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Fiji: le nuove leggi sui media porteranno a un giornalismo migliore?

Categorie: Oceania, Fiji, Nuova Zelanda, Citizen Media, Governance, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi

Sostenendo che introdurrà maggior trasparenza nei media e un giornalismo responsabile, il governo delle Fiji ha emanato [1] [en, come tutti gli altri link] una nuova legge sull'informazione, stabilendo un codice di condotta per i giornalisti, potenziando accordi locali di proprietà e imponendo multe e pene detentive a reporter e organi di informazione che violino le linee guida.

Il decreto copre una vasta gamma di tematiche, dalla pubblicità ai bambini al controllo del contenuto delle notizie, per lo più ricomprese nella proposta di legge dello scorso aprile [2]. Appare chiaro che il governo mira a proibire ai media di diffondere notizie non considerate di interesse pubblico e nazionale, o qualsiasi notizia che crei contrasti all'interno della nazione, divisa tra la maggioranza (ca. 60% della popolazione) di locali e una vasta minoranza di etnia indiana (ca. 40%).

Il decreto istituisce un'autorità per lo sviluppo dei mezzi d'informazione, che avrà il compito di registrare e supervisionare il loro operato attraverso il Ministero dell'Informazione. Il potere di interpretare e applicare la maggior parte delle misure previste verrà affidato ad un apposito tribunale (eletto dal Presidente delle Fiji), il cui compito sarà quello di indagare sui reclami avanzati dall'autorità e dal pubblico. In caso di violazione del codice, il tribunale potrà anche apporre modifiche alle notizie, multare e condannare alla detenzione reporter, editori e proprietari.

Il governo ha lasciato praticamente invariate le regole sulla proprietà dei media già proposte ad aprile, stabilendo che tutti i direttori e il 90% degli “azionisti beneficiari” delle organizzazioni debbano essere cittadini dellle Fiji e aver trascorso tre dei precedenti sette anni nel paese, per almeno sei mesi ogni anno solare. Come puntualizzato da Aiyaz Sayed-Khaiyum, consulente legale del governo, l'ordinanza interessa direttamente il Fiji Times, il quotidiano più vecchio del paese, di proprietà della News Limited di Rupert Murdoch. La compagnia ha novanta giorni per conformarsi alle nuove regole, ha affermato Sayed-Khaiyum.

La reazione internazionale
Come era già successo per la bozza di aprile, gli osservatori internazionali hanno pubblicamente criticato la nuova legge. La Federazione Internazionale dei Giornalisti sostiene [3] che le nuove misure codificano semplicemente le disposizioni di emergenza pubblica adottate da quando il Presidente della nazione ha abrogato la Costituzione e ha conferito al governo Bainimarama un mandato di cinque anni. In una lettera al leader Frank Bainimarama, l'organizzazione Reporters Sans Frontières afferma [4] che la nuova legge “rappresenta un pericoloso passo indietro per la libertà di stampa e lo sviluppo dei media nelle Fiji.” Il blogger Crosbie Walsh afferma [5] di rendersi conto che potrebbero esserci problemi nel mettere in opera il decreto, “ma non si tratta di un documento così draconiano come i suoi critici lo vorrebbero far apparire ai lettori.”

Proprietà incrociata
“L'articolo 39 paragrafo 4 del decreto prevede che nessun individuo possa ricoprire il ruolo di direttore in più di un'organo di informazione; le istituzioni non in regola hanno 12 mesi per conformarsi ai requisiti previsti dal decreto,” scrive [6] sul suo blog Coup 4.5.

Il blog fa però notare che il leader Bainimarama è responsabile di tutte le seguenti cariche:

Primo Ministro e Ministro dei Servizi Pubblici; Carta dei Cittadini per il Cambiamento; Ministro dell'Informazione e degli Archivi; Ministro delle Finanze, della Pianificazione Nazionale e dello Zucchero; Ministro per lo Sviluppo delle Province, degli Affari Locali e Multietnici. Il dittatore è anche comandante della RFMF, le forze armate locali.

Inoltre, il portafoglio di Aiyaz Sayed-Khaiyum comprende:

Consulenza legale del Governo, Ministero della Giustizia, delle Riforme Elettorali, delle Imprese Pubbliche e Anti-corruzione, dell'Industria, del Turismo, del Commercio e delle Comunicazioni.

Coup 4.5 continua così:

Nel difendere il decreto, Sharon Smith-Jones, la responsabile della propaganda del regime, ha citato altre legislazioni simili all'estero. La differenza è che la maggior parte di queste misure sono state prese da governi eletti democraticamente e non sotto la minaccia delle armi.

In ogni caso, mentre la Smith-Jones era occupata a difendere il paragrafo sulla proprietà incrociata, lei stessa stava lavorando per ottenere altri incarichi dall'alto del suo ruolo di Vice-segretario Permanente all'Informazione, agli Archivi Nazionali e ai Servizi Bibliotecari delle Fiji.

Qual è la differenza tra la Smith-Jones, che mantiene diverse cariche, strettamente legate tra loro, e chi ha interessi acquisiti in attività incrociate?

Preoccupa [7] la situazione di Mai Life [8], un magazine culturale di cui Richard Broadbridge, che dirige anche la TV privata MaiTv [9], è uno dei proprietari, e che verrà colpito dalla nuova legge sulle proprietà incrociate.

Il blog Babasiga [10] [en] riporta:

Mai Life è un ottimo magazine d'informazione, è attivo a favore dell'area pacifica e racconta le storie di molta gente che vive alle Fiji. Vogliamo che sopravviva al paragrafo sulle proprietà incrociate del decreto…

E, naturalmente, anche i proprietari e lo staff del Fiji Times dovranno seriamente preoccuparsi del loro futuro. Non amo i monopoli e voglio che i media propongano diversi punti di vista, ma il Fiji Times è un'istituzione storica delle Fiji e un giornale di qualità. E’ ovvio che supera di gran lunga il Fiji Sun con le sue storielle di angurie e simili. Naturalmente si crea un'opportunità di scambio quando compagnie d'oltreoceano commerciano con le Fiji, ma i giornalisti sono locali, e ci lavorano circa duecento persone! I media australiani (radio, TV e giornali) si sono divertiti a criticare ciò che è successo, o che potrebbe succedere nei prossimi tre mesi. I più equilibrati giudicano desiderabile una proprietà locale con l'appoggio di investitori esteri, ma il modo per ottenere questo equilibrio è discutibile.

La vera battaglia?
Alcuni commentatori si chiedono se le nuove regole dei media renderanno più professionale il giornalismo o meno. In ogni caso, molti vedono la legge quasi come una lotta tra il governo Bainimarama e il Fiji Times, la sua nemesi. Altri pensano che si tratti di una coraggiosa istituzione che combatte per la libertà. In alcune zone, comunque, poche lacrime verranno versate se il Fiji Times dovesse cambiare rispetto ad oggi.

In un commento sul blog Fiji: The Way It Is, Was, and Can Be, Joe scrive [11]:

Adesso fa male, non è vero? I segni premonitori erano nell'aria già da tempo. Tutto ciò che si chiedeva ai media era un giornalismo onesto e imparziale. Hanno deciso di ignorare tutti (uno in particolare), e ora ne pagano il prezzo o, piuttosto, i dipendenti pagheranno il prezzo più alto. Nessuno ficca il naso negli affari di un militare. Non può essere che si dice una cosa e poi se ne fa un'altra…