Affinché la promessa di sviluppo possa realizzarsi, questo metodo deve essere cambiato e dovrebbe essere reclutato il personale locale, stando alle parole di un autore americano che conosce bene Haiti.

Questa paura per il futuro di Haiti, che riguarda la comunità internazionale e l'assistenza umanitaria, è condivisa da Radio Kiskeya, che pubblica un post [8] intitolato “Siamo sulla buona strada per essere posti sotto al controllo straniero?”:

Une bonne partie de l’intelligentsia est soit en deuil ou prise sous les débris. L’aide internationale ne s’embarrasse même plus de consulter les forces vives du pays pour coordonner la distribution de vivres. Haïti est édentée.

Una parte significativa della nostra intellighenzia è in lutto o è bloccata sotto le macerie. I Paesi stranieri che portano aiuto non si preoccupano neanche di consultare gli ultimi leader del Paese per coordinare le attività di distribuzione delle provviste alimentari. Haiti viene sminuita.

In questo stesso post, l'autore Harold Isaac fa una riflessione che sembra come un invito alla diaspora:

Et c’est là qu’un rendez-vous historique est en train de se révéler : Une opportunité exceptionnelle de mobilisation de toutes les forces vives et compétences d’origines ou d’affinités haïtiennes, de l’intérieur et de l’extérieur, pour constituer une alternative fiable de gouvernance.

Ed ecco un appuntamento storico: un'opportunità eccezionale per mobilitare tutte le risorse e le abilità vitali di Haiti o legate ad Haiti, che sia dall'interno all'esterno del Paese, in modo da istituire un'alternativa di governo affidabile.

Visita la pagina di Global Voices relativa al terremoto di Haiti  [9][en] per maggiori informazioni riguardanti l'evento.