Tailandia: materiali e reazioni dei cittadini online dopo le recenti violenze

La repressione [in] ai danni delle “camicie rosse” attuata sabato scorso [10 aprile] dai militari ha visto un’inasprirsi di violenza con l’uccisione di 21 persone e il ferimento di quasi 900. I maggiori scontri hanno avuto luogo in una strada affollata di Bangkok, fatto che ha consentito a passanti e turisti di documentare le violenze.

Militari e manifestanti si accusano a vicenda di aver usato proiettili e bombe a mano. Non sapremo mai chi sta dicendo la verità, ma i video sotto riportati ci permettono di assistere ad alcuni degli episodi più violenti dello scorso sabato.

Bangkok Pundit offre una breve descrizione [in] dei video:

Questo video (al 39° secondo) mostra una sorta di scontro a fuoco e poi un qualche tipo di ordigno esplosivo (una granata M79?) cadere in mezzo a un gruppo di soldati, che poi si ritirano….

… Un altro video in cui si possono vedere alcune persone vestite di scuro in lontananza (guardie di sicurezza dei “rossi”? o la terza mano a cui si riferiva anche Panitan [Wattanayagor, portavoce del primo ministro] ?). Almeno uno di loro ha una pistola automatica e fa fuoco (sulla base dei precedenti video che riprendono la zona) in direzione dei soldati.

Sul blog Vaitor, un turista [in]  colpito al braccio mentre documentava gli scontri, scrive:

Al momento mi è rimasto illeso solo un braccio – ovvero una mano, per scrivere – che è veramente un problema, ma qui ci sono alcune foto e video che ho ripreso oggi nei pesanti scontri tra manifestanti e polizia! Purtroppo sono stato colpito e ho il braccio destro rotto…

È stata diffusa una lista parziale delle persone uccise [in] a Bangkok. I manifestanti hanno percorso le strade di Bangkok esibendo [in] alcuni dei cadaveri come prova di fedeltà al proprio impegno per ottenere le dimissioni [in] del Primo Ministro.

FACT – Freedom Against Censorship Thailand condanna [in] tutte le principali forze politiche per la violenza scatenatasi sabato scorso:

Siete tutti da biasimare. La violenza non ha mai risolto i problemi di una società e le differenze di opinione.

Piangiamo i “rossi” caduti. Piangiamo i poliziotti e i soldati caduti. Piangiamo i passanti innocenti colpiti nel fuoco incrociato. Il loro sangue è stato versato invano. Soltanto se davvero volessimo la libertà e la democrazia il sangue tailandese significherebbe qualcosa. Ma se disponiamo solo di elezioni per scegliere un altro gruppetto di ricchi e facoltosi dinosauri, e ciò significa Pheu Thai [partito legato all'ex premier deposto Thaksin Shinawatra], le cose non cambieranno mai nella nostra amata Tailandia.

I soldati hanno semplicemente obbedito agli ordini ricevuti. Non hanno fatto fuoco su quanti avevano il comando, né hanno mirato ai politici.

I portavoce del governo ora dicono che non sono stati sparati proiettili contro i manifestanti. L'alto numero di morti e feriti, tra cui almeno due giornalisti stranieri, dimostra che sono dei bugiardi!

Jotman ritiene che le “camicie rosse” potrebbero ottenere un numero ancora maggiore di sostenitori [in] dalle province:

La causa delle “camicie rosse” è stata consacrata nel sangue. Il movimento ora ha i suoi martiri. È verosimile che le “camicie rosse” si armeranno meglio in preparazione di qualsiasi futuro confronto di piazza. Un maggior numero di sostenitori del movimento rurale di opposizione, vista la crudele brutalità dimostrata dalle forze governative verso chi aveva raggiunto la capitale tailandese dalle campagne, disgustati dalle smentite di Bangkok, è destinato unirsi al conflitto. Le tensioni all'interno delle forze armate tailandesi potrebbero portare a fratture cruciali.

Saksith Saiyasombut ritiene che le “camicie rosse” non siano più semplicemente sostenitori del deposto primo ministro Thaksin Shinawatra, perchè ora il movimento rappresenta un'ampia coalizione di forze che vogliono rovesciare [in] il sistema elitario di governo:

Il fatto trascurato da molti è che il movimento delle “camicie rosse” è ormai più che una semplice claque di Thaksin, e non solo uno strumento a disposizione di chiunque per rovesciare l'attuale governo. Si tratta di un’autentica e inevitabile forza della politica tailandese con richieste legittime, con una solida coscienza politica che sta ossessionando le élite politiche e i burocrati che non hanno saputo riconoscere il segno dei tempi. I problemi non possono essere ricondotti soltanto a Thaksin (mentre lui stesso sta cercando di promuoversi come il faro della libertà e della democrazia, quando non c'è dubbio che non lo sia) – è un fallimento collettivo!

Infine, alcune reazioni su Twitter:

gnarlykitty: @tambourinequeen C'erano cose ancora più strane. Automobili sfasciate, proiettili vaganti, ma c'erano troppe persone a curiosare.

jfxberns: Io sono per le elezioni. Penso semplicemente che protesta -> violenza -> dissoluzione -> nuovo governo -> protesta sia un ciclo che vada spezzato.

Per maggiori informazioni sulla crisi politica in Tailandia, Topic Thailand [in] ne riassume i temi principali. Varie fotografie dei violenti scontri sono disponibili su Pantip [thai] e Nation’s State [in].

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