La notizia del recente assassinio di una donna [en] da parte del presunto padre del suo bambino, un giovane promettente portiere di calcio, ha ricevuto molta attenzione sulle grandi testate nazionali, scioccando il Paese per il livello di efferatezza del crimine. Contemporaneamente, l'Instituto Zangari [pt], istituzione scientifica con sede a San Paolo, ha pubblicato l'edizione 2010 della Mappa della violenza in Brasile [pt] in cui si dichiara che nel Paese, ogni giorno vengono assassinate 10 donne.
Inevitabilmente, la blogosfera ha collegato le due notizie e la condanna questi reati è diventata un argomento scottante che va ben oltre l'immagine sensazionalistica dei mezzi di comunicazione mainstream, limitatisi al crimine commesso dal calciatore.
Secondo Nilcéa Freire, ministro delle Politiche di Genere, la violenza contro le donne è di fatto un tema largamente ignorato dai media [pt]:
“Quando surgem casos, principalmente com pessoas famosas, que chegam aos jornais, é que a sociedade efetivamente se dá conta de que aquilo acontece cotidianamente e não sai nos jornais. As mulheres são violentadas, são subjugadas cotidianamente pela desigualdade”, afirmou ao ministra.
Consapevoli di ciò, le associazioni di donne, come Pão e Rosas [Pane e Rose, pt], si domandano quanti altri casi dovranno accadere, e si appellano a tutte le donne oppresse perché si organizzino nelle scuole, nei quartieri, sul posto di lavoro.
Devemos exigir abrigos para as mulheres vítimas de violência e para seus filhos e filhas subsidiados pelo Estado, mas sob controle das próprias vítimas de violência, das organizações e comissões de mulheres independentes do Estado, da patronal, da polícia e da Igreja.

Giornata internazionale della non-violenza sulle donne da Flickr, galleria fotografica di Daniela Gama, Licenza CC
I casi di violenza sulle donne sono tutt'altro che uniformati, in Brasile. Se da una parte 50 distretti superano i 10 omicidi ogni 100000 abitanti, dall'altra più della metà delle città brasiliane non registra alcun crimine. [pt] Quando si confrontano gli stati brasiliani, le discrepanze sono altrettanto sorprendenti: [pt]
Espírito Santo, o primeiro lugar no ranking, tem índices de 10,3 assassinatos de mulheres por 100 mil habitantes. No Maranhão é de 1,9 por 100 mil. “Os resultados mostram que a concentração de homicídios no Brasil é heterogênea. Fica difícil encontrar um padrão que permita explicar as causas”, afirma o pesquisador Julio Jacobo Wiaselfisz, autor do estudo.
Negli ultimi dieci anni, più di 41000 donne di tutte le classi sociali di età compresa fra i 18 e i 30 anni sono state uccise, spesso con i figli testimoni, a loro volta vittime di violenza. [pt]. La mancanza di servizi di supporto per le donne in situazioni rischiose è indicata come una delle cause di impunità per gli aggressori, nonostante la legge Maria da Penha [en] del 2006, che garantisce protezione alle donne che hanno sporto denuncia e assicura loro che gli aggressori vengano puniti. Tuttavia [pt],
a nova lei não impediu o assassinato da cabeleireira Maria Islaine de Morais, morta em janeiro diante das câmeras pelo ex-marido, alvo de oito denúncias. Nem uma série de outros casos que todos os dias ganham as manchetes dos jornais.
In realtà, molte vittime vengono uccise da parenti, mariti, fidanzati o altri uomini che possono essere stati rifiutati [pt].
São casos como negativas de fazer sexo ou de manter a relação. Em 50% das ocorrências, o motivo foi qualificado como fútil, como casos de discussões domésticas. Houve 10% de mortes por motivos passionais, ligados a ciúmes, por exemplo, e 10% relacionado ao uso ou à venda de drogas.
Le radici della violenza sono denunciate [pt] come inerenti alla misoginia che caratterizza la cultura brasiliana:
Essas novelas de violência contra a mulher estão tirando do baú toda a brutalidade contra a mulher brasileira. Expôs as vísceras dessa cultura brasileira tão machista; colocou do avesso o iceberg de uma realidade que costumamos empurrar para debaixo do tapete. Os números dessa violência são tão grande que nos assustam e nos levam a pergunta, se essas ações são de seres humanos!
Per la blogger Flávia D. [pt] le donne stesse fanno parte del problema. Spesso accettano e incarnano il ruolo delle donne nella società come sottomesse agli uomini, e frequentemente sono le prime a puntare il dito contro quelle donne che si comportano in una maniera che ritengono inappropriata, minimizzando l'azione del colpevole anche se in modo inconscio. Per Barbarelas [pt], blog dedicato alla lotta contro tutti i tipi di violenza, è necessario unire la società per porre fine a tutte le violenza commesse sulle donne.
A violência contra mulheres e meninas é algo intolerável, inaceitável, fere a consciência da humanidade, é uma violação aos direitos humanos. Afeta a saúde, reduz anos e qualidade de vida das mulheres. O Brasil, como signatário dos documentos internacionais de direitos humanos das mulheres, e tendo uma legislação nacional a ser cumprida, não pode calar-se e omitir-se. Espera-se de cada autoridade que faça sua parte. E da sociedade, do movimento de mulheres e de homens pela equidade de gênero, que protestem contra estas manifestações do atraso cultural, do machismo e da omissão.
Le donne che hanno bisogno di aiuto posso chiamare il numero gratuito 180 per denunciare qualsiasi violenza subita o negligenza da parte delle autorità riguardo le proprie denunce e casi specifici. L'informazione è stata ricavata dal blog Contra Machismo [pt] che ricorda ai lettori nel titolo del suo post che in Brasile le violenze sulle donne avvengono ancora ogni giorno.
4 commenti
Scusate la banalitá, ma la violenza, oggi, non è assolutamente una delle piaghe più terribili del mondo detto moderno e quello detto terzo mondo. Un mio amico che stava guidando in macchina con il suo principale, passando su un’autostrada che tangenziava su una grande favela, gli disse: “guardi quanta miseria”… e il suo padrone che è indiano, ha risposto: “tu non hai idea di quello che sia la vera miseria indiana.”
La violenza non è solo fuori di noi, è purtoppo dentro di noi, nella società, specie oggi che abbiamo mezzi così potenti, sono delle vere bombe a scoppio ritardato, basta vedere i film, i programmi alla TV, leggere i giornali; non solo si prepara questo “piatto deprimente” al cittadino, ai bambini che precocemente guardano internet, le play-station con programmi violenti, tutto insomma quel che ci fanno sentire e attirare l’attenzione, sono questi perversi programmi. Questo universo di sfrenata permissività ed alta tecnica, cosa può far scaturire nelle prossime generazioni, abituate fin da piccole a sentire e a dilettarsi con certi tipi di scene?
Ci si meraviglia delle donne che sono stuprate, di bimbi che sono in mano ai pedofili, della chiesa, che povera chiesa è rimasta ferma , cristalizzata nei suoi scrigni e discutibili dogmi. Oggi sappiamo in un baleno cosa succede nel mondo, specie se si tratta di una disgrazia. Il mondo di cinquanta anni fá era molto diverso sotto tanti aspetti, ma l’uomo è quasi sempre lo stesso, siamo avanzati tantissimo nella tecnologia, ma dentro siamo rimasti quasi fermi al medio evo. Io vivo in Brasile, a San Paolo e conosco una infinitesima parte delle favelas, voi non sapete cos’è vivere nellas favelas, ci sono persone a cui il governo da’ una casa nuova (chiamati Singapuras) ma molti non vogliono uscire dalle favelas: perché? Perche dovranno pagare la luce, l’acqua e le tasse, e poi ci sono quelli che dicono che sono troppo lontani dal posto di lavoro. Nonostante tutto, se voglio essere sincero, per la quantità di favelas che esiste solo a San Paolo, circa seicento, il numero di persone che ci vivono, e tentano di sbarcare il lunario onestamente, sono la maggioranza, e anche dentro questi mondi, di classe c e d, la violenza é minima. La violenza oggi é banalizzata, e purtroppo non solo quella, la condotta delle persone si è persa nella frenesia del tutto oggi e subito, abbiamo perso il senso dell’equilibrio e del buon senso, il non-sense. Per divertirci, è diventata quasi una tragedia, (vedi l’ultimo caso in Germania) dello sballo nelle nostre discoteche, questo è l’elogio alla pazzia come diceva Erasmo da Rotterdam. Ma cosa vogliamo, cosa stiamo cercando, cosi’ affannosamente? Siamo diventati sterili nell’animo, e prodighi nel consumo e questo ci tradirà. Il caos si è strutturato, e tutto ci è indifferente, dobbiamo riscoprire gli antichi ma validi esempi e insegnamenti dei nostri nonni, dei nostri padri, quando la vita si viveva con tante ristrettezze, con pochi soldi, con poco cibo, con pochi vestiti, ma con grande speranza, perciò si gioiva con quasi nulla. Sembra che la serenità venga proprio da questo…dal poco e mai dal molto.
caro fernando fancelli, hai tutta la ragione, non c’ é nessun dubbio che questo mondo d’oggi é violento al cento per cento; sarebbe come dire ai figli che non possono vedere questo film o andare lá perche é un luogo cattivo, e allo stesso tempo avere un figlio militare in guerra, o, francamente, avere l’orgasmo con la moglie soltanto dopo di “aver strappata a morte con un altro uomo” nella fantasia…. cosa pensa possiamo o dobbiamo fare, caro nuovo amico? si poi parla spagnolo, ci vediamo presto. HAI RAGIONE FERNANDO, NON C’ É DUBBIO!!!!
Gent.mo Sr. OTERO,
Non parlo lo spagnolo, ma rispondendo alla sua domanda di come possiamo agire per frenare la violenza?
Ecco a mio avviso, dobbiamo essere coscienti che la violenza può soltanto essere diminuita, mai cancellata. E se vogliamo arrivare a questo punto, dobbiamo insegnarla a livello pedagogico.
Non ci dimentichiamo, che siamo tutti parte di una struttura malandata, perciò dobbiamo combatterla fin dai primi anni di vita; è cosa lunga, ma sicura; il resto sono parole al vento.
certo, é vero, caro nuovo amico, non é possibile andare avanti con un mondo cosí