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Summit di GV 2010: Nomad Green per dar voce alle comunità locali

Categorie: Mongolia, Alimentazione, Ambiente, Arte & Cultura, Cyber-attivismo, Migrazioni, GV Summit 2010

(Articolo originale [1] di Muhammad Karim e tradotto da Maria Elena Marino [2])

La Mongolia [3] [it] è l'unico Paese al mondo in cui la vita nomade sussiste ancora nella sua forma originaria. Ma negli ultimi anni sono emerse pesanti problematiche derivanti dall'inquinamento atmosferico e dalle severe condizioni climatiche. Otto mesi dell'anno sono caratterizzati da neve e freddo estremo. Il fumo proveniente dai forni e dalla combustione di carbone, usato dalla gente nel tentativo di scaldarsi, è la principale causa dell'inquinamento dell'aria.

Il 50% della popolazione vive nella capitale Ulan Bator. Di conseguenza, il Paese deve trovare una soluzione verde al problema, oltre a dover affrontare il cambiamento climatico. L'anno scorso, in alcune zone, la temperatura è scesa drasticamente a -58° e sono andati persi 6,3 milioni di animali, un enorme disastro naturale ed economico.

Molte imprese estere si dedicano all'estrazione di oro [4] [in] e altre risorse naturali, distruggendo in modo permanente il territorio, alla ricerca del proprio profitto.

Inquinamento a Ulan Bator

Nomad Green [5] [in] ha l'obiettivo di far sentire la voce dei cittadini mongoli e di farne conoscere le opinioni al mondo intero. Tramite specifici workshop, offre formazione ai cittadini per il giornalismo partecipativo. Finora ha realizzato 15 workshop con la partecipazione di circa 160-180 persone, e ha informato su una varietà di temi, ad esempio sugli effetti negativi delle attività imprenditoriali minerarie sulla salute [6] [in] delle donne incinte.

Global Voices ha pubblicato alcuni articoli e post tradotti anche in tedesco e russo.