Recentemente il Ministero iraniano dell'Informazione [1] [it] ha pubblicato un elenco di 60 organizzazioni [2] [far] accusate di essere attive nella “guerra morbida” contro il regime Islamico in Iran. Qualsiasi collaborazione con queste organizzazioni e con fonti di informazione ad esse legate verrà considerata un reato e proibita.
Secondo il Ministero iraniano dell'Informazione, la collaborazione con testate quali Radio Zamaneh [3] [far], Radio Farda [4] [far], Radio Israel [5] [far], BBC [6] [far] e Voice of America [7] [far] verrà considerata reato penale.
L'elenco include anche nomi quali Berkman Center [8] [in], Ford Foundation [9] [in], Soros Foundation [10] [in] e Hivos [11] [in], i quali sostengono i progetti Global Voices Online [12] [in] e Global Voices Advocacy [13] [in]. Comunque, entrambi i siti di tali progetti venivano già filtrati in Iran.
L'azione del governo iraniano ha provocato riflessioni in tutto il mondo. Molte analisi [14] [in] e critiche [15] [in] sono apparse su riviste, giornali, e media. Ancora una volta sono venuti allo scoperto i tentativi del governo Islamico di bloccare gli attivisti a sostegno dei diritti umani in Iran. È chiaro come i problemi di tenuta del governo siano dovuti alla libertà d'espressione e alla democrazia.
Come rivelano queste notizie in arrivo dall'Iran, la pressione a danni di attivisti dei diritti umani, pubblicazioni, cyber-attivisti e testate è bruscamente aumentata. Il governo ha anche creato un'atmosfera terribile per gli studenti [16] [far], i docenti universitari [17] [far] e gli intellettuali [18] [far] attivi nella società.