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Citizen video per tutelare i diritti umani — con qualche importante accorgimento

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Film, Istruzione

Talvolta produrre un video in difesa dei diritti umani può rivelarsi un boomerang e minacciare gli stessi diritti di quanti vi compaiono o prendono parte. Motivo per cui il progetto The Hub su WITNESS [1] [en, come tutti gli altri link] specifica alcune linee guida per la creazione di video sui diritti umani che convogli un messaggio preciso, minimizzando i rischi per le persone coinvolte.

Il post Protecting yourself, your subjects and your human rights videos on YouTube [1] (Tutela te stesso, i partecipanti e i tuoi video sui diritti umani su YouTube), curato da Sameer Padania di WITNESS e da Steve Grove di YouTube, include il seguente filmato d'animazione che specifica i passi fondamentali per abituarsi a tenere in considerazione le forme di protezione dei partecipanti prima di decidere la creazione di un video sui diritti umani.

Un elemento importante è offrire tutela a quanti compaiono nel video richiendone il consenso preventivo:

Nel passato, i produttori-video potevano controllare grosso modo la portata e l'ampiezza del proprio pubblico, ma al giorno d'oggi è meglio dare per scontato che, se un un video sui diritti umani viene diffuso online, è solo una questione di tempo prima che lo vedano anche i diretti avversari. È sempre buona norma avere il consenso informato [2] di quanti vengono ripresi. Ciò significa renderli consapevoli delle possibili conseguenze negative per la loro presenza nel video. Si possono inoltre sfumare o oscurare i volti, per ridurre la capacità degli organi governativi di scoprire l'identità o la residenza dei partecipanti. Questo fatto è importante: le autorità di Burma, ad esempio, hanno utilizzato un filmato online [3] sulle manifestazioni di protesta per identificare e arrestare alcuni attivisti.

Nel post [1], gli autori includono alcuni esempi sui come oscurare l'identità di qualcuno, legati all'impiego di tecnologia sia sofisticata (software particolare) sia di basso livello (luci dal retro, ad esempio).

Altri video di questa serie proposta da WITNESS si occupano di tematiche quali Tecniche di ripresa e uso dei cellulari, [4] Tecniche di ripresa e tutela degli intervistati [5]o anche Pubblicare e distribuire un film [6], in maniera efficace ed etica.

Un aspetto da tenere bene in mente è come creare una storia locale rilevante a livello globale: in questo video per YouTube's Project: Report [7]il poeta e scrittore Kwame Dawes illustra come far partecipi gli spettatori alla storia che si vuol raccontare:

Altri temi menzionati nel post di WITNESS riguardano la distribuzione di un filmato per la resa migliore: se puntare a un pubblico mondiale oppure se non convenga mantenere il video a livello locale e farlo vedere a personaggi chiave in grado di far qualcosa sulla specifica questione di diritti umani affrontata. Tra gli ulteriori consigli utili, evitare che i video vengano contrassegnati come inappropriati applicando tag in maniera corretta e descrizioni con il maggior contesto possibile; richiedere il consenso preventivo di tutti coloro che appaiono nel video, onde evitare che possano contrassegnarlo come inappropriato; studiare le norme locali su determinati argomenti o personaggi mostrati nel video; conoscere le regole sul copyright, in modo che il video non venga contrassegnato in base a violazioni dei diritti; e infine contattare preliminarmente YouTube per informarli sul tipo di contenuti che si sta pubblicando.

Il modo migliore per fare in modo che la gente guardi i video sui diritti umani è diffonderne il più possibile la voce: inviare una e-mail agli autori di Global Voices [8] che possono curarne un articolo, scrivere a CitizenTube [9] oppure a WITNESS [10] o ancora inviare un messaggio a tutti noi su Twitter: @citizentube [11], @witnessorg [12]o @globalvoices [13].