Una settimana fa gli scontri locali tra il gruppo etnico dei kirghisi e la popolazione uzbeka nella parte kirghisa della Valle di Fergana [it] si sono trasformati in un vero e proprio massacro e conseguente esodo degli uzbeki residenti in Kirghizistan [en]. Sembra che il conflitto sia stato incitato da gruppi criminali organizzati kirghisi per destabilizzare la regione e potrebbe essere collegato con gli eventi rivoluzionari avvenuti due mesi fa. Ma è evidente che, nonostante le provocazioni del crimine organizzato, il conflitto ha comunque radici più profonde.
Circondata dalle montagne, la Valle di Fergana [it], una regione densamente popolata in Asia Centrale, possiede una delle composizioni etniche più complicate del mondo. In un territorio dalle dimensioni simili a quelle della Pennsylvania (quasi 120.000 kmq.) vivono 11 milioni di persone. I confini tra le repubbliche di recente fondazione, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghizistan, sono stati letteralmente disegnati su una mappa cartacea dagli ufficiali di Stalin ai tempi sovietici, creando più problemi che soluzioni perchè hanno lasciato molte città e villaggi kirghisi nella zona uzbeka e viceversa. La povertà, l'ampia ruralità e l'alto livello di disoccupazione hanno determinato questa situazione generale.
Osh (Oš) [en], seconda città del Kirghizistan per grandezza, è un caso particolarmente complicato, visto che la maggior parte della popolazione è (era) Uzbeka. I difficili rapporti ta le popolazioni kirghise e uzbeke sono emerse durante le rivolte di Osh nel 1990 [en], avvenute in circostanze simili e conclusesi con oltre 300 morti e più di 1000 feriti.
Le informazioni su quanto avvenuto negli ultimi giorni di violenza restano ancora frammentarie, vista la scarsità di corrente elettrica in città. Tuttavia, i blogger sono riusciti a diffondere vari materiali in rete. Yelena Skochilo (nota su LJ come morrire [rus] e residente negli Stati Uniti) come già durante la rivoluzione in Kirghizistan di aprile [it], ha provato a raccogliere le magigori fonti d'informazione. Ma si è presto resa conto che le fonti credibili sono ancora troppo poche:
Эмоций просто через край, но я понимаю и разделяю страх беззащитных людей…Что известно точно: пожар в микрорайоне Черемушки и одиночные пожары по городу. Много провокаторов. Жители постоянно слышат выстрелы. Позвольте привести одну цитату, которая отражает общую картину и вы поймете, почему я не хочу вести time line. Я знаю этого человека лично и могу полагаться на его данные.
“… мне позвонил и спросил: “…, значит нам никто не поможет?”. никому не пожелю такого. я чуствовала себя как собака….я их встретила у туберкулезного диспансера. я села за руль и всем кричала. что он кыргыз. нам с трудом удалось его вывезти из этого района.по улице шли около 20 солдат, а за ними шла толпа молодых и не молодых людей кыргызской национальности. я тоже незнаю, что делать. “
“… mi ha chiamato e ha chiesto: “…quindi nessuno ci aiuterà?” Non lo augurerei a nessuno. Mi sento come un cane….li ho incontrati vicino alla clinica per la tubercolosi. Ho preso il volante e ho urlato a tutti che era un kirghiso. Siamo riusciti a portarlo fuori dal quartiere con difficoltà. Nella via c'erano circa 20 soldati e dietro di loro una folla di giovani, e non, di etnia kirghisa. Non sapevo cosa fare.”
NewEurasia.net è diventata la maggior fonte in lingua inglese a fornire immagini [en], video e ultime notizie [en] sullo sviluppo degli eventi. Mil.wms.kg ha pubblicato altre immagini [rus]. Il blogger sherboto, residente in Kirghizistan, ha pubblicato ulteriori foto [rus] degli eventi. Le agenzia di stampa ufficiali kirghise Akipress.org e Kloop.kg hanno fornito una cronologia degli eventi (disponibile qui [rus] e qui [rus]). Gli utenti del forum su diesel.elcat.kg hanno rilanciato altre foto con le folle di rifugiati [rus].
Qualche giorno dopo, le voci del conflitto sono arrivate online [en], con una varietà di commenti pro-Kirghisi e pro-Uzbeki. (Al contempo va però notata la decisa minoranza dei i siti Uzbeki, a causa delle severe norme anti-internet del Paese [en]). Parecchi siti kirghisi sono poi saltati. Anche Registan.net, noto spazio web dove si discute degli eventi, è stato temporaneamente inaccessibile, probabilmente a causa dell'eccessivo traffico dovuto ai rilanci di Digg. L'utente di YouTube saveosh, chiaramente a favore degli uzbeki, ha difuso il video di una Google Map [en] di 6 minuti. Pur essendo preziosa fonte d'informazione, il video mostra una versione ben lontana dalla neutralità.
Per aggregare i messaggi sugli eventi, su Twitter sono stati utlizzati i tag #Osh, #Uzbeks, #JA (che sta per Jalalabad, la seconda città dove sono avvenuti gli scontri) e #freekg.
AGGIORNAMENTO: Le notizie dell'ultim'ora [it] confermano ancora il caos alla frontiera tra Kirghizistan e Uzbekistan, con migliaia di persone ammassate che cercano beni di prima necessità e, soprattutto, un punto di fuga. Una vera e propria crisi umanitaria lungi dall'essere risolta, mentre sembra che siano almeno 170 le vittime [it] di quest'ultima ondata di violenze.