Ogni anno, l'inverno è sempre più breve e quei pochi giorni di freddo ci regalano un po’ di piacevole refrigerio prima di affrontare il torrido caldo estivo. Situazione che preoccupa chiunque in ogni ambito, perché il surriscaldamento globale inciderà comunque sulla nostra vita. Il clima terrestre è instabile e si evolve continuamente secondo cicli naturali. Quel che preoccupa di più il mondo è sapere che i mutamenti attualmente in corso sono stati innescati dalle nostre stesse attività. Gli scienziati di tutto il mondo studiano le trasformazioni in atto, cercando indizi negli anelli degli alberi, nei campioni di polline, dai carotaggi nel ghiaccio e nei sedimenti marini. I motivi del cambiamento climatico possono ricondursi essenzialmente a due categorie, vale a dire le cause naturali e gli interventi umani. Tra le cause naturali rientrano la deriva dei continenti, i fenomeni vulcanici, le correnti oceaniche insieme all'inclinazione terrestre, mentre i fattori umani spaziano dalle esplosioni di bombe all'eccessivo aumento della popolazione che va provocando la costante riduzione delle aree verdi.
Molti blogger pakistani hanno affrontato il tema del cambiamento climatico. In un post intitolato “Climate Change Cost Pakistan $3.5 Billion in 18 Years (Il cambiamento climatico costerà al Pakistan 3,5 miliardi di dollari in 18 anni) [in] Karim Khan sostiene:
Il Pakistan ha enormi riserve di carbone che utilizza per i bisogni energetici di varie industrie locali sparse sul territorio, ma le emissioni sono una minaccia persistente per l'atmosfera acuendo l'effetto serra. Il rapporto della Banca Mondiale indica l'interesse per lo sviluppo idroelettrico in Pakistan e Nepal e suggerisce inoltre di importare dal Medio Oriente gas naturale per usi industriali, in sostituzione del carbone, onde prevenire nel paese calamità legate al clima.
Il cambiamento climatico ha duramente colpito l'habitat naturale di molte specie faunistiche selvatiche. Sono quasi scomparse alcune specie rare di uccelli come il tordo golanera, i fringillidi, la gazza e l'aquila reale, poiché gli ecosistemi locali non sono in grado di fornire loro sufficienti risorse. Sono in pericolo anche svariate specie di lupi e volpi, con i relativi habitat naturali. La scomparsa del manto vegetale, costringendo a migrare la capra di Falconer e la capra selvatica, ha avuto conseguenze negative anche per l'elusivo leopardo delle nevi, che ora non trova più fonti di sostentamento.
Su The Pakistani Spectator, Tahir Hameed scrive nel post intitolato “Impending Global Warming and the world” (L'incombente riscaldamento globale e il mondo) [in]:
Oltre alla sopravvivenza degli esseri umani, è a rischio anche quella di numerose specie vegetali e animali. Immaginate vaste estensioni di terra coltivabile trasformate in deserto. Il surriscaldamento globale non provoca solo l'aumento della temperatura, ma anche un clima sempre più secco. Non c'è molto tempo. Entro il 2025, avranno difficoltà a reperire risorse idriche oltre 2,8 miliardi di persone in quarantotto nazioni, quaranta delle quali si trovano nel Vicino Oriente e nell'Africa settentrionale o subsahariana. Si ritiene che entro il 2050, la cifra aumenterà a cinquantaquattro stati con circa 4 miliardi di abitanti, vale a dire il 40% della popolazione mondiale che, secondo le proiezioni, conterà 9,4 miliardi di persone.
In un altro post dello stesso blog Sher Ali afferma [in]:
Se non riusciremo a coordinarci per intraprendere iniziative decisive, il cambiamento climatico devasterà il pianeta, con conseguenze drammatiche sul benessere e la sicurezza. Da una generazione i rischi sono evidenti, ma ora iniziano a evidenziarsi anche i fatti: 11 degli ultimi 14 anni sono risultati i più caldi da quando vengono registratati tali dati, la calotta di ghiaccio dell'Artico si sta sciogliendo e l'impennata dei prezzi del petrolio e dei generi alimentari verificatasi lo scorso anno ha offerto solo un assaggio degli sconvolgimenti futuri. La stampa scientifica non dibatte più sulle responsabilità degli esseri umani, ma sull'esiguità del tempo rimasto per limitare i danni. Eppure finora la risposta del mondo è stata debole e tiepida.
Ritardare il cambiamento climatico è possibile solo adottando misure quali:
- L'avvio di programmi di sensibilizzazione partendo dalla base, educando i bambini sulla necessità di conservare e piantare alberi e piante per ampliare le risorse verdi.
- La promozione di concreti programmi di ricerca da parte delle nazioni sviluppate, per valutare i danni a cui è sottoposto l'ambiente naturale delle comunità montane del Pakistan settentrionale.
- L'impulso a favore di metodi innovativi per risolvere le sfide ambientali poste dai cambiamenti climatici, con il più ampio concorso possibile di informazioni fornite da noi autoctoni.
- Aiuti per ridurre la pressione sulla cintura di foreste esistente, mediante la ricerca di alternative convincenti per lo sviluppo di fonti d'energia sostitutive.
L'obiettivo è quello di ricondurre sotto controllo il surriscaldamento globale, riducendo le emissioni nell'atmosfera di biossido di carbonio e di altri gas “serra” che trattengono il calore.
Lead Pakistan [in] , maggiore rete nazionale di professionisti nell'ambito dello sviluppo sostenibile, ha pubblicato su YouTube un video in due parti che raccoglie le voci dal Pakistan sul cambiamento climatico (Parte 1 [in], Parte 2 [in]):
Per contribuire a risolvere questo problema globale occorre impegnarsi in prima persona. Possiamo dare una mano subito cercando di arrivare all'efficienza energetica. La conservazione e la riduzione nell'uso di petrolio, benzina e gasolio possono costituire un esempio per gli altri. Se non agiamo subito, lasceremo ai nostri figli una situazione di crisi estremamente più grave. Ma c'è una buona notizia: se uniamo tutte le nostre forze per opporci al cambiamento climatico, sarà possibile ridurne l'impatto sulla nostra vita, sull'ambiente e sulle generazioni future.