A quattro giorni dallo stato di emergenza imposto nella capitale giamaicana, la situazione va facendosi più chiara, non solo in termini statistici [1] [in, come tutti i link che seguono], ma anche per la comprensione della catena di eventi che ha portato all’attuale situazione di stallo [2].
Il blogger emigrato Geoffrey Philp [3] si è sentito riportare al 1979, quando lasciò la Giamaica “perché la mamma era preoccupata per l’aumento della violenza e gli stretti legami tra paramilitari e politici”:
Se solo potesse vederci adesso.
Le stesse condizioni che avevano portato alla guerra civile non dichiarata negli anni Settanta hanno condotto alla completa chiusura del cerchio [4]. Le origini dell’attuale crisi giamaicana vanno cercate in una miscuglio di povertà urbana e ambizione politica, ma si estendono anche alla “fame” degli Stati Uniti per le droghe. La cattura di un “don-dadda” [5] o la sostituzione di un politico sarà però soltanto una soluzione-tampone rispetto a un problema più ampio che può essere risolto solo dai giamaicani. Per la Giamaica.
Come ci sfidava il fratello Bob [Marley] nella canzone “Exodus”: “Apri gli occhi e guardati dentro / Sei soddisfatto della vita che stai vivendo?”
Dobbiamo trovare una risposta a questa domanda. Subito.
Ieri la città era ancora troppo coinvolta in questa difficile situazione per mostrarsi recettiva. Stunner [7] riporta:
È il terzo giorno dalla dichiarazione dello stato d'emergenza per le città di Kingston e S. Andrew, e da allora la violenza, la tensione e il confronto tra le forze di sicurezza e i sostenitori di ‘Dudus’ ha portato soltanto all'aumento del numero delle vittime. Lunedì la polizia e le forze militari congiunte si sono aperte un varco nel presidio ai Giardini di Tivoli, fortificato e ben difeso, per essere accolte dal fuoco pesante di chi difendeva la roccaforte del padrino, ora definita da alcuni come Repubblica di Tivoli. In realtà gli scontri a fuoco non si sono limitati solo a quell'area, e ieri sembrava che l'intera Kingston fosse travolta da questa guerra tra criminali ed esercito.
Mentre infuria la battaglia e le forze di sicurezza combattono per riconquistare il controllo di questi criminali molto ben attrezzati, la stabilità è ancora un obiettivo raggiungibile e la normalità un sogno perseguibile. È una dura realtà, ma in questa fase dovrà essere versato ancora più sangue e più lacrime scenderanno, in questa battaglia per imporre il controllo e arrestare il ‘presidente’ di Tivoli, il ricercato Christopher ‘Dudus’ Coke. Possiamo solo sperare che tutto finisca presto, che la città possa tornare alla frenesia della vita e che qualcosa di buono venga fuori da questa battaglia tra le forze di sicurezza e i numerosi criminali che tengono sotto assedio la capitale.
Le maggiori testate internazionali [9] hanno diffuso [10] resoconti che puntano ai presunti legami [11] tra i principali esponenti politici e ‘Dudus'; l'utente Tweeple ne ha rilanciati alcuni su Twitter [12], insieme a link di video locali su YouTube, [13] chiedendo:
@KyleMacpherson_ [14]: http://bit.ly/9vIC8x The Gleaner's Vox Pop: Come separare il crimine dalla politica? #jamaica #kingston #voxpop [15]
Alcuni non sono convinti che sia possibile raggiungere un tale risultato:
@JustSherman [16]: @MisterHarding bredren come fai a parlare di crimine e non pensare ai politici. è come parlare di diabete & non parlare della dieta [17]
@JustSherman [16]: di cosa stai parlando, alla radice ci sono i politici e viviamo nell'ignoranza se non ce ne rendiamo ancora conto [18]
@afflictedyard [19]: RT @bigblackbarry: @afflictedyard i topi torneranno sempre fuori se i buchi non vengono chiusi e la cucina resta sporca. [20]
Il governo ha risposto [21] definendo diffamatorie le affermazioni dell'emittente ABC [22]. Nel frattempo il bilancio delle vittime [23] è cresciuto [24]. @j007li [25] chiede @anniepaul [26] su Twitter:
…e questa la replica di Annie:
Poco dopo, @j007li [25] ha postato un'altra domanda, a cui @anniepaul ha risposto così:
In effetti è troppo presto per dirlo, ma i Giamaicani stanno facendo del loro meglio per tornare a una qualche normalità. Come confermano i seguenti tweet, il Calabash International Literary Festival [30], quest'anno al suo decimo anniversario, si svolgerà regolarmente:
@JustSherman [16]: @anniepaul è intervenuta a Channer ieri notte, Calabash sempre in programma [31]
@anniepaul [26]: Grande! Chissà forse la guerra sarà finita per allora @JustSherman: @anniepaul ha parlato a Channer ieri notte, Calabash sempre in programma [32]
Oggi si sono registrati altri segni [34] che le cose stanno tornando alla normalità [35]. Le sedute degli esami del CXC [Caribbean Examinations Council] [36] procederanno come stabilito [37], le barricate stradali [38] vengono rimosse e l'aeroporto di Kingston è nuovamente operativo [39]. L’Ufficio del Primo Ministro [40] ha diffuso su Twitter aggiornamenti per assicurare [41]che le cose sono sotto controllo; anche i giornalisti diffondono notizie incoraggianti:
@lauraredpath [42]: Più di 500 arrestati #Tivoli #Jamaica [43]
@jamaicaobserver [44]: 12 ricercati arresi il giorno stesso http://tinyurl.com/3yv7qgk [45]
@ChrysalisCEO [46]: Hi @alizaevybes guardate i miei ultimi 10 tweet. I criminali si arrendono; il livello di conflitto sta calando; il dip. di stato contesta il rapporto di ABC sul Primo Ministro [47]
Altri segnali ricordano tuttavia che la capitale è tuttora in stato di emergenza. @jamaicaobserver [44] ha fatto appello ai cittadini perché si rechino a donare sangue:
Donate! Le quantità di sangue sono ancora molto basse http://bit.ly/aD2kKz [48]
ma @lauraredpath [42] ha scritto che:
Anche @ChrysalisCEO [46] rilancia notizie di una certa ripresa generale a Kingston:
Saranno indubbiamente queste zone al centro del conflitto a darci la risposta su quando la Giamaica potrà effettivamente tornare alla normalità – ma secondo Chez Hsia [51], che ha fornito alcuni dei commenti più esaustivi sulla situazione, “era chiaro sin dall'inizio è che questa è una guerra. Guerra tra i paramilitari e il governo”:
Fin dall’inizio questa è stata una tragedia di misura shakespeariana, ciascuno dei protagonisti inesorabilmente in movimento verso il proprio destino. Quando gli Stati Uniti hanno tratto il dado, non c’è stata scelta per tutti i soggetti coinvolti: ogni attore, dal cittadino innocente e laborioso che vive a Tivoli, allo stesso primo ministro, si sono comportati tutti in maniera quasi predestinata. Dudus morirà: è solo una questione di quando e dove – a Tivoli, in una sparatoria, o in un carcere giamaicano, in attesa dell'estradizione, su ordine di qualche ministro che avrebbe implicato se avesse parlato. Bruce Golding si dimetterà, travolto dallo scandalo e dai pasticci dell’intera vicenda Dudus. Il civile innocente a Tivoli, che non poteva lasciare la sua comunità per sfuggire alla violenza, per paura di essere etichettato come un traditore o un vigliacco, probabilmente perderà il lavoro, e rimarrà impantanato in un circolo vizioso di povertà. Molti banditi moriranno, e i loro figli cresceranno con il senso di vendetta e l’amarezza nel cuore, pronti a morire per vendicare la morte di familiari e amici che se ne sono andati prima del tempo. L'intero Paese verrà destabilizzato, ma ciò nonostante il mondo continuerà a girare …