Port-au-Prince: “Se gli aiuti non arriveranno subito, la gente morirà di stenti”

Keziah Furth è un'infermiera americana di 24 anni che vive e lavora ad Haiti con i bambini. Oggi è riuscita a telefonare a casa, e i genitori hanno pubblicato un post sul suo blog Mwen renmen ti moun Ayiti yo! [in], dove ne raccontano le vicissitudini [in] nell'isola dopo l'arrivo del terremoto:

Kez ha immediatamente impacchettato scorte di medicinali e iniziato ad occuparsi dei feriti nel quartiere vicino a dove vive. Per i primi due giorni la gente arrivava con ritmo regolare. Hanno contato 300 persone accampate all'aperto in un terreno nei pressi; Keziah ha preso a girare tra loro distribuendo antidolorifici, bende, antibiotici, punti per ricucire ferite senza strumenti chirurgici o materiale sterile, e portando acqua e cibo…

…Dice che ci sono sempre meno feriti da assistere e ora il fetido odore dei morti abbandonati sulle strade è nauseante. L'odore trasuda da ogni casa crollata. Mentre molti dei suoi “pazienti” sono in condizioni stabili e sopravviveranno, ne sono anche morti diversi.

Keziah avvisa con preoccupazione che se il cibo, l'acqua e i medicinali non arriveranno presto, molti moriranno di stenti. Non ha ancora visto alcun aiuto straniero e nemmeno squadre di soccorsi nella zona della città dove sta curando i feriti.

Keziah riceve cibo e acqua potabile dall’Istituto St. Joseph [in]. La maggioranza delle persone non è così fortunata; acqua e viveri iniziano a scarseggiare e Kez è convinta che se non dovessero arrivare in fretta gli aiuti, la gente comincerà a uccidere i cani per sfamarsi. In questa parte della città non si è ancora visto alcun aiuto concreto. Non hanno visto squadre di soccorsi, autocisterne d'acqua o volontari. Gli elicotteri hanno sorvolato l'area ma non hanno preso contatti; non ci sono testimonianze che sia arrivato qualche tipo di assistenza. Quando ho detto a Kez che l'esercito americano era a Porte au Prince, che la Croce Rossa e le squadre di soccorsi e di medici erano già nell'isola, si è messa a piangere.

Le scorte di Kez stanno finendo: prevede che sabato avrà esaurito bende, medicinali e acqua potabile.
Ha fatto tutto il possibile per i suoi feriti. Se gli aiuti non arrivernno presto, ci sarà chi morirà inutilmente.

Continuate a seguire lo speciale di Global Voices (in inglese) sul terremoto ad Haiti [in].

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