Brasile: la regolamentazione delle pubblicità alimentari scatena la reazione del settore

Mi condisco. CC di Steve Snodgrass, licenza Attribution 2.0 Generic

L’Anvisa [pt], agenzia federale brasiliana che disciplina le questioni sanitarie, ha recentemente stabilito [pt] che le pubblicità di bibite e cibi ricchi di grassi saturi e insaturi, zuccheri e sodio dovranno cambiare, e il settore [alimentare] dovrà conformarsi [alle nuove norme] entro la fine del 2010.

Nei media si è generata una controversia [dovuta in particolare a] un punto della nuova regolamentazione:

-  [d'ora in poi] in tv, alla radio o sulla carta stampata i messaggi pubblicitari alimentari dovrebbero includere avvertenze [pt], simili a quelle introdotte dalle campagne contro il fumo [pt]. I prodotti ricchi di zuccheri dovranno mostrare, stampate sulla confezione, avvertenze sulla presenza eccessiva di zucchero e sui rischi relativi a obesità e carie derivanti da consumi eccessivi.

Le aziende del settore hanno reagito con veemenza: sui quotidiani sono apparsi editoriali che hanno messo in dubbio l'autorità dell'agenzia di modificare la legge federale che regola la pubblicità. Le questioni in ballo sono svariate, dal diritto dei governanti di interferire nelle vite private dei cittadini, alle caratteristiche culturali di persone abituate a consumare cibi insalubri ma molto saporiti. Nel dibattito entra anche il ruolo del governo nel promuovere l'educazione alimentare e, come sostiene lo stesso governo, il bisogno del cittadino [di ricevere] informazioni più chiare riguardo agli ingredienti degli alimenti e alle modalità con cui il cibo influisce sul corpo umano, per poi poter scegliere liberamente cosa consumare.

Le reazioni della blogosfera sono state molteplici.

Libertatum [pt] parla di un attacco alla libertà di espressione e alla libertà personale.

Matrice [pt] ci fornisce alcune informazioni per contestualizzare la notizia:

A publicidade desse grupo de alimentos contribui para a atual epidemia de sobrepeso e obesidade em crianças, que vem ocorrendo no Brasil e no mundo, o que fez com que a Organização Mundial de Saúde aprovasse, em maio deste ano, uma recomendação [en] orientando os países membros das Nações Unidas a restringirem a publicidade de alimentos direcionada a crianças.

La pubblicità di questo tipo di alimenti contribuisce all'epidemia, che coinvolge il Brasile e il mondo intero, di problemi di peso e obesità infantili. E’ per questo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità [it] ha emanato, nel maggio 2010, una raccomandazione [en] ai membri degli stati delle Nazioni Unite per regolamentare i messaggi pubblicitari di cibi destinati ai bambini.

Blog do Ronaldo [pt] mette in dubbio l'efficacia di una simile campagna contro i prodotti soggetti alla nuova legge di Anvisa.

arinelli [pt] commenta le prime mosse dell'industria di settore:

Quando a Anvisa começou a levantar o assunto diversos fabricantes de alimentos – como a Nestlé, por exemplo – começaram a manifestar, publicamente, uma nova postura acerca da publicidade infantil. Algumas empresas assinaram acordos de não-veiculação de propaganda de alimentos que fosse direcionada diretamente às crianças e prometeram uma maior cautela na divulgação de itens do universo infantil.

Quando Anvisa ha iniziato ad avanzare le sue preoccupazioni, diverse ditte alimentari – come la Nestlé – hanno cominciato a esprimere pubblicamente un nuovo atteggiamento circa la pubblicità rivolta ai bambini. Alcune aziende hanno firmato accordi con cui si impegnano ad astenersi dalla trasmissione o dalla pubblicazione di pubblicità destinate direttamente ai bambini, promettendo grande cautela nel caso i messaggi siano diretti ai più piccoli.

Leonardo Sakamoto [pt] presenta il punto di vista del settore, cercando di far emergere [le vere motivazioni di questo rifiuto]:

"People shouldn´t be afraid of their governments..." CC by Carlo Nicora.

Le persone non dovrebbero aver paura dei propri governanti. CC Carlo Nicora/Flickr licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic

Parte das empresas de publicidade e da indústria reclamam que toda essa movimentação é um atentado à liberdade de expressão. Mas, ao usar essa justificativa, o que elas acabam defendendo é o direito de ficar em silêncio para não se expor diante à sociedade. O problema é que essa omissão de informações acaba sendo um atentado contra a liberdade de escolha. Como é possível decidir se não há informação suficiente para isso nos rótulos dos produtos?

Alcune aziende e agenzie pubblicitarie lamentano che tutta questa manovra costituirebbe un attentato alla libertà di espressione. Ma in questo senso, finiscono col difendere il loro “diritto” di restare in silenzio e di evitare di smascherarsi di fronte alla società. Il problema è che omettere informazioni finisce per costituire un attacco alla libertà di scelta dei consumatori. Come può una persona scegliere, se sull'etichetta del prodotto non trova informazioni sufficienti per farlo ?

Radiomargarida [pt] fa un contrappunto alle argomentazioni giuridiche [avanzate] dal settore:

Contudo, é importante que se diga que o setor regulado não está preocupado em garantir preceitos constitucionais ou defender a Carta Magna. Quer sim impedir a Anvisa de atuar no âmbito da regulamentação da atividade publicitária, seja ela relativa a qualquer produto ou serviço. Cervejas, remédios, alimentos. Não importa. O setor regulado não quer o Poder Executivo ousando imiscuir-se nesse assunto.

Tutto considerato, è importante ribadire che il settore non si preoccupa [davvero] di garantire i diritti costituzionali, né di difendere la Costituzione. Ciò che vuole è impedire ad Anvisa una regolamentazione dell'attività pubblicitaria, di qualunque prodotto o servizio si tratti. Birra, medicinali, alimenti, è indifferente: un settore regolamentato non vuole che il potere esecutivo osi interferire nel suo campo.

La Advogado-Geral da União [AGU, pt], legale rappresentante degli interessi del governo brasiliano, manifesta la propria contrarietà alla decisione di Anvisa e, in risposta alla consultazione richiesta dal Conselho Nacional de Autorregulamentação Publicitária [CONAR, Consiglio Nazionale di Autoregolamentazione Pubblicitaria, pt], raccomanda di non applicarla fino a che non verrà analizzata nello specifico,. Di conseguenza l’ IDEC, un istituto di difesa dei diritti dei consumatori, ha fatto appello ai gruppi della società civile perché manifestassero appoggiando il regolamento sulla pubblicità alimentare [pt]. Questi sono i fatti fino ad ora; adesso settore alimentare, governo e società civile preparano le prossime mosse. I consumatori e i cittadini avranno il diritto di esprimersi in questo dibattito?

Chessboard picture. CC by paulasofiasimoes.
Un gioco complesso. CC di paulasofiasimoes/Flickr licenza Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic
Questo articolo è stato verificato da Janet Gunter [en].

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