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Giordania: il Grande Fratello online vi guarda

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Giordania, Giovani, Legge, Libertà d'espressione, Tecnologia

È un risveglio amaro quello dei netizen giordani al trapelare di notizie [1] [en] sulla condanna di Imad Al-Ash [2] [en] a due anni di reclusione per aver insultato il Re di Giordania in un messaggio chat inviato a un amico. Lo studente di ingegneria informatica sarebbe stato sottoposto a detenzione a tortura durante i cinque mesi precedenti l'udienza davanti alla Corte di sicurezza nazionale. Nel seguito riportiamo alcune reazioni dei blogger giordani.

Naseem Al Tarawnah scrive [3] [en] che l'accusa è talmente “grave che c'è poco da scherzare.”

Aggiunge il blogger:

Innanzitutto, non arriverò mai a concepire come nel ventunesimo secolo i giordani possano ancora essere portati in giudizio per lesa maestà [4] [it]: una legge talmente arcaica che dovremmo domandarci perché sia ancora in vigore in una nazione che si proclama progressista. Semmai, è fra quelle leggi che la storia internazionale ha dimostrato inutili e inefficaci. Non inibisce nessuno dall'insultare il sovrano, al contrario incoraggia i critici a farlo (come sta accadendo in Marocco), e oltretutto rafforza l'idea che viviamo in uno Stato autoritario.

Al Tarawnah prosegue:

Secondo, la Corte di sicurezza nazionale apre un procedimento giudiziario contro uno studente universitario per qualcosa che ha detto in chat? Questo non solo erode la credibilità e compromette la supposta legittimità di tale organo giudiziario, ma la stessa corte che si occupa dei processi per alto tradimento non dovrebbe prendersela con i cittadini per le loro legittime espressioni critiche ancorché offensive.

E più avanti osserva:

Terzo, lascio perdere il fatto che MSN venga evidentemente monitorato dal mukhabarat (servizi segreti [5] [en]) e ringrazio il cielo che non sono un tipo da chat.

Al Tarawnah conclude così:

Spero che questo post non sia interpretato come un suggerimento o addirittura come un'azione volta a incoraggiare i giordani a, per l'amor di Dio, insultare il Re. Caspita, credo che nessuno debba insultare nessun'altro a priori. Allo stesso tempo però, penso anche che nessuno debba essere condannato a due anni di carcere per questo motivo.

Forse l'esito più grave di tutta questa vicenda è che probabilmente confermerà le teorie di coloro che, all'interno dello Stato, vorrebbero porre dei limiti alla libertà di parola nel web.

Alcuni lettori hanno commentato prontamente sul caso e le sue ripercussioni.

Farah è furiosa all'idea che messaggi privati in chat possano essere monitorati, e dice:

Questo è quello che mi dà più fastidio. Qualcuno del governo deve fornire una spiegazione. Come si permettono? Cos'è questo, 1984 di Orwell?

Tambi aggiunge:

È scioccante. Penso che le autorità debbano rilasciare una dichiarazione, per chiarire che cosa è successo veramente. Perché, se veramente si tratta di una sentenza basata sulle registrazioni di chat…! Che Dio ci aiuti e maledica i responsabili dell'arresto.

Reem spiega che tali notizie la rendono più prudente e che manterrà le sue riflessioni offline:

Notizie simili mi fanno venir voglia di esprimere il mio pensiero fra cerchie ristrette al di fuori della Rete. Non che io abbia idee di opposizione rivoluzionaria, ma non so dove stiano i limiti e quali leggi mi proteggano. Sembra che la tecnologia in Giordania torni più utile al governo per imporre leggi del diciottesimo secolo che ai cittadini per progredire.

Nel frattempo, Monty non sembra stupirsi della situazione:

Non dovrebbe sorprendermi…che siano i vostri blog, facebook, telefoni, e-mail, twitter, MSN, skype, o qualsiasi altra cosa che fate online, sicuramente tutto è archiviato da qualche parte e verrà sicuramente additato dal primo idiota che crede abbiate passato il limite. In sostanza significa che di chi è attivo in Rete possono sapere tutto.

Quello che mi stupisce è che davvero abbiano le capacità e le risorse per tenere le nostre chat sotto controllo…così come nel resto del mondo, la rivoluzione informatica è iniziata dai servizi di sicurezza.

Infine, Thamer vuole sapere come sia possibile monitorare le chat:

Purtroppo, questo è un enorme passo indietro per il Paese. Qualcuno sa se il soggetto in questione fosse tenuto sotto controllo (non so se tecnicamente una chat di MSN possa essere monitorata localmente) o se qualcuno l'ha denunciato alle autorità per aver insultato il Re? Immagino che se stesse conversando su MSN all'interno di una chat di gruppo e un ufficiale dei servizi segreti in borghese o un informatore stesse partecipando alla conversazione, potrebbero essere stati loro a denunciarlo alle autorità. Altrimenti, spero che qualcuno con conoscenze informatiche possa illuminarci sul tema!

Altri lettori sono intervenuti affermando una versione diversa dei fatti, ovvero che Al-Ash sarebbe stato arrestato non tanto per avere insultato il Re di Giordania in chat quanto per aver pubblicato dei commenti su un sito jihadista.