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Russia: ampie e controverse le discussioni online sul film Katyń, del regista polacco Andrzej Wajda

Categorie: Europa centrale & orientale, Polonia, Russia, Arte & Cultura, Film, Guerra & conflitti, Media & Giornalismi, Politica, Storia, RuNet Echo

Il canale televisivo “Kultura” [1] [in] è stato il primo nella storia russa a trasmettere il lungometraggio “Katyń [2]” (2007) [it] del regista polacco Andrzej Wajda [3] [in] suscitando dibattiti online sul regime stalinista, la verità storica, l'umanesimo e le relazioni russo-polacche.

Katyń movie poster Wikimedia Commons [4]

Locandina del film Katyń,
da Wikimedia Commons

La strage di Katyn [5] del 1940 [it], in cui furono soppressi dalla polizia politica sovietica (NKVD [6]) [it] quasi 22.000 soldati polacchi, resta la pagina storica più controversa nei rapporti fra Russia e Polonia. Per quasi cinquant'anni la propaganda sovietica l'aveva dichiarata un crimine di guerra nazista, finché Mikhail Gorbachev, nel 1990, ha ammesso la responsabilità della polizia politica di Stalin.

Se fino ad allora il governo russo aveva avuto una posizione tutt'altro che chiara, nel 1990 su quei terribili fatti si è aperta un'inchiesta della magistratura russa e, nel 1992, il Presidente Boris Yeltsin ha aperto l'accesso ai documenti d'archivio che comprovano la responsabilità  del NKVD. Nel 2004 però (sotto il governo Putin), con la morte degli esecutori responsabili, il caso è stato chiuso. I soldati polacchi eliminati a Katyn insieme a migliaia di prigionieri politici sovietici, non sono mai stati riabilitati, né riconosciuti vittime della repressione. E mentre in Polonia quella strage  è divenuta il simbolo patriottico del martirio,  nella società russa su Katyn non esistono opinioni concordi, data la presenza di un  gruppo di storici che promuovono una versione sovietica dei fatti [7] [in] appoggiata dal partito comunista e da qualche veterano del NKVD.  A prevalere sulle testate a maggiore diffusione, come la  “Pravda [8]”, e presso certi noti blogger, tra cui l'intellettuale Anatoliy Wasserman, è ancora la versione sovietica.

Nel 2007, al termine di un periodo di grave inasprimento delle relazioni fra i due Paesi (2005-2007), segnato dalla controversia sul bando all'importazione di carne [9] [in], quella sullo scudo missilistico e altre, le cose  hanno preso un  indirizzo diverso.  I premier di Russia e Polonia hanno istituito la così detta “commissione per gli affari difficili [10]” [ru], con l'obiettivo di fare chiarezza su molte questioni storiche aperte fra i due Paesi, con al centro del dibattito proprio la strage di Katyn. La maggior parte degli addetti ai lavori è dell'idea [11] [in] che la decisione di trasmettere  “Katyń” alla TV pubblica russa sia riconducibile ai lavori di questa commissione e alla commemorazione della strage [12] [it] cui ci si apprestava a partecipare.

Il film è stato trasmesso venerdì in prima serata (19:40 – 21:30) e seguito da un dibattito televisivo. C'è chi ha detto che il Canale Uno (il più seguito del Paese) ha mandato in onda in contemporanea il film Oscar “Hurt Locker”, ma le cose non stanno così (”Katyń” è terminato alle 21:30, proprio quando cominciava  “Hurt Locker”).  Singolare invece che al dibattito televisivo seguito al film non sia stato invitato nessuno in rappresentanza della Polonia. [Domenica 11 aprile il film è stato poi trasmesso dalla tv di stato Rtr Rossija.]

Nelle statistiche sui temi discussi online di Yandex [il maggior motore di ricerca russo],  il dibattito in rete sul film ha registrato un indice di partecipazione pari a #5, totalizzando oltre 2100 post dei blogger. Fra questi le opinioni sono apparse discordi. Certuni hanno negato categoricamente  la tesi della responsabilità del NKVD (la versione di Goebbels, basata sul fatto che a dare notizia della strage di Katyn furono i nazisti).  Neanche fra coloro che hanno ammesso questa responsabilità c'è stata uniformità di opinione. Ma se fra i blogger c'è chi ha dichiarato che “Katyń” sarebbe stato “pensato per il mercato [13]” [ru] con finalità “anti-sovietiche”, “troppo caratterizzato [14]” [ru] e “fatto su misura [15]” [ru],  il sentimento prevalente, nella blogosfera russa, è stato di profonda commozione.

Molti blogger hanno giudicato fantasiosa la tesi della russofobia [16] [it] sottostante del film. kir_mgd [17] [ru], fra gli altri, ha scritto:

Я, честно говоря, не воспринял фильм как русофобский хоть в какой-то мере.Что-то там действительно трафаретно и прямолинейно(флаг на портянки),но не примитивно и злопамятно. Впечатление очень сильное производит.

A me veramente il film non è sembrato per niente russofobico.  Qualche luogo comune, certo, e fin troppo esplicito (come strappare la bandiera per ricavarne dei calzini), ma non ingenuo, né rancoroso. Mi ha colpito  moltissimo.

E dassie2001 [18] [ru], moderatore della community rukatyn [19] [ru], ha scritto [20] [ru]:

Никто другой в Польше не сделал бы НЕантироссийского (НЕрусофобского) фильма на тему Катыни. Вайде – удалось

Nessun altro in Polonia sarebbe stato in grado di realizzare un film che non fosse anti-russo (nel senso di russofobico). Wajda c'è riuscito.

A occupare maggiormente il dibattito è stata la ricerca delle ragioni dell'eccidio.  Molteplici le tesi offerte, a partire dalle più tipiche per questo genere di discussioni, come quella della  “necessità strategica,” o  della “vendetta per i 16-20,000 prigionieri di guerra sovietici caduti nei campi di concentramento polacchi nel conflitto con la Polonia [21]” [in], e poi altre ancora. L'utente di LiveJournal Yasko, per esempio, accoglie la tesi di Kosachev [22] [in, deputato della Duma di Stato dell'Assemblea Federale Russa ] della natura sanguinaria di un regime totalitario senza volto:

Совершенно гениально пан Вайда показал нам, что это работала именно машина уничтожения людей. А то, что эта машина – порождение именно западной мысли, западной цивилизации, это тема выходящая уже за пределы темы Катыни, в том ей масштабе, в котором надо было её сегодня раскрыть, что А. Вайда и сделал.

Con talento assoluto il regista Wajda ci ha mostrato che era una macchina di morte. E il fatto è che quella  macchina è figlia del pensiero occidentale, della civiltà occidentale – ma è un tema questo, che va ben al di là della  strage di Katyn nella misura in cui ci è dato oggi di esplorarla. Ed è quello che fa Wajda.
Non tutti però, accolgono la tesi della macchina di morte senza volto. Ecco ciò che scrive in proposito l'utente di LiveJurnal Maxillak [23] [ru]:

Однако, хватит врать, автор у этой “машины” безусловно есть, и он в фильме показан. “Эффективный менеджер” смотрит со стены в сцене приговора “тройки” генералу польских войск. Зачем он то делал, – не знаю.

Ma insomma, smettiamola di raccontare bugie, la macchina ha un artefice ben preciso e il film chiarisce chi è:  “Il Manager Efficace [24]” [riferendosi alla descrizione di  Stalin in un recente manuale didattico [25], in] che, nell'episodio del verdetto emesso dalla “troika” nei confronti del generale polacco, osserva dalla parete. Perché lo ha fatto? Non lo so.

Il noto critico cinematografico kinanet [26] ha anche introdotto il tema dell'umanesimo:

Подлинная опасность ленты Вайды, которой испугались в нынешней России многие перестраховщики, заключается как раз в человеческом измерении политической трагедии, не заканчивающейся выяснением всех обстоятельств случившегося в Катыньском лесу.

Мы ж привыкли поклоняться лживым кумирам, фальшивым идеалам, а главное – любить не отеческие гробы, а могилы вождей и их прихлебателей на Красной площади. И потому пребываем в тоске по прежнему величию, которое тоже было дутым, поскольку имело своей основой кровь и насилие. Так люди ли мы, человеки ли?

Il vero pericolo dei film di Wajda, pericolo temuto dai cautissimi politici russi dell'epoca, è la dimensione umana della tragedia politica, quella che non si esaurisce con le inchieste su quanto accadde nella foresta di Katyn.
Ormai siamo avvezzi a venerare falsi idoli, falsi ideali, e, soprattutto, a riverire non già la tomba dei nostri padri, ma quella dei leader della Piazza Rossa e dei loro adepti. E questo spiega perché non ne ritroviamo la grandeur, del resto sopravvalutata: perché affondava le radici nel sangue e nella violenza. E allora saremmo umani?

Sembra proprio che il fllm abbia fatto breccia. Dopo la visione, Yelena Tokareva, caporedattrice del tabloid “Stringer,” ha dichiarato pubblicamente [27] [ru] di essere dispiaciuta per le recensioni negative pubblicate dalla rivista per cui lavora.

A risentire di più dell'effetto sono stati quelli che non erano informati, se non della realtà storica, almeno della sua dimensione morale. Per dirla con As eli_prophet:

Я был приятно обрадован тем, что хоть и спустя 3 года после выхода, хоть бы и не по самому центральному каналу, но этот фильм был показан на государственном телеканале в пятницу (и не простую, а страстную пятницу), в самый прайм-тайм. Это не огромный шаг, но шаг достойный уважения. И мне кажется важным, чтобы как можно больше людей в нашей стране получили возможность посмотреть на события Второй мировой войны другими глазами, с другого ракурса.

Anche se quello è un canale di nicchia, e nonostante i tre anni ormai trascorsi dall'uscita del film, sono lieto che la TV pubblica lo abbia trasmesso in prima serata questo venerdi (non uno qualunque, ma il venerdì di Pasqua). Non sarà un passo gigantesco, ma è pur sempre un passo avanti degno di rispetto. E mi pare importante che così tante persone nel nostro Paese abbiano l'opportunità di guardare agli eventi della II Guerra Mondiale  senza paraocchi, da un'angolazione nuova.