Grecia, Germania e il dito medio della Venere di Milo

Mentre continua il dramma della crisi finanziaria che sta affliggendo la Grecia e la zona euro [it], è scoppiata una polemica [td] in seguito alla pubblicazione sulla copertina della rivista tedesca Focus [td] di un fotomontaggio raffigurante la famosa statua della Venere di Milo [it] che mostra il dito medio [in] all’Unione Europea.

La rivista ha anche pubblicato un articolo [td] che definisce ripetutamente i greci i “truffatori” della famiglia europea.

Le testate greche hanno riportato l’episodio, scatenando uno scandalo pubblico, l’indignazione dei politici e suscitando una nuova serie di feroci discussioni pubbliche sulla questione dell’identità e della sovranità nazionale, del razzismo e dell’integrazione europea.

Indignazione e aspro umorismo

Alcuni considerano l’incidente un esempio di “anti-ellenismo [it]” o di disprezzo verso la Grecia. Su Twitter, sotomi [gr], ha proposto indignata un’azione di boicottaggio [gr]:

Boicottate i prodotti tedeschi e i negozi tedeschi in Grecia. Questa dovrebbe essere la risposta alla copertina di Focus e alla pubblicità tedesca. #GRanswer

Mentre Nikos Roussos [gr], riprendendo un tema ricorrente e molto popolare, tira in ballo i rimborsi per la guerra [gr] che, a quanto si dice, la Grecia non avrebbe ancora ricevuto:

La risposta migliore sarebbe poter finalmente chiedere alla Germania di pagarci i debiti di guerra per la Seconda Guerra Mondiale.

Pascal_ [gr] propone in modo provocatorio di ripagarli con la stessa moneta [gr]:

Να βγει το ελληνικό Focus με εξώφυλλο φωτό του Χίτλερ και τίτλο: Σας χρωστάμε πολλά

La prossima edizione greca della rivista Focus dovrebbe avere in copertina Hitler ed essere intitolata: Vi dobbiamo molto.

Forse come gesto conciliatorio, il produttore radiofonico Antonis Vlavogelakis [gr] risponde alla copertina con un suo fotomontaggio della Venere di Milo [gr]:

"Alla tua, Venere!" di vlavo

"Alla tua, Venere!", di vlavo

Lo storico comico Harry Klynn [gr] lancia una battuta sulla crisi:

Ένας φίλος μου αγόρασε μια 600άρα Μερσεντές τοις μετρητοίς. Την βενζίνη αγοράζει με δόσεις!

Un mio amico ha pagato una Mercedes 600cc in contanti; ma paga il gas a rate!

Mentre FivosV [gr] specula sulle dita della statua:

Επιτέλους είδαμε και το -ένα τουλάχιστον- χέρι της Αφροδίτης της Μήλου. Έτσι ήταν κανονικά. Γι'αυτό τα σπάσανε. #FOCUS

Finalmente abbiamo visto una mano della Venere di Milo. Ecco come erano originariamente. Per questo le sono state spezzate le dita.

Riflessione e critica sociale

Il blogger alepouda [gr] riflette sull’indignazione pubblica rispetto alla più seria crisi economica:

έμενα μου τη δινει που πιο πολύ ως λαος εκνευριζόμαστε αμα μας κακολογήσουν παρά που τα έχουμε κάνει σκατά

Mi irrita che, come popolo, ci faccia arrabbiare di più se parlano male di noi che se incasinano tutto.

E il disegnatore web Cyberela [gr] riporta l’attenzione sui responsabili dello stato di declino in cui imperversa la Grecia:

Ντροπή σας! Εμένα με προσβάλει το γεγονός ότι βάζετε
εμένα να πληρώσω την κρίση των άλλων και τα κλεμμένα την προηγούμενης
κυβέρνησης.

Vergognatevi! Sono offeso di dover pagare per una crisi causata da altri e rimborsare i soldi rubati dal precedente governo.

Anche kaltsovrako invita il popolo greco a concentrarsi su questioni più importanti [gr]:

μας εγκαλούν έμμεσα να αλλάξουμε νοοτροπία [και] “εμείς”
βλέπουμε το δάχτυλο και απαντάμε ενθυμούμενοι ΞΑΦΝΙΚΑ τον Χίτλερ, τις
πολεμικές αποζημιώσεις, το Δίστομο και τα Καλάβρυτα. Ρε, πάμε καλά;

Ci stanno rimproverando di cambiare la nostra mentalità [e] “noi” ci fissiamo su un dito [che punta alla luna] e all’improvviso ci ricordiamo di Hitler, dei rimborsi di guerra, di Distomo e Kalavryta. Qual è il nostro problema?

Il blogger di E-Lawyer, Vassilis Sotiropoulos, affronta gli aspetti legali della controversia [gr]:

το νομικό ερώτημα είναι εάν έχει το δικαίωμα ένα
περιοδικό να συμπεριφέρεται με αυτόν τον τρόπο σε [..] ένα σύμβολο του
Ελληνικού πολιτισμού. [..] Τα δικαστήριά έχουν αποκλείσει τέτοιου
είδους παρερμηνείες, τασσόμενα παραδοσιακά υπέρ της ελευθερίας της
έκφρασης. [..] Για να επιστρέψω όμως στον πολιτικό χειρισμό, πρέπει να
παρατηρήσουμε ότι κι αυτός ενδέχεται να έχει ορισμένες νομικές
προεκτάσεις. Το ερώτημα είναι εάν η παρέμβαση που ζητείται σε ιδιωτικά
μέσα μαζικής ενημέρωσης είναι ή όχι μια παρέμβαση στην ελευθερία του
λόγου.

La questione legale sollevata è se la rivista abbia o meno il diritto di trattare un simbolo della civilizzazione greca in questo modo. [..] I tribunali hanno escluso tali interpretazioni errate, schierandosi solitamente per la libertà di espressione. [..] Il trattamento politico della questione può anche avere potenziali ramificazioni legali. Il punto è se l’intervento nei mass media privati richiesto [dal governo] costituisca un’ostruzione della libertà di parola.

(Il giorno successivo alla pubblicazione di questo commento, Reporters Without Borders [in] ha rimproverato il Presidente del Parlamento greco per aver chiesto al governo tedesco di disciplinare la stampa.)

Nel suo blog Dog Day Afternoon, il produttore musicale Stathis Panagiotopoulos concorda con quanto affermato nella traduzione greca dell’articolo tedesco:

“Οι Έλληνες δεν αντιμετωπίζουν ποτέ και πουθενά
προβλήματα ενσωμάτωσης. Παντού νοιώθουν σαν στο σπίτι τους. Το
συμπαθητικό αυτό μικρό έθνος μοιάζει να μην έχει έγνοιες και να χορεύει
πάντα σαν τον Αλέξη Ζορμπά. Οι Έλληνες αισθάνονται σαν πατέρες των
υπόλοιπων ευρωπαϊκών κρατών και δεν θα είχαν καμία δυσκολία να ζήσουν
και χωρίς κυβέρνηση. Γιατί να αλλάξει κάποιος που είναι ήδη τέλειος;” Ψέματα είναι;

“I greci non hanno mai e in nessun luogo problemi di integrazione. Ovunque sentono a casa propria. Questa simpatica piccola nazione sembra non avere preoccupazioni e balla sempre come Alexis Zorbas. I greci si sentono i padri di tutti gli altri Stati europei e persino senza un governo non avrebbero problemi a vivere. Perché cambiare la perfezione?
Non è forse vero?

E prosegue ribattendo agli argomenti più semplicistici [gr]:

Ξανάρχισε να ακούγεται το μικρονοϊκό επιχείρημα “όταν
εμείς χτίζαμε Παρθενώνες αυτοί έτρωγαν βελανίδια οπότε πως τολμούν κλπ”
[..] ενώ “εμείς” ξαναγυρίσαμε στα βελανίδια, και η απόδειξη είναι
παντού τριγύρω μας, στον τρόπο με τον οποίον βρωμίζουμε και απαξιώνουμε
τη χώρα μας, στην έλλειψη κοινωνικής συνείδησης, στο ρατσισμό μας, στον
εθνικό μας αυτισμό.

È riemerso il cavilloso argomento del “noi abbiamo costruito il Partenone, quando loro mangiavano ghiande, allora come si permettono ecc.” […] Ma siamo “noi” che siamo tornati alle ghiande, lo dimostra ciò che ci circonda; il modo in cui inquiniamo e svalorizziamo il nostro Paese, la mancanza di coscienza nazionale, il nostro razzismo, il nostro autismo nazionale.

Lo scrittore e traduttore Nikos Sarantakos commenta “da professionista” la traduzione dell’articolo [gr], riflettendo su un evidente, ma trascurato, aspetto della controversia:

Εγώ το διάβασα το άρθρο και δεν συμφωνώ ότι είναι
ανθελληνικό, ότι είναι δυσφημιστικό και άλλα τέτοια. Φυσικά, έχει
γενικεύσεις, έχει και ανακρίβειες, αλλά συνολικά χαρακτηρίζεται από
χιούμορ, παρατηρητικότητα, καλή γνώση της Ελλάδας και συμπάθεια προς
τους Έλληνες. Οι επικριτές του το διάβασαν το άρθρο ή έμειναν απλώς στη
φωτογραφία;

Ho letto l’articolo e non concordo che sia anti-ellenico, diffamatorio ecc. Naturalmente contiene delle generalizzazioni e imprecisioni, ma nel complesso dimostra umore, spirito di osservazione, una buona conoscenza della Grecia e simpatia nei suoi confronti. I suoi detrattori hanno letto l’articolo o si sono solo fermati alla foto?

Il blogger mindstripper pubblica l'appassionata lettera di un amico [gr], rattristito da come la Grecia sia percepita all’estero e mostrando una certa amarezza, forse tipicamente greco:

Εδώ που είμαι έχω ακούσει ένα σωρό ειρωνίες για το πως
βγήκε η δημοκρατία από μια χώρα σαν την Ελλάδα, για τους Έλληνες και
την νοοτροπία τους. Αλλά έχω σταματήσει καιρό τώρα να προσθέτω σ’ αυτές
τις συζητήσεις τη γνωστή γκρίνια για τους ανάξιους πολιτικούς και τις
ηλίθιες κυβερνήσεις και αυτούς που τα παίρνουν και το σύστημα και…
Εμείς είμαστε όλοι αυτοί.

Ho sentito tutti i tipi di ironia su come la democrazia sia nata in un paese come la Grecia, sui greci e la loro mentalità. Ma da molto tempo ormai ho smesso di contribuire a queste conversazioni, il solito lamentarsi dell’inaffidabilità dei politici e della stupidità dei governi e della corruzione? E del sistema e …Noi siamo tutte queste cose.

E il blogger Roides, il cui nickname riprende il nome di un iconoclastico e arguto autore greco, cambia la prospettiva su chi dovrebbe sentirsi offeso [gr] dall’articolo:

Δεν υπάρχει μία Ελλάδα, ουδέποτε υπήρξε. Άλλη η Ελλάδα
της δημιουργίας, του αλτρουισμού, της αλληλεγγύης, του μεροκαματιάρη
και της Σκέψης, κι άλλη η Ελλάδα των λαμόγιων και των κάθε είδους
αρπακτικών. Το εξώφυλλο του Focus θίγει τους δεύτερους

Non c’è una Grecia, non c’è mai stata. La Grecia della creatività, dell’altruismo, del cameratismo, dei lavoratori salariati e del pensiero è qualcosa di completamente diverso dalla Grecia dei deliquenti e di tutti i tipi di predatori. La copertina di Focus offende questo secondo tipo di Grecia.

4 commenti

  • marco marra

    Ma e` mai possibile che la grecia pensa di essere quello che non e`? Un paese cosi` inutile dal punto di vista sociale e culturale non esiste al mondo. Due sassi un partenone e un`ignoranza caprina….non e` nient`altro la grecia.

  • Certo che trascurare…

    Costantino Kavafis (!) per la poesia…

    Iannis Xenakis (!) per la musica (e perchè no, oggi, Eleni Karaindrou o Savina Yannatou)…

    Theo Angelopoulos (!) per il cinema…o Costa Gavras…

    Mi perdoni ma proprio non la seguo in questa sua invettiva sulla trascurabilità della Grecia.

  • maria grazia pozzi

    e Stavros Dimas, Georgos Seferis, Odysseus Elytis, Demetrios Christodoulou, Demis Roussos, Petros Kokkalis, Spiro Latsis, Georgios Papanicolaou…

    • Simona Letta

      Ma che senso ha stare a nominare dei singoli che possono avere una qualche forma di talento? Quelli ci sono sicuramente anche in Afghanistan e nell’Africa nera, di ‘individui’ con dell’intelligenza e della cretività, con delle doti, ce n’è OVUNQUE. Marco, giustamente, sottolineava come di certo la Grecia oggi (ma io avrei anche qualche critica da muovere alla loro cosidetta ‘civiltà’ del passato) non sia necessariamente il perno su cui poggia il resto del mondo, ecco. Ed è ridicolo, invece, il fatto che i greci moderni se ne vadano in giro tronfi, pieni di quello che fu. Se io oggi sono una imbecille, e mio nonno era un grandissimo pittore, devo forse sentirmi superiore in nome dell’arte di mio nonno? Io sono io, mio nonno era mio nonno. Il mio prof di matematica del liceo diceva giustamente che i greci moderni (così come gli italiani) stanno al loro passato come le mosche che mangiano la carogna del cavallo stanno al cavallo. Chiaro il concetto, no?

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