Mentre il mondo seguiva gli eventi a bordo della nave turca “Freedom Flotilla” [it] diretta a Gaza, abbiamo assistito anche al deteriorarsi dei rapporti politici fra i governi turco e israeliano. La rabbia verso Israele è palpabile in Turchia, dove gli attivisti vengono accolti come eroi dalle autorità [en, come tutti gli altri link eccetto ove diversamente indicato]. Per valutare le ripercussioni degli eventi di questi giorni in Turchia bisogna porsi una domanda: sarà possibile ripristinare le relazioni turco-israeliane?
Ampliare il raggio della politica estera turca
A Istanbul la gente ha bruciato bandiere sraeliane, decine di migliaia di turisti israeliani hanno annullato le vacanze prenotate in Turchia e oggi un avvocato ha perfino cercato di scaraventare a terra un ciclista israeliano, al momento le relazioni fra quelli che un tempo erano alleati sono sprofondate a livelli mai visti da decenni.
Così scrive James in Turkey. Il sentimento e il sostegno turco alla gente di Gaza è molto forte, come si legge in questa nota su Twitter della giornalista indipendente Fredericke Geerdink:
chi vende bandiere #üsküdar di solito teneva solo quelle turche, con o senza il ritratto di atatürk, ora vende anche le bandiere palestinesi. #turkey
È importante sottolineare che la Freedom Flotilla non era sponsorizzata dal governo turco ma l’attacco alla nave di attivisti è diventato una questione nazionale. Istanbul Calling spiega le diramazioni legate alla flotilla e gli effetti sulla politica estera turca:
È evidente che la rottura fra Turchia e Israele ha radici profonde. Come ho già scritto, negli ultimi anni la Turchia ha legato i rapporti con Israele agli avvenimenti sul fronte palestinese (o, più precisamente, sul fronte di Gaza). Sebbene tecnicamente non sia una questione bilaterale fra i due Paesi, Gaza è diventata, per molti versi, il perno che determina le attuali relazioni fra Israele e Turchia. In questo senso, anche se la flotilla è stata organizzata da una ONG turca (l’islamica IHH) senza sponsorizzazioni del governo turco, ha agito su procura della politica turca.
Infatti parecchi blogger e tweeter turchi hanno chiesto al governo di Ankara di intervenire concretamente mandando navi turche per proteggere la flotilla, come si legge in questo tweet di Talk Turkey:
Perché la Turchia non manda la marina per proteggere le altre navi in viaggio verso Gaza adesso…
Processo alle intenzioni
Ci sono state reazioni molto significative all’attacco della nave attivista, che è stato percepito come qualcosa di ingiustificabile. E secondo il sito Istanbullian:
Non si giustifica l'uso delle armi contro di loro. Specialmente in acque internazionali… Per difendersi da coltelli e fionde non si spara sui civili, uccidendo perfino chi dorme. Le forze israeliane dovevano aspettare che le navi fossero nelle acque territoriali di Gaza. A quel punto dovevano obbligare le navi a invertire la rotta senza salire a bordo. Ciò che ha fatto Israele è in conflitto con il diritto internazionale e la Turchia non avrà grandi difficoltà a vincere la causa davanti al tribunale internazionale.
Idilx segnala su Twitter:
Penso che #Israele abbia creato un precedente qui. D’ora in poi siamo autorizzati a sparare su qualsiasi cosa che pensiamo possa contrabbandare armi. #flotilla
E aggiunge:
Ohhh un vagone di gelati. BAMG BANG. Ohhh un bambino di 4 anni con i pantaloni imbottiti. DEVE PER FORZA NASCONDERE UN'ARMA… bang! Idioti. #Gaza #Flotilla #Israil
Alcuni si sono interrogati sulle reazioni (e possibili risposte future) del governo Turco all’incidente della flotilla. Un rilancio da Talk Turkey:
La Turchia dichiarerà guerra a Israele? … Non è così improbabile… Tutto ciò fa parte di una “regia” superiore.
E un altro da fgeerdink:
amico turco: ‘erdogan ha diretto questa storia della #flotilla per aumentare la sua popolarità, la questione è seria #conspiracytheory #turkey
Ad ogni modo, l’inasprimento dei rapporti fa emergere anche la questione della sicurezza, da Idilx:
La #Turchia sta diventando un luogo pericoloso per gli ebrei turchi? Pare che i razzisti siano ovunque e la loro idiozia sia infinita. Si alimenta così facilmente.
Solo il tempo potrà dire cosa succederà fra Turchia e Israele. Chiudiamo questo post con le parole del blogger e giornalista The White Path che parla della diversa filosofia nei due Paesi:
Quando l'ho chiesto a un venditore israeliano qualche anno fa mi ha dato una risposta rivelatrice: “La forza”, ha risposto, “fa il diritto”. Può anche essere una teoria diffusa a Tel Aviv e nella Gerusalemme occupata ma non qui a Istanbul. Infatti il nostro credo dice che è vero il contrario: il diritto, prima o poi, fa la forza.
Le centinaia di eroi che hanno navigato fino a Gaza lo scorso week-end avevano nel cuore questa fede. Qui in Turchia, sono più di 70 milioni al loro fianco. Piangiamo i nostri morti ma sappiamo che non è stato vano. Il loro sacrificio ha svelato al mondo non solo le sofferenze degli innocenti nel ghetto di Gaza ma anche la brutalità dello stato canaglia che le impone.
Leggi le mie labbra: lo spirito non muore mai. Noi turchi continueremo a batterci per ciò che è giusto, indipendentemente dalla forza di Israele. Né le sue lobby, né le sue prevaricazioni o le uccisioni potranno cambiare qualcosa.