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Russia: assurda morte in carcere suscita ampio dibattito e diventa dramma teatrale

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Arte & Cultura, Cyber-attivismo, Diritti umani, Economia & Business, Governance, Legge, Politica, RuNet Echo

Sergei Magnitsky [1] [in], un avvocato tributarista russo di 37 anni, è morto in carcere a Mosca il 16 novembre 2009 [2] [in], dopo aver trascorso quasi un anno in stato di custodia cautelare, malato e privo di accesso a cure mediche adeguate.

Le circostanze della sua morte [3] [in] sono state ampiamente riportate [4] [in] sia in Russia [5] [ru] che all'estero [6] [in]. Le lettere e gli appelli che il legale aveva scritto in carcere sono stati pubblicati, come pure una traduzione in inglese [7] [in] di una lettera, su Radio Free Europe/Radio Liberty, e una scansione in russo degli originali di documenti dattiloscritti e manoscritti [8] [ru], su NewTimes.ru. La Commissione per la supervisione del rispetto dei diritti umani nei centri di detenzione di Mosca ha diffuso un resoconto [9] [in] sulle condizioni di permanenza di Magnitsky in carcere (in russo [10] e in inglese [11] – sul blog Law and Order in Russia).

Per l'ampia eco suscitata dal caso, le autorità russe hanno reagito licenziando un certo numero di funzionari di alto livello [12] [in],  oltre a vietare la custodia cautelare nei confronti degli arrestati per presunti reati fiscali e la stesura di “una legge che vieterebbe l’arresto di dirigenti indagati per la maggior parte dei reati finanziari” (link a un articolo del Moscow Times [13] [in]).

Il dibattito pubblico sulle condizioni di detenzione nelle prigioni russe, indotta dalla morte di Magnitsky, continua – ed è probabile che ora possa spostarsi su un altro livello: Mikhail Ugarov (l'utente di Livejournal m_u), drammaturgo e direttore artistico di Teatr.doc [14] [ru], compagnia moscovita specializzata in pièce documentaristiche [15] [in], sta lavorando a un’opera che intende “ricostruire” l'orrore delle ultime ore di vita di Magnitsky.

Ecco cosa ha scritto [16] [ru] Ugarov sul proprio blog il 22 gennaio scorso:

Il lavoro sulla morte di Sergei Magnitsky a Teatr.doc.

Vi reciterà [l’attore russo] Aleksey Devotchenko.

È in corso la raccolta del materiale. Ciò che trovo mi fa star male fisicamente.

Magnitsky è morto in una camicia di forza. Si contorceva dal dolore (pancreatite o addirittura necrosi del pancreas), e invece di curarlo gli hanno fatto indossare una camicia di forza. Ci ha passato dentro un'ora e 18 minuti. E il medico non è si è mai fatto vedere.

È morto per “scompenso cardiaco”. Penso che il cuore si sia semplicemente fermato.

Se l'attore reciterà anche solo una semplice ricostruzione fisica di questi eventi (protocollo dell’attività fisica), il pubblico si sentirà male…

Dopo tutto ciò, non voglio niente, non voglio pensare, non voglio sentire.

E nei teatri “seri”, lasciamo che vadano a rivivere come si è sparato Konstantin Gavrilovic [Konstantin Gavrilovic Treplyov, un personaggio de Il Gabbiano [17] [it] di Anton Cechov].

Ecco anche un aggiornamento [18] [ru] pubblicato da Ugarov il 2 febbraio scorso:

Ieri abbiamo avuto un altro incontro sul caso della morte dell’avvocato Magnitsky.

Le cose non sono andate esattamente nel modo in cui le ho descritte – è tutto ancora più orribile, in realtà.
Al medico della prigione aveva detto: “Vogliono uccidermi”. Su questa base, la dottoressa gli ha diagnosticato un disturbo mentale. E ha convocato il cosiddetto “rinforzo” – otto guardie carcerarie incaricate di picchiare [i prigionieri], chiamando anche gli psichiatri.

Dopodiché se n’è andata, come se nulla fosse successo. Il suo cognome è noto, questa donna vestita di bianco, “Dottor Morte”.

Sono arrivati gli infermieri con un’ambulanza (i cosiddetti psichiatri), ma per un'ora e 18 minuti non hanno potuto raggiungere il paziente. E quando finalmente sono stati ammessi, hanno trovato un uomo morto. Poi è scesa anche la dottoressa, per dare un'occhiata … Il paramedico Vasja (non è il suo vero nome) stava nel corridoio in quell’ora e 18 minuti, e non ha idea di cosa c'entrasse questo gruppo di “rinforzo” con una persona malata …