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Brasile: fischietti gialli contro la fame nel mondo

Categorie: America Latina, Brasile, Alimentazione, Ambiente, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Economia & Business, Protesta
Il fischietto della campagna 1billionhungry. Foto usata con autorizzazione. [1]

I fischietti usati per la campagna 1billionhungry

Il primo luglio è stata ufficialmente lanciata in Brasile la campagna 1billionhungry [2] [en] (un miliardo di persone soffre di fame cronica, in Italia è partita a maggio). Lo scopo di questa iniziativa è di fare pressione sui politici per sconfiggere la fame. Sponsorizzata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, FAO [3] [en], questa campagna globale si avvale dei social media e degli strumenti della rete per attirare l’attenzione di tutti sul problema della fame nel mondo. Il simbolo della campagna è un fischietto giallo, usato dai sostenitori della causa per attirare l'attenzione.

Molti blogger brasiliani, come alinemenezes [5] [pt, come tutti gli altri link, salvo ove diversamente indicato] hanno rilanciato il comunicato diffuso dalla FAO, ma guardando meglio emergono anche riflessioni più elaborate. Non tutti i commenti riguardano direttamente la campagna 1billionhungry, ma sono ugualmente utili per avere una visione d’insieme e cogliere il pensiero dei blogger sulla tema della fame nel mondo.

Messias Martins [6] menziona alcuni dati statistici e si pone una domanda:

Para você ter uma idéia o Brasil é o 4º maior país em produção de alimentos no mundo. O Brasil é o 6º país no mundo em subnutrição. Para onde vai tanta comida?

Per farvi un’idea, il Brasile è il quarto produttore mondiale di alimenti. Ma è il sesto Paese più sottonutrito. Dove va a finire tutto questo cibo?

Wilke Lima [7] cita Josette Sheeran, Direttore esecutivo del Programma alimentare delle Nazioni Unite, secondo la quale:

Um mundo faminto é um mundo perigoso…. sem comida as pessoas tem apenas três opções: fazer protestos violentos, emigrar ou morrer. Nenhuma dessas opções é aceitável

Un mondo affamato è un mondo pericoloso…senza cibo la gente ha solo tre opzioni: protestare in modo violento, emigrare o morire. Nessuna di queste tre è accettabile.

Wilke Lima sostiene che le nazioni probabilmente sanno cosa occorre fare per sconfiggere la fame, ma:

É mais cômodo e mais seguro responsabilizar o crescimento populacional, a preguiça do pobre ou ainda as adversidades do meio natural como causas da miséria e da fome.

È più comodo e sicuro attribuire la colpa della miseria e della fame alla crescita della popolazione, alla pigrizia dei poveri o addirittura alle avversità ambientali.

Zelmar Guiotto [8] e Socialismo e Democracia [9] hanno pubblicato sui loro blog un articolo della rivista Carta Maior che presenta un’intervista con l’ingegnere agronomo francese Marcel Mazoyer, il quale sostiene:

A falta de alimentos para grande parte da população é fruto de um processo histórico de desenvolvimento agrícola desigual e não pode ser resolvida com o simples aumento da produção(…) a parcela da população global que tem menos acesso aos alimentos é justamente a dos camponeses.

Per gran parte della popolazione la scarsità di cibo è il frutto di un processo storico di sviluppo agricolo iniquo e non può essere risolta aumentando semplicemente la produzione (…) La fascia di popolazione globale che ha meno accesso al cibo è proprio quella dei contadini.

Mazoyer spiega così gli effetti del mercato sull’attività agricola:

Atualmente, o mercado equilibra a oferta e demanda daqueles que podem pagar e não a oferta e a necessidade.

Al momento, il mercato bilancia l’offerta e la domanda di chi può permettersi di pagare [il cibo], non l’offerta e il bisogno.
Graffito in una strada di Porto Alegre, Brasile (2009) [10]

Graffito in una strada di Porto Alegre, Brasile (2009). Foto di Paulo Paiva, con licenza Creative Commons

Sul suo blog, Marcão Tilápia – O Pescador [11] discute alcune dati sulla povertà ed esprime la sua opinione sulla fame in Brasile:

(…) existe um conluio disfarçado de grande parte de nossa sociedade hipócrita, especialmente a de classe mais “abastada”,usando um simples exemplo: PREOCUPAÇÃO EM TRATAR BEM, ANIMAIS DE ESTIMAÇÃO, (não que eles não mereçam ) gastando seus recursos financeiros de forma exagerada,em detrimento aos seus semelhantes carentes de tudo, que poderiam simplesmente ajudar. Na defesa de seus interesses e de ponto de vista, preferem dizer que isto é tarefa do Estado ou dos políticos, afinal, para tal foram eleitos, considerando a carga tributária que lhes são impostas, cuja arrecadação, não recebe prioridade de aplicação em áreas sociais em geral.

(…) esiste un complotto perpetrato dalla maggior parte della nostra società ipocrita, soprattutto dalle classi più ricche, [dimostrabile] con un semplice esempio: si prendono cura degli animali domestici (non che non lo meritino), spendendo denaro in maniera esagerata, senza tener conto dell'aiuto che potrebbero invece dare ai propri simili. Pur di difendere interessi e punti di vista personali, preferiscono affermare che ciò è compito dello Stato o dei suoi politici, dopotutto sono stati eletti per questo, specialmente considerando il peso fiscale che devono sostenere, fondi che di solito non vengono però investiti in ambito sociale.

Earthlingorgeous [12] [en] dichiara chiaramente che il problema va ben oltre quello di non avere abbastanza da mangiare:

La maggior parte della gente ritiene che soffrire di malnutrizione significhi non avere abbastanza da mangiare. Ma spesso il problema per questo miliardo di affamati è l’insufficiente apporto di minerali e vitamine, necessari per il benessere fisico e mentale.

Kale [13] [en] esprime il concetto in un altro modo:

Secondo la FAO sono 1,02 miliardi le persone affamate, ma questa stima tiene conto solo dei sottonutriti, non dei milioni di individui “malnutriti”, coloro che pur avendo di che nutrirsi non seguono una dieta completa.

Secondo Jacques Diouf, Direttore generale della FAO, un individuo affamato è un individuo arrabbiato. La campagna 1billionhungry è promossa dai video-messaggi dell’attore Jeremy Irons, che afferma di essere “mad as hell [14]” [furioso] perché un miliardo di persone sono affette da fame cronica. Guarda questo video [15] [en] e capirai perché il direttore della FAO è altrettanto arrabbiato.

Non sempre la società consapevole su come agire. Fermiamo il razzismo, fermiamo la guerra, fermiamo la fame… Sono tante le questioni da risolvere e altrettanto numerose le possibilità per operare a beneficio della comunità: tramite i blog, il volontariato, le donazioni. Grazie alle nuove tecnologie si diffondono sempre più le petizioni online, un altro modo per dare il proprio contributo. Le petizioni, che si affiancano alla tradizionale attività porta a porta e alle manifestazioni pubbliche [16] [nel video la dimostrazione dei dipendenti della FAO a Roma], vanno oggi raggiungendo portata globale. Uno degli aspetti chiave della campagna 1billionhungry è la facilità con cui si può partecipare: basta compilare un modulo online. Oltre che sulla strategia comunicativa, il progetto può anche contare su un sito disponibile in diverse lingue [tra cui l’italiano], che lo rende davvero accessibile a tutti. I risultati di questa campagna potranno sicuramente fornire alla comunità online nuovi indicatori sulla partecipazione civica.