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Haiti: le donazioni online possono aiutare a ricostruire prima degli aiuti

Categorie: America Latina, Caraibi, Nord America, Haiti, Repubblica Dominicana, U.S.A., Citizen Media, Disastri, Economia & Business, Migrazioni

Con il ripristino delle linee telefoniche in Haiti, i soldi inviati dalle famiglie all'estero “da remoto” stanno arrivando di nuovo, come aiuto per la ricostruzione anche laddove gli aiuti internazionali non sono arrivati. I trasferimenti di denaro dai membri di famiglie che vivono all'estero, rappresentavano al meno il trenta percento [1] [en, come i link seguenti] del prodotto interno lordo di Haiti prima del terremoto del 12 gennaio.

Le due più grandi comunità haitiane fuori da Haiti sono quelle nella Repubblica Dominicana e negli Stati Uniti [2]. Tra i 400 mila e i 600 mila cittadini haitiani chiamano casa ciascuna delle nazioni confinanti. Altri 80-100 mila vivono in altri Paesi caraibici o in Francia. Questo [3] grafico della banca interamericana per lo sviluppo, basato su uno studio del 2006, afferma che gli haitiani che vivono negli Stati Uniti hanno inviato circa 1,9 miliardi di dollari a casa.

Il collasso del servizio telefonico e, in alcuni casi, degli edifici che ospitavano banche, ha tagliato temporaneamente quei soldi. Ma questa settimana si sono verificate lunghe code fuori dagli uffici di trasferimento di denaro, come quest'ufficio CAM a Carrefour, a sud est di Port au Prince, fotografato da Georgia Poppelwell di GV.

Remittances return

Sebbene la capitale abbia ricevuto la maggior parte dell'attenzione dei media, questo non è necessariamente il luogo in cui arriveranno i soldi inviati dai familiari residenti all'estero. L’ International Association of Money Transfer Networks [4], un'associazione di settore che rappresenta le aziende che effettuano pagamenti elettronici, afferma che circa la metà dei fondi trasferiti in Haiti dagli Stati Uniti, la fonte principale di trasferimenti di denaro, viene inviata alle aree rurali. Questo è significativo perché anche quelle aree stanno assistendo a un aumento della popolazione, poiché gli sfollati a causa del terremoto vanno a vivere con la famiglia e gli amici nella città natale [5] e nelle aree meno danneggiate.

Dilip Ratha, economista della Banca Mondiale, sul blog [6] della banca sostiene che i trasferimenti potrebbero avere un ruolo più importante con l'estensione di emergenza dello status di immigrazione “temporanea protetta” [7] (“TPS) a ben 200 mila haitiani che vivono negli Stati Uniti.

Se il TPS dovesse determinare un aumento del 20 percento dei trasferimenti medi per migrante, ci aspetteremo un flusso aggiuntivo di trasferimenti di 360 milioni di dollari ad Haiti nel 2010! Inoltre, se il TPS dovesse essere esteso una volta dopo i 18 mesi attualmente previsti, i flussi del fondo aggiuntivo verso Haiti supererebbero il miliardo di dollari nell'arco di tre anni (l'estensione è quasi certa, a giudicare dalla storia delle estensioni del TPS [8] per El Salvador, Honduras, Nicaragua, Somalia e Sudan). Si tratterebbe di un miliardo di dollari di aiuto finanziario abbinato a buona volontà e consulenza, su misura ai bisogni del destinatario. L'aiuto finanziario sotto forma di trasferimenti da parte dei familiari all'estero è sempre il primo ad arrivare nei momenti di difficoltà. I trasferimenti verso Haiti quest'anno aumenteranno, come è successo ogni volta e ovunque ci sia stata una crisi o un disastro naturale