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Cina: crescono progetti e tecnologie mirati a incrementare trasparenza e partecipazione

Categorie: Asia orientale, Cina, Citizen Media, Cyber-attivismo, Governance, Tecnologia, Technology for Transparency Network

In Cina, la trasparenza, la responsabilità e l'impegno civico sono tutte questioni “politicamente sensibili”. La radice della tensione può essere fatta risalire alla Grande Rivoluzione Culturale [1] [it], quando alla gente s'mponeva di dire quello che il governo, o più esattamente, il Partito Comunista cinese [2] [it] (PCC), si aspettava di sentire. Quanti esprimevano realmente il proprio pensiero, o mettevano in dubbio gli atti del PCC, venivano spesso imprigionati o peggio.

In Cina, dopo il periodo di riforma economica iniziato nel 1978 [3] [in], la riforma politica e la libertà d'espressione sono state rimesse al centro dell'agenda nazionale. Nel 1987, il 13esimo Congresso Nazionale del Partito Comunista cinese [4] [in] ha introdotto l'idea della “supervisione dell'opinione pubblica,” e ha sottolineato che “le persone devono essere a conoscenza delle situazioni più importanti e che le questioni più importanti devo essere discusse dalle persone.” (Wu Guoguang, 1997) L'enfasi sulla trasparenza politica ha raggiunto il suo picco storico nella storia cinese moderna.

Nel 1989 il noto episodio di Piazza Tiananmen [5] [it] ha segnato un punto di svolta nella politica cinese sul controllo del discorso pubblico. Il PCC ricorse ai carri armati per “sgomberare” Piazza Tiananmen, dove centinaia di migliaia di studenti stavano manifestando per una riforma politica [5] [it] che estirpasse la corruzione politica e promuovesse la democrazia e la trasparenza. La reazione internazionale fu enorme, ma in Cina venne proibito ogni accenno all'incidente. Su Internet, parole chiave come “4 giugno”, “4.6”, e simili riferimenti a quei fatti vengono tutte automaticamente censurate sul web. Ecco perchè è abbastanza normale che i giovani oggi in Cina non abbiano la minima idea di come si siano svolte le cose.

L'articolo 44 della legge sull'Emergenza dell'agosto 2007 [6] [in] offre una piccola opportunità di miglioramento perchè non elenca restrizioni specifiche sul comportamento dei media nel caso di incidenti di emergenza, rispetto invece al passato quando le autorità ingiungevano ai media di essere “di aiuto, non causare problemi.” Inoltre, da un punto di vista legale, secondo l'articolo 41 della Costituzione cinese [7] [in], i cittadini hanno diritto non solo di sapere cosa sta effettivamente succedendo, ma possono anche “criticare e dare suggerimenti ad ogni organo o funzionario statale.” La costituzione specifica inoltre che i cittadini hanno il diritto di manifestare e protestare. Tuttavia, questi dirittti civili vengono raramente messi in pratica a causa dello stretto controllo politico attuato dal governo. In breve, l'assenza di un'istituzione indipendente per monitorare le norme che vanno contro la costituzione significa che tali clausole non vengono applicate.

Trasparenza e media tradizionali

La stampa avrebbe dovuto verificare il comportamento dello Stato. Tuttavia, dopo l'incidente di Piazza Tiananmen, il sistema dei media è stato caratterizzato da uno scarso livello di autonomia, da ampi interventi governativi, da una forte continuità istituzionale e nessuna correlazione con un chiaro modello di democratizzazione (Colin Sparks, 2007). He Zhou si è riferito al ruolo dei media cinesi come “partito-impresa.” In altre parole, il ruolo dei media è passato da macchina di propaganda nell'età della Rivoluzione Culturale ad agente PR del Partito Comunista, con l'obiettivo principale di curarne l'immagine positiva. Nonostante molti giornalisti abbiano il coraggio nell'indagare storie controverse che rivelano anche lati negativi, generalmente scelgono dei temi meno controversi come la cultura del consumatore o la protezione ambientale. Non può essere toccata nessuna questione importante relativa alla responsabilità politica e nemmeno al processo elettorale  (Zhou He, 2006). Il Partito, attraverso il Dipartimento centrale di propaganda [8] [in] e le sue filiali locali a tutti i livelli, controlla ancora nel dettaglio il contenuto prodotto dai mass media. Si rende pubblica la sfiducia contro il governo, ma non c'è ancora modo per i cittadini di dissentire. In poche parole, la priorità del PCC è “mantenere una società stabile.” Ogni sfida da parte dei cittadini viene sostanzialmente “armonizzata,” o filtrata, per evitarne la diffusione. Dato che i cittadini non possono ricevere informazioni reali e in modo tempestivo dai mass media tradizionali, i nuovi media sono diventati sempre più importanti in Cina.

Trasparenza e nuovi media

Negli ultimi anni la partecipazione e la comunicazione, due aspetti base della trasparenza, sono cresciute e hanno conquistato spazio nelle piattaforme dei nuovi media (Yang Guobin, 2009). La forma primaria di partecipazione dei netizen è la protesta e il dissenso online, più comunemente sotto forma di risposta nei commenti e minacce nei forum. Ci sono volte in cui le attività online vengono accompagnate da iniziative offline. Contando sulla piattaforma online della comunità, questi tipi di attività sono spontanee e poco organizzate, ma possono influenzare non solo i discorsi online, ma anche discorsi pubblici offline e politiche di governo. Anche vari problemi sociali, come il sempre più ampio divario tra ricchi e poveri, la corruzione, l'inquinamento ambientale, i cambiamenti nei valori culturali, etc. sono riflessi nelle discussioni online (Yang-Guobin, 2000). L'ascesa di una classe media urbana è particolarmente importante nel nuovo attivismo online. La classe media urbana è più sicura di sé nell'ambito culturale, ed ha più fiducia nei media nazionali che internazionali rispetto alla classe operaria (Du Junfei, Wen Yunchao, 1999). Questa scoperta è riflessa anche nei casi studio di progetti di tecnologia per la trasparenza che ho documentato qui di seguito: tre dei quattro fondatori di tali progetti hanno studiato all'estero (inclusa Hong Kong), e uno di loro è senior manager in un'azienda informatica.

Dall'altra parte, i nuovi media offrono ai netizen nuovi canali per superare la censura del governo sull'informazione, permettendo così ai netizen cinesi di sentire altre voci oltre a quelle del “partito-impresa” (Hu Yong, 2008). Online è difficile tracciare una linea tra la sfera pubblica e quella privata. Tuttavia, in Cina, una nazione con una sfera pubblica sottosviluppata, Internet ha avuto un grande impatto nell'infrangere il il monopolio dell'informazione, creando uno spazio per altre voci. Nessun medium può cambiare radicate posizioni anti-democratiche nel giro di una notte, ma per molti cinesi Internet ha portato il discorso politico nella vita quotidiana dei cittadini, e in alcuni casi ha trasformato le prospettive dei cittadini verso l'informazione, la libertà e la creatività.

In risposta all'influenza di Internet, il governo ha aggiornato le sue tattiche di censura online. Motori di ricerca nazionali (Baidu) o esteri (Google) hanno confermato di filtrare i risultati di ricerca sulle informazioni personali dei leader nazionali e su parole chiave collegate a temi politici delicati. (Recentemente Google.cn è migrato ad Hong Kong [9] [in].) Nel 2009 è stato proposto un progetto per installare su ogni PC cinese un software di controllo (sui contenuti per adulti e temi politici delicati) chiamato Green Dam, Youth Escort [10] [in]. Il Grande Firewall blocca numerosi siti [11] [in] da Hong Kong, Taiwan e dall'estero che potrebbero contenere contenuti politicamente sensibili o facilitare le discussioni su determinati argomenti. Tra questi sono incluse piattaforme come YouTube, Facebook, Twitter, e nuovi siti come Apple Daily [12] [in]. Alla fine del 2009, il governo ha rilasciato una lista di siti che in Cina non hanno la “licenza” per diffondere contenuti multimediali. Innumerevoli i siti che non sono sopravissuti a questa “politica di aggiustamento” e molti blog di attivisti sono stati chiusi o cancellati dalle relative piattaforme. Si è potuto osservare che il Partito Wu Mao (50 cent) [13] [in] ha lasciato commenti patriottici su forum, blog, e nei siti. Sembra che la censura [14] [in] sia così potente da poter controllare quanto sembrava incontrollabile su Internet.

Regolamenti sulle Associazioni Civili in Cina

Per un progetto volto a promuovere la trasparenza, la responsabilità e l'impegno civico, l'avvio di organizzazioni della società civile, o ONG, dovrebbe essere il metodo più efficace per dare inizio all'operazione. Tuttavia, in Cina, tali organizzazioni sono un tabù. Tra la Riforma della Cina nel 1978 e il movimento studentesco nel 1989, non ci sono state nè politiche legali nè strutture ufficiali destinate a regolamentare le entità della società civile in Cina. Tuttavia, all'apice del movimento studentesco nel 1989, il governo ha iniziato a considerare la creazione di un sistema normativo per regolare tali organizzazioni. Il Ministro degli Affari Civili [15] [in] è stato nominato responsabile amministrativo delle entità civili e NPO (Organizzazioni Non Profit). A queste organizzazioni, o associazioni, veniva richiesto di registrarsi, e non potevano effettuare la registrazione presso il Ministero a meno non fossero sotto supervisione da parte del governo o delle agenzie del partito.

Nel 1996, Jiang Zemin [16] [in] ha rafforzato il sistema introducendo norme più dettagliate e d'ampio raggio. Molte regole che governano le ONG derivavano da discorsi tenuti da alti funzionari o da discorsi e documenti non pubblicati, di cui i responsabili delle stesse ONG non sapevano nulla. Nel 1998, l'Ufficio Centrale del PCC e il Ministro degli Affari hanno emanato un documento comune dove si richiedeva a ogni associazione civile con tre o più membri del PCC di iscriversi a una filiale del partito che ne supervisionasse il comportamento politico. Di conseguenza, la maggior parte dei progetti su Internet furono organizzati in modo vago e poterono essere facilmente dichiarati “illegali” dal governo e infine chiusi.

Trasparenza a Hong Kong

Il caso di Hong Kong riflette la restrizione della sfera pubblica dopo il suo “ritorno” in Cina. Hong Kong era divenuto un rifugio sicuro per un gran numero di rifugiati politici provenienti dalla Cina continentale, e il Regno Unito aveva garantito la libertà dei media quando Hong Kong era una colonia britannica. Tuttavia, il trasferimento della sovranità ha portato due tendenze anti-democratiche. La prima è stata il trasferimento della proprietà e della gestione dell'informazione. Molti professionisti della classe media si sono trasferiti all'estero prima di ritornare. I capitalisti pro-Pechino hanno acquistato molte pubblicazioni critiche per poi chiuderle. Anche capitalisti internazionali e capitalisti cinesi all'estero, con cospicui investimenti nella Cina continentale, hanno acquistato parecchi dei principali gruppi mediatici. Questo porta alla seconda tendenza anti-democratica: autocensura e bancarotta morale. Pechino controlla le nuove fonti dalla terraferma e può decidere le testate a cui affidare le notizie. Inoltre, i direttori di numerosi gruppi mediatici di Hong Kong hanno una stretta relazione con Pechino (alcuni di loro sono addirittura membri della Conferenza Consultiva Politica del popolo cinese), e richiedono ai loro dipendenti di auto-censurare volontariamente le loro critiche contro Pechino. In conclusione, la trasparenza a Hong Kong è stata messa a repentaglio per ragioni economico-politiche, ma possiede un'eredità maggiore rispetto alla Cina continentale per quanto riguarda le critiche e il giornalismo watchdog, e i media godono di una maggiore autonomia su questioni locali e internazionali (Lee Chin Chuan, 2003).

I casi di studio

Incenerimento dei rifiuti e Protezione Ambientale [17] [in]:

Questo caso di studio riguarda la comunità di un forum chiamato Jiang-Wai-Jiang, piattaforma per protestare contro la costruzione di un inceneritore di rifiuti a Guangzhou, Cina. Si è parlato della costruzione di inceneritori di rifiuti non solo a Guangzhou, ma anche in altre grandi città in Cina. Alla fine, a causa della forte opposizione della comunità, il governo ha sospeso il progetto. Tuttavia, appena sparita la minaccia di inquinamento, la maggior parte dei membri della comunità sul forum è tornata nel silenzio. Dal punto di vista di un ricercatore, la collaborazione con altri movimenti opposti alla costruzione di inceneritori di rifiuti diminuirebbe i rischi futuri per Jiang-Wai-Jiang.

Inmediahk [18] [in]:

Inmediahk ha influenzato molte tra le maggiori questioni politiche a Hong Kong, diffondendo sul sito informazioni ricavate da indagini indipendenti. Punta a superare il problema della restrizione della sfera pubblica di Hong Kong dopo il passaggio di sovranità alla Cina continentale. Il suo obiettivo è proteggere la libertà di parola ad Hong Kong. Riguardo il recente problema della ferrovia ad alta velocità, ha pubblicato una serie di perspicaci post che hanno attratto decina di migliaia di persone, e si è fatto difensore della comunità maggiormente colpita, il villaggio Choi Yuen. Nonostante tale villaggio sia ancora destinato ad essere smantellato, i suoi abitanti sono stati risarciti in misura maggiore. Il sito ha altresì destato l'attenzione pubblica riguardo il lato negativo del progetto. Circa 10.000 persone hanno partecipato alla protesta per sostenere il Villaggio Choi Yuen e per manifestare contro la costruzione della ferrovia ad alta velocità. Inmediahk si è rivelato un modello maturo e salutare, oltre che indipendente, di impegno civico online. È un peccato che il sistema sociale nella Cina continentale non abbia ancora preso esempio da un tale modello.

Indagine sugli studenti vittime del terremoto [19] [in]:

Nel terremoto di Sichuan nel 2008 sono morti migliaia di studenti. Mentre il pubblico piangeva per questa perdita, Ai Weiwei, famoso blogger cinese, si accorse che il governo non aveva mai rilasciato i nomi esatti degli studenti deceduti. Ha fatto centinaia di telefonate per ricevere informazioni a tutti i livelli governativi, ma nessuno è stato in grado di fornirgli un elenco preciso. Di conseguenza, ha organizzato un piccolo gruppo per condurre un'indagine cittadina per compilare la lista con i nomi degli studenti morti. Ma l'indagine ha incontrato impedimenti a ogni livello governativo nella Provincia di Sichuan. Il gruppo è stato minacciato, interrogato, e, a volte, picchiato. Tutti i nomi e i rapporti pubblicati da Ai Weiwei sui suoi blog sono stati cancellati dal governo. Si è ampiamente sospettato che la corruzione del governo nei progetti di costruzione delle scuole sia stato il motivo principale per il crollo di così tanti edifici scolastici.   Alla fine, è riuscito a pubblicare l’ “Elenco di Ai Weiwei” con informazioni base come nomi, scuola, classe, età, etc. Tuttavia, il progetto ha avuto pesanti ripercussioni sulla notorietà di Ai Weiwei e la sua stessa sicurezza è stata spesso minacciata. Questa società ha bisogno di altre persone come Ai Weiwei, che non hanno paura di affrontare il governo e che hanno il coraggio di rendere pubbliche certe responsabilità. Non possiamo più permetterci di perdere cittadini come Ai Weiwei.

Freemoren [20] [in]:

Free More News (FMN) è stato fondato nel settembre 2007 e da allora è diventato una delle testate online più affidabili per gli utenti internet cinesi (al contrario di quelle controllate dal governo). Specialmente da marzo 2009, l'uso di Twitter e altre piattaforme Web 2.0 ha permesso a FMN di superare alcune barricate poste dai censori del governo cinese per riportare ciò che accade di importante in Cina, come per esempio i disordini a Xinjiang, la protesta di massa a Shishou, la manifestazione a Hong Kong del primo luglio, la protesta a Guangzhou contro la costruzione dell'inceneritore di rifiuti, e così via. Esso rappresenta l'emergente potere civile delle “tartarughe marine” (in Cinese il termine ha la stessa pronuncia di “ritorno dall'estero”) nella Cina moderna. Tuttavia il progetto si basa soprattutto su un lavoro volontario, che potrebbe causare declini e divenire un ostacolo alla sostenibilità. Lavorare su un modello di sostenibilità alla fine permetterà loro di concentrarsi di più sugli obiettivi prescelti come fonte indipendente di notizie e informazioni.

Conclusioni e raccomandazioni

I quattro casi che ho selezionato fanno ricorso a diverse tecnologie attualmente di ampio utilizzo  in Cina: forum, siti, blog e micro-blog. Tutti i progetti della Cina continentale sono vulnerabili quando devono affrontare la potente censura governativa. Tali progetti riflettono il potere emergente della classe media e l'influenza democratica proveniente dall'estero. Dalle osservazioni condotte sopra, dobbiamo renderci conto che la democratizzazione in Cina è un processo lungo. Sebbene la Cina stia attraversando un cambiamento fondamentale su come le informazioni vengono diffuse e controllate, il potere con cui il sistema sociale della Cina regola la comunicazione in rete e l'adozione di tecnologie non deve essere sottovalutato.

Bibliografia:

Lindsay Stirton and Martin Lodge, “Transparency Mechanisms Building Publicness into Public Services,” 2001, 477-478

Colin Sparks, Media system in transition: Poland, Russia, China, Paper presented at the annual meeting of the International Communication Association, TBA, San Francisco, CA, May 23, 2007

《中國猛博 ─ 新媒體時代的民間話語力量》 主編:陳婉瑩、錢鋼 , 編著:翟明磊 , 出版社:天地圖書有限公司 , 出版日期:2009年9月

Zhou He,”Chinese Communist Party Press in a Tug of War: A Political Economy Analysis of the Shenzhen Special Zone Daily”,in Power ,Money and Media,112-51, 2006

政治经济学的悖论:中港台传媒与民主变革的交光互影 李金铨 原载《二十一世纪》二○○三年六月号

Wu Guoguang, “Zhaoziyang and the Politic Reform”, Jul 1997, Parcific Century Press

Lidan Chen, Open Information System and crisis communication in China, 2006

Yang Guobin, Of Sympathy and Play: Emotional Mobilization in Online Collective Action, the Chinese Journal of Communication and Society, 2009

Yang, Guobin, The Power of the Internet in China. Citizen Activism online. Columbia University Press. 29, 2000

Du Junfei, The Communication Characteristics of the Middle Class in China; Wen Yunchao, Our Will is Optimistic: The opportunities of China’s alternative communication are in a tight conner, Jounalism Study, 99, 241-264

Hu Yong, The Rising Cacophony, personal expression and Public Discussion in the Internet Age, 2008