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Porto Rico, Haiti: la Giornata internazionale della donna dedicata alle donne haitiane

Categorie: America Latina, Caraibi, Haiti, Portorico (USA), Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Donne & Genere, Economia & Business, Film, Migrazioni

La giornata internazionale della donna [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] si festeggia in tutto il mondo l'8 marzo. Quest'anno, si festeggerà il centesimo anniversario della giornata internazionale della donna e a Porto Rico, così come in molti altri Paesi dell'America Latina [2], questa giornata sarà dedicata all'onore e alla memoria della resilienza delle donne haitiane e alle tre attiviste femministe haitiane morte durante il terremoto che ha devastato la città di Port-au-Prince il 12 gennaio 2010 [3]: Myriam Merlet [4], Anne-Marie Coriolan e Magalie Marcelin. [5]

Logo of the International Feminist Solidarity Camp in Haiti.

Logo del movimento internazionale per la solidarietà femminista di Haiti

L'Unione 8 Marzo di Porto Rico che comprende organizzazioni femministe, politiche e sindacali, ha avviato il blog 8  marzo a Porto Rico [6] [es] contenente una gran varietà di informazioni sulla storia della Giornata internazionale della donna e una serie di eventi organizzati per l'occasione commemorativa [7] [es]. Nonostante le polemiche sulla necessità di celebrare  la “Festa della donna”, è importante considerare che disuguaglianza, ingiustizia e violenza contro le donne fanno parte del mondo reale [8].

Flyer announcing March 8 activities in Puerto Rico.

Volantino contenente l'elenco delle attività dell'8 marzo a Porto Rico.

In questi giorni, i blogger di Puerto Rico hanno scritto post sulle varie questioni riguardanti le donne. In Poder, Cuerpo y Género [9] [es], la blogger femminista Nahomi Galindo ha parlato della morte di una detenuta in una prigione di Porto Rico:

Las instituciones carcelarias son sólo un ejemplo de formas de control social. Se ha comprobado que estas no reducen la criminalidad; por el contrario, crean un círculo vicioso que empieza en el estigma y termina en la reincidencia. Sin embargo, tanto el castigo como el estigma son peores para la mujer, pues al ser confinada transgrede tanto la ley como los roles que la sociedad le ha impuesto.

Le istituzioni carcerarie sono solo un esempio di forma di controllo sociale. È stato dimostrato che non riducono la criminalità ma, al contrario, creano un circolo vizioso che inizia con lo stigma e finisce con la ricaduta. Tuttavia, sia la punizione che lo stigma stesso sono peggiori per le donne, perché essendo confinate violano sia la legge che i ruoli che la società ha imposto loro.

Mariana Iriarte, blogger e studentessa di giurisprudenza, riporta le statistiche relative alla violenza sulle donne a Porto Rico e scrive sulla forza e resilienza delle donne [10] [es]:

En Puerto Rico los indicadores de violencia doméstica y femicidios son alarmantes. Las estadísticas más recientes son del 2008 y revelan que 17,074 mujeres han sido víctimas de violencia doméstica, esto sin tener en cuenta los casos que no se reportan a las autoridades estatales; de esas 17,074 mujeres han muerto 26. A esto debe sumarse el maltrato institucional del cual somos víctimas. No es una novedad que la población que se ha visto más afectada por los despidos del sector público han sido las mujeres, muchas de ellas madres solteras único sustento del hogar.

Ante el embate de las políticas neoliberales de la actual administración las mujeres, aún siendo las más afectadas, hemos salido a la calle a luchar por nuestros empleos, comunidades, hijos e hijas, libertad sexual y reproductiva, entre muchos otras luchas que hemos dado y seguiremos dando. Parece ser que en los albores de un nuevo milenio las mujeres seguimos y seguiremos enfrentado los retos y desafíos que se le presentaron a las mujeres en siglos pasados.

Le statistiche sulla violenza domestica e sui femminicidi in Porto Rico Puerto Rico  sono allarmanti. Le statistiche più recenti sono quelle relative al 2008: 17.074 donne sono state vittime di violenza domestica (e questi sono solo i casi segnalati), e 26 donne sono state uccise. A questi numeri bisogna aggiungere i casi di abuso istituzionale a cui le donne sono soggette. È risaputo che le donne siano state le più colpite dai licenziamenti nel settore governativo e molte di loro sono madri single e capofamiglia.

Di fronte alle politiche neoliberiste dell'amministrazione  attuale,  le donne sono comunque scese in strada per difendere il loro posto di lavoro, le loro comunità, i loro bambini e la loro libertà sessuale e riproduttiva. Sembra che alle soglie del nuovo millennio le donne stiano ancora affrontando le stesse sfide dei secoli precedenti.

Nel blog Nananinas [11] [es], la blogger Nana parla di alcuni ruoli tra i tanti svolti dalla donna:

Cuando hablamos de mujeres trabajadoras no nos referimos únicamente a las que reciben remuneración por sus servicios. Cada una, desde su posición particular, realiza un trabajo necesario para la evolución de la sociedad. Las que crían a sus niños y niñas para que sean ciudadanos y ciudadanas útiles y concientes trabajan. Las que conducen autobuses trabajan. Las que cuidan a un familiar enfermo trabajan. Las que diseñan edificios trabajan. Las que imparten clases trabajan. Las que operan a personas enfermas trabajan. Todas somos trabajadoras.

Quando si parla di donne lavoratrici, non si tratta solo di quelle che ricevono uno stipendio. Dalla loro posizione specifica, ogni donna svolge parte di lavoro indispensabile allo sviluppo della società. Le donne che crescono i propri figli in modo tale che un giorno questi possano diventare dei buoni cittadini sono anch'esse lavoratrici. Anche quelle che guidano i bus sono lavoratrici. E le donne che si prendono cura di un parente malato sono lavoratrici. Lo sono anche le donne che progettano edifici. Le donne che insegnano sono lavoratrici, così come quelle che si occupano di interventi chirurgici. Noi donne, siamo tutte lavoratrici.

Le donne lavoratrici come queste sono parte integrante della ricostruzione di Haiti e il blog Haiti Vox [12], riporta che:

Quando ero in Haiti, subito dopo il terremoto, ho incontrato la leader delle donne haitiane per parlare  dei loro bisogni più urgenti e del miglior modo in cui la comunità globale delle donne avrebbe potuto aiutarle nella riorganizzazione oltre che a svolgere un ruolo guida nelle discussioni e nei forum relativi alla ricostruzione di Haiti.

La blogger, Anne-christine d'Adesky, ha iniziato a lavorare per un'iniziativa di solidarietà globale con l'aiuto delle donne haitiane distribuite in tutto il mondo e del leader delle femministe; in questo modo, è nata l'iniziativa Poto Mitan: Ricostruire Haiti [13].  L'organizzazione è impegnata nell'accelerare i servizi d'emergenza, la spedizione delle risorse e dei finanziamenti oltre ai programmi rivolti a donne e ragazze e comunità di base di Haiti. Inoltre, essa sostiene l'attuazione di un approccio al soccorso e alla ricostruzione che sia orientato alle donne e alla comunità che fa parte del più ampio programma di ricostruzione di Haiti.

Il gruppo ha in programma varie attività (sostegno, informazione e collegamento in rete) volte ad affrontare i bisogni a lungo termine delle donne haitiane colpite dal terremoto [3], compresa la partecipazione agli eventi odierni sulla giornata internazionale della donna [14]. Il loro Forum di gruppi e comunità [15] offre maggiori dettagli.

Janine Mendes-Franco ha collaborato alla realizzazione di questo post.