La Corte d'appello egiziana ha assolto il blogger Wael Abbas [ar] annullandone la precedente condanna a sei mesi [in] in primo grado. La sentenza risaliva allo scorso novembre, a seguito di un alterco dell'aprile 2009 tra Abbas e il vicino, Ahmed Maher Aglan, e il fratello poliziotto Ashraf Aglan, su questioni d'accesso a Internet. I due fratelli hanno fatto irruzione in casa di Abbas, aggredendolo verbalmente e fisicamente, per poi sporgere querela per aver presumibilmente danneggiato il loro cavo per Internet.
L’Arabic Network for Human Rights [in] (ANHRI) ha offerto il sostegno legale [in] al blogger egiziano. Il giorno precedente l'udienza, l'ANHRI ha descritto la vicenda come un ‘caso costruito’, chiedendo solidarietà per Wael:
È risaputo come Wael Abbas sia divenuto il bersaglio preferito per il Ministro degli interni e la polizia da oltre due anni, per via della sua persistenza nel diffondere i cosiddetti “video delle torture”. Gli agenti hanno ripetutamente montato le accuse contro Abbas senza fermarsi davanti a limitazioni legali.
In una dichiarazione diffusa il 18 febbraio 2010 [in] Reporters without Borders ha definito una ‘vittoria’ la sentenza della Corte d'appello:
Questa è una vittoria per i netizen che esprimono liberamente le proprie opinioni online e un colpo inferto al governo e alla sua strategia di aggressione e indimidazione verso chi lo critica…Ora chiediamo giustizia anche per il blogger Kareem Amer, che ha già scontato due terzi della pena in carcere e andrebbe rilasciato senza condizioni.
L'udienza si è svolta a Hadayq El Kobba, al Cairo, ed è stata seguita da numerosi blogger e attivisti, che hanno indossato magliette con la foto di Abbas, per manifestare solidarietà nei suoi confronti. La seduta è stata inoltre commentata su Twitter [in] da alcuni blogger.
Blogger e attivisti egiziani davanti alla Corte indossano magliette con l'immagine di Abbas.