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Messico: aspre controversie per due uccisioni in dieci giorni al confine statunitense

Categorie: America Latina, Nord America, Messico, U.S.A., Citizen Media, Diritti umani, Etnia

I cittadini messicani sono sotto shock a causa delle impreviste morti di due messicani a seguito di due diversi episodi con le pattuglie di confine degli Stati Uniti. Questi incidenti sono avvenuti a meno di un mese di distanza: l'attacco brutale ad Anastacio Hernández [1] [sp, come tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato], un operaio messicano vissuto in California per 20 anni, avvenuto alla frontiera di San Ysidro-Tijuana [2], e l'uccisione di Sergio Adrián Hernández, 15 anni, alla frontiera tra El Paso e Ciudad Juárez [3]. La somiglianza tra queste due morti ha fornito ai citizen media nuovo materiale per valutare le azioni del governo messicano verso gli Stati Uniti in termini di immigrazione e politica estera.

Secondo il quotidiano La Jornada, [1] il 28 maggio Anastacio Hernández è stato picchiato da una pattuglia di confine  alla frontiera di San Ysidro-Tijuana, dopo cessere stato arrestato perchè prrivo dei documenti d’ immigrazione. L'operaio messicano viveva in California da 20 anni, e qui erano nati i suoi figli. La Jornada ha aggiunto [1] che circa 20 agenti della pattuglia di confine hanno utilizzato sia forza fisica che taser contro l'uomo, provocandone la morte cerebrale; il giorno seguente Anastacio è deceduto.

Il brutale attacco contro Anastacio Hernández è stato ripreso con un video-cellulare da uno studente californiano che si trovava al confine in quel momento. Il filmato è disponibile su YouTube [4]. Lo studente, che secondo CNN Mexico testimonierà in tribunale sul caso di Anastacio [5], ha detto ai giornali che l'uomo è rimasto ammanettato per tutto il tempo e non ha mai opposto resistenza agli agenti.

Confine USA-Messico. Foto di PhillipC. su Flickr, ripresa con con licenza Creative Commons (http://www.flickr.com/photos/flissphil/5883071/) [6]

Confine USA-Messico. Foto di PhillipC. su Flickr, ripresa con licenza Creative Commons

Per molti versi l'episodio di Sergio Adrián Hernández è analogo a quello di Anastacio, con l'eccezione che il ragazzo si trovava in territorio messicano quando è stato ucciso. CNN Mexico ha riportato che [7] il 7 giugno Sergio e altre tre persone hanno lanciato sassi contro gli agenti della pattuglia di confine dopo essere stati sorpresi a cercare di sgattaiolare oltre il confine. Durante lo scontro, la polizia ha sparato a Sergio alla testa, intervento da loro definito di “autodifesa”.

Alcune clip di un telegiornale [8] mostrano Sergio e qualcun altro che cercano di attraversare il confine e la risposta da parte della pattuglia di confine.

Entrambe queste morti sono un riflesso della tensione tra Messico e Stati Uniti a seguito della controversa legge sull'immigrazione S.B. 1070 [9] [en], approvata lo scorso aprile dallo stato dell'Arizona. La norma dichiara [10] [en] che, nel caso di “ragionevole sospetto” nei confronti di qualcuno che risieda illegalmente negli Stati Uniti, le forze dell'ordine devono effettuare un “ragionevole tentativo” di determinare lo status della persona in questione. Dopo molte critiche sul fatto che tale norma portasse alla schedatura razziale, il testo è stato leggermente modificato in modo che le forze dell'ordine non possano considerare la razza, il colore o la nazionalità come un fattore per l'applicazione della legge

Riflettendo su questi due scontri tra cittadini messicani e agenti della pattuglia di confine, Franz di El Arcangelino considera la relazione tra i due Paesi come una questione veramente delicata [11]:

El hecho de que los americanos estén respondiendo de esta manera nos habla de que se está radicalizando la protección fronteriza de los vecinos hasta las consecuencias más severas.

Il fatto che gli americani stiano rispondendo in questo modo, rivela che la la tutela dei confini da parrte dei nostri vicini si sta radicalizzando fino alle conseguenze più estrem.

Sebbene il governo messicano abbia condannato gli interventi che hanno portato alla morte di Anastacio e Sergio [12], richiendone  un'accurata indagine, i cittadini riconoscono che la reazione da parte dei funzionari messicani verso la questione dell'immigrazione è ancora condiscendente e debole, come rivela la critica di TRC nel suo blog [13]:

A la luz de estos indignantes acontecimientos no nos queda más que preguntarnos ¿hasta cuándo mantendrá la SRE [Secretaría de Relaciones Exteriores] una política exterior condescendiente (por no decir agachona)? ¿Cuándo se tomará una represalia pacífica pero contundente contra los EUA por los actos de racismo y discriminación que viven día a día los mexicanos de los más bajos estratos sociales que radican en la frontera norte? ¿Cuándo entenderá Patricia Espinosa [Secretaria de Relaciones Exteriores] que un “tibio” comunicado no es una reacción suficiente ante la sistemática y reiterada violación de derechos fundamentales contra mexicanos por parte del país vecino?

Alla luce di questi vergognosi eventi non ci rimane altro da fare che chiedere a noi stessi, fino a quando il Segretario degli Affari Esteri terrà una politica estera condiscendente (per non dire sottomessa)? Quando si effettuerà una rappresaglia pacifica ma convincente contro gli Stati Uniti per i loro atti di razzismo e discriminazione vissuti quotidianamente dai messicani delle sfere sociali più basse che vivono al confine del nord? Quando capirà Patricia Espinosa [Segretario degli affari esteri] che un comunicato stampa “caldo” non è abbastanza come reazione contro la sistematica e reiterata violazione da parte del paese confinante dei diritti fondamentali dei messicani?

Dall'altra parte, il blogger Daniel Muñoz ritiene che quanto accaduto a Sergio, ucciso in territorio messicano, cambi completamente le circostanze [14]nel contesto della politica estera del Messico verso gli Stati Uniti:

Creo que el gobierno mexicano debe hacer a niveles internacionales, lo que comúnmente conocemos como un “señor pancho”, si la violación a nuestra frontera y peor aún, el asesinato de un civil en suelo mexicano, no es motivo para levantar la voz, entonces resignémonos a ser el eterno patio trasero norteamericano, aquel concepto que Aguilar Zinser inventó acertadamente siendo embajador de la ONU.

Credo che il governo messicano debba “fare un putiferio” a livello internazionale; se la violazione dei nostri confini, e ancor peggio, l'uccisione di un civile in territorio messicano, non è una ragione per parlare, allora rassegnamoci a essere per sempre il giardinetto degli Stati Uniti, concetto appropriatamente creato da Aguilar Zinser quando era ambasciatore ONU.

Per il blogger Roberto di La borla del Hombligo, la morte di Sergio è un segnale [15] per tutti quei giovani potenziali vittime delle pallottole dei trafficanti di droga nel loro stesso Paese e a quelle delle pattuglia di confine dei vicini:

No, Sergio no murió cruzando la frontera, Sergio murió en su país y ahora su país tendrá que ver por él.

No, Sergio non è morto attraversando il confine, Sergio è morto nel suo paese e ora questo suo paese deve rispondere per lui.

Infine, a conferma della passione dei messicani per la parodia e l'umorismo anche nelle situazioni più difficili, l'utente di Twitter Miguel Burgos (@burdolab [16]) si è unito alla protesta in corso online sotto l'hashtag #MurderPatrol [17], riferendosi alla morte di Sergio con la parodia di un verso biblico [18]:

El que esté libre de #murderpatrol que arroje la primera piedra

Colui che è senza #murderpatrol scagli la prima pietra