Il neoeletto presidente uruguayano José “Pepe” Mujica sta cercando di intervenire in un conflitto che fa ancora notizia nei media uruguayani e argentini, sebbene duri da oltre sette anni. Da quando è stata aperta la fabbrica di cellulosa [in] finlandese Botnia a Fray Bentos (Uruguay) lungo il fiume Uruguay – confine naturale tra la nazione argentina e quella uruguayana – gli ambientalisti e gli abitanti locali, nonché della vicina città argentina di Gualeguaychú, stanno protestando contro i presunti rischi all'ambiente e alla salute causati dall'impianto.
Il blogger e designer industriale Julián Ballesteros Riveros [sp] ha trascorso le recenti festività del Carnevale a Gualeguaychú, dove ha assistito in prima persona all'attivismo ai danni dell'impianto finlandese Botnia:
Una bella ciudad con gente muy amable, vale la pena conocerla si se tiene la oportunidad; tiene termales, zonas para acampar y playas a lo largo de la costanera del río Gualeguaychú. Sin embargo, aunque lo más atractivo resulta ser los recursos naturales de la zona, es llamativa la constante exposición de avisos en las casas, en los establecimientos comerciales y hasta en los automóviles oponiéndose al unísono a la amenaza contra el medio ambiente que supone la instalación de “papeleras” y de Botnia en particular en límites con Uruguay
Diverse organizzazioni hanno però negato l'inquinamento dell'aria da parte dell'impianto, e questo scetticismo nei confronti dei reali pericoli all'ambiente e alla salute provocati dalla fabbrica è in contraddizione con quanto sostenuto dagli ambientalisti. Secondo l'agenzia stampa locale di Entre Rios, l’Agencia de Noticias de Entre Rios APFD [sp], Marisa Arienza della Croce Verde avrebbe dichiarato che dall’inizio dell’attività dell’impianto non sono stati rilevati cambiamenti nei livelli di diossido di zolfo dell’aria.
Ciò nonostante, le proteste più forti e organizzate sono provenute dai “piqueteros” [it], che vanno opponendosi alla fabbrica di cellulosa con tattiche di protesta, come l’occupazione e il blocco dei ponti che fungono da importanti vie di passaggio tra i due Paesi per il turismo e il commercio.
Mujica, che assumerà l’incarico solo a marzo, ha seguito con attenzione questo conflitto e vuole che i blocchi siano rimossi prima di mettersi alla guida del governo. Mujica ha incontrato [in] la presidente argentina Cristina Kirchner e Sergio Urribarri, governatore della regione argentina di Entre Rios, dove si trova la città di Gualeguaychú. L’ambientalista Lilian Melnik non vede però nessun segnale positivo in questi incontri, come riportato dal giornale locale uruguayano Rio Uruguay Digital [sp]:
[Mujica y Urribarri] son ‘traidores a una causa noble’ hacia quienes ‘defienden el levantamiento del corte sin argumentos y sin querer verdaderamente que se vaya Botnia’
Melnik ha anche affermato che dopo il tentativo di mediazione di Mujica, gli ambientalisti dovranno difendere il blocco con ancora maggior forza.
In un editoriale, Ignacio de Posadas [sp] critica i tentativi del neopresidente di giungere a un compromesso con la controparte argentina:
El Presidente electo, por sus gestos (sobre todo la visita a los piqueteros) y por sus palabras (describiendo la violación de tratados y de normas y usos, como “un asunto interno” de la Argentina), dio razón al gobierno Kirchner y a los patoteros de Gualeguaychú, banalizando el asunto, debilitando la posición jurídica y de principios del Uruguay y enviando a La Haya el peor mensaje posible (¿qué juez se parará en los pedales si la parte agraviada dice que todo es negociable?).
Non appena avrà assunto l’incarico, Mujica dovrà infatti affrontare il verdetto della Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, presso cui l’Argentina ha presentato formale ricorso contro l’Uruguay nel 2006 [in]. Una volta diventato ufficialmente presidente, anche la stretta relazione tra Mujica e Kirchner e il suo recente tentativo di giungere a un accordo con il governatore Urribarri saranno messi a dura prova.
Il giornalista e blogger argentino Pepe Eliaschev [sp] condanna i blocchi, definendoli inutili, e fa un confronto tra lo stretto legame tra Mujica e i Kirchner e la tumultuosa relazione dell’attuale presidente uruguayano Vázquez con il governo confinante:
En pocas palabras, el corte de la frontera con Uruguay no sirve para nada y es un pastiche siniestro que solo ha provocado daño. La planta de Botnia, inaugurada hace ya dos años, trabaja y produce con absoluta y total normalidad, y lo hace en toda su capacidad. El corte no solo no redujo el flujo de turistas, sino que lo incremento, demostrando la pasmosa estupidez de la medida. De la famosa “contaminación” nada significativo ha vuelto a aportarse, mientras que en el inicio del conflicto la llamada asamblea “ambientalista” de Gualeguaychú llegó a decir que la fabrica instalada en Uruguay era equivalente al Auschwitz, el campo de exterminio que los nazis instalaron en esa ciudad polaca durante la Segunda Guerra y donde fueron aniquilados centenares de miles de judíos. […] Operativo seducción: el viejo guerrillero quiere engullirse a la pareja presidencial argentina para que levanten el corte de la frontera. El septuagenario tupamaro imagina que podrá extraer de los post montoneros argentinos lo que le severidad del oncólogo socialista Vázquez no pudo.
Mujica ha affermato che non negozierà con i “piqueteros” [sp] e questi a loro volta hanno dichiarato che non intraprenderanno alcuna azione [sp] finché l’Aia non pronuncerà il verdetto.