Giappone: minacce bloccano la proiezione del documentario “The Cove”

In seguito alle proteste dei gruppi di destra, contrari alla diffusione [en, come tutti gli altri link, tranne ove diversamente indicato] del documentario premio Oscar “The Cove” [it], tre cinema hanno deciso di non proiettare la pellicola.

Il controverso film che narra la carneficina dei delfini nella baia di Taiji, un piccolo villaggio sulla costa meridionale del Giappone che storicamente vive della pesca delle balene, sarebbe dovuto uscire nelle sale giapponesi a fine giugno.
Ma dopo le minacce telefoniche e le proteste davanti alla casa di distribuzione, due cinema di Tokio e uno di Osaka hanno deciso di non proiettarlo. Uscirà ugualmente in altre ventitré sale, ma in data ancora da definire.

Il documentario è stato duramente criticato in Giappone e bollato come “anti-giapponese” da molti, sebbene pochi abbiano avuto l'opportunità di vederlo.
La sua reputazione l’ha preceduto ed è diventato famoso come il famigerato film dove un gruppo di americani arriva in Giappone, mette nel sacco i pescatori locali e critica le tradizioni giapponesi.

Il blogger Ki ni naru nikki [ja] scrive di aver compreso i motivi della protesta.

日本人は一般的にいるかの肉を食べいないもの。。。
ザコーヴへ抗議が殺到するのも、分かります。。。
でもちょっと、見たいかな。。。ザコーヴの書籍でも読もうかな。

Posso capire chi protesta contro “The Cove”…
perché i giapponesi normalmente non mangiano carne di delfino… ma sarei curioso di vederlo…
forse leggerò il libro.
Cartellone di 'The Cove' di Christopher Carr. Licenza CC.

Cartellone di ‘The Cove’ di Christopher Carr. Licenza CC.

Finora l’unica proiezione di “The Cove” ha avuto luogo al Tokyo International Film Festival (TIFF) lo scorso novembre, nonostante l’iniziale rifiuto.
Nel film, girato con attrezzature ad alta tecnologia come videocamere nascoste ad alta definizione, gli attivisti contrari alla pesca dei delfini hanno documentato di nascosto la carneficina di questi mammiferi marini e il mercato nero della loro carne, venduta come carne di balena. Hanno inoltre posto l’attenzione sui pericoli derivanti dal mercurio contenuto nella carne di delfino; la pericolosità per la salute di questo metallo pesante è ben nota in Giappone dopo il cosidetto incidente di Minimata [it].

Il blogger di umikarahajimaru [ja], che ha assistito al film durante il TIFF, lo critica per la sua parzialità ed eccessiva drammaticità. Secondo lui, questo lo rende più un film da attivisti che un documentario giornalistico.

それはともかく、私が残念だと思うのは、太地町のことでも、この映画の作り手のことでもなくて、この映画の受け手のこと、つまり、こんな論理性もなく、具体的な論拠も証拠も示せずに、観客の情緒に訴えかけることで共感を得ようとするような、ドキュメンタリー映画とも言えないような代物を、最優秀ドキュメンタリー賞に選ぶアメリカ人が非常に多いことです。

Ciò che più critico di questo film non è il fatto che racconti ciò che succede a Taiji, né chi lo ha realizzato, bensì chi è andato a guardarlo. In altre parole, il fatto che molti americani abbiano premiato come migliore documentario un film che secondo me non si può neppure definire un documentario. Cerca di fare presa suoi sentimenti degli spettatori e conquistarsi la loro simpatia senza mostrare alcuna prova concreta e senza neanche seguire un vero filo logico.

[…]

太地町側は、『ザ・コーヴ』の上映中止に躍起になっているようですが、そういう活動は、かえって都合の悪いことを隠しているようにも見えるし、逆に、『ザ・コーヴ』を観てみたいという人を増やすことにもなるように思います。上映してみれば、「ひどい映画だ」という噂がさあーっと広まって、案外、早々に騒ぎが沈静化するということもあるかもしれません。

A quanto sembra, gli abitanti di Taiji vogliono che ‘The Cove’ venga bandito dalle sale ma, siccome potrebbe sembrare che tentino di nascondere qualcosa di negativo, ciò potrebbe sortire proprio l’effetto opposto e far crescere il numero di giapponesi interessati a vederlo. Se lasciassero perdere e il film venisse proiettato, si potrebbe diffondere la voce che è ‘un film terribile’ e tutto questo chiacchierare scomparirebbe in un batter d’occhio.


Il trailer di ‘The Cove’

Tuttavia, le azioni di minaccia degli attivisti di destra non lasceranno indifferenti i giapponesi. Alcuni ricordano che qualcosa di simile avvenne nel 2008, quando il documentario ‘YASUKUNI‘ (su Yasukuni Shrine) fu bandito in un modo simile perché bollato come ‘anti-giapponese’.

Allora, 55 intellettuali, giornalisti e registi giapponesi manifestarono la loro contrarietà alla cancellazione della proiezione. Appellandosi al principio della libertà di espressione, emisero un comunicato congiunto nel quale si dichiaravano contrari alla censura del film e mostrarono il loro appoggio ai cinema e alle persone vittime delle azioni di minaccia.

renjakudo ha pubblicato il testo del comunicato [ja] nel suo blog.

こういう事態が一般化すると、評価が分かれるような問題作というべき映画は上映できないことになってしまいます。そもそも海外では広く公開されているこの映画が、作品で描かれた当事国の日本で公開できないというのは、日本における「言論表現の自由」がいかに脆弱かを示す事柄といえましょう。

Se questi episodi diventano normali, alla fine sarà impossibile proiettare qualsiasi film controverso che potrebbe dividere l’opinione pubblica. Il fatto stesso che un film come questo, che ha trovato ampia distribuzione all’estero e che parla del Giappone, non possa essere proiettato qui, mostra quanto sia debole la ‘libertà di espressione’ in questo Paese.

Aggiornamento: il 18 giugno il documentario ha avuto online la sua ‘première’ in Giappone, grazie al sito di condivisione video Niko Niko Doga, che ha dato accesso al film ai primi 2000 utenti che si sono collegati al sito.

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