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Haiti: non si ferma la violenza su donne e ragazze sfollate

Categorie: Caraibi, Haiti, Disastri, Donne & Genere, Interventi umanitari, Rifugiati, Sviluppo

A oltre sei mesi dal devastante terremoto ad Haiti, donne e ragazze continuano a subire violenza di genere, non solo per il fatto di essere state stuprate, ma anche perchè dopo le aggressioni devono fare i conti con un sistema giudiziario assente e cure mediche inadeguate.

Tendopoli ad Haiti, di Edyta Materka [1]

Tendopoli [1], di Edyta Materka [2] su licenza Creative Commons [3].

Sul blog di Ms. Magazine, Gina Ulysse ha scritto un post intitolato Rape a Part of Daily Life for Women in Haitian Relief Camps [4] [en, come tutti gli altri link], in cui segnala il rapporto dell'Istituto per la Giustizia e la Democrazia ad Haiti (IJDH [5]) e il rapporto sugli stupri [6] nei campi profughi di MADRE [7] come principali fonti di agghiaccianti statistiche sulla violenza di genere.

Molte donne e ragazze hanno perso la loro rete di supporto, come i loro padri, fratelli, mariti o fidanzati che sarebbero stati in grado di proteggerle. Inoltre, vivere appiccicati nei campi ha cancellato la loro privacy, molte di loro devono farsi la doccia in pubblico, dormire vicino a estranei o in posti dove sono più vulnerabili alle aggressioni.  Dopo che queste aggressioni sono avvenute – in molti casi si tratta di stupri di gruppo – devono affrontare ancora altre esperienze terribili: la maggior parte di loro non riesce a ricevere cure sanitarie da parte di medici donne e il sistema giudiziario è quasi inesistente, cosicchè rimangono sole ad affrontare la corruzione della polizia e il rischio di essere rese vittime per la seconda volta dalle autorità, oltre che dover portare un marchio di donne stuprate e la consapevolezza che i loro aggressori sono ancora in libertà. Ulysse scrive:

L'accesso al sistema giudiziario da parte delle donne è peggiorato. Le donne che hanno denunciato stupri – che stanno già lottando contro la stigmatizzazione e gli effetti psicologici delle aggressioni sessuali – spesso vengono prese in giro o ignorate dalla polizia. Alcune volte queste donne hanno avuto a che fare anche con la corruzione della polizia. Inoltre, questi casi non sono stati seguiti e portati in tribunale dal sistema giudiziario haitiano. Le vittime rimangono vulnerabili perchè continuano a vivere nelle stesse aree in cui sono state aggredite e i loro stupratori circolano liberamente. Parecchie donne hanno riportato di essere state stuprate più volte da quando è avvenuto il terremoto.

Alcuni mesi fa, IJDH, Partners in Health e New Media Advocacy Program hanno distribuito un video contenente le testimonianze di alcune vittime [8]. Il filmato è stato girato da Sandy Berkowitz e montato da Harriet Hirshorn.

Anche se queste donne stanno lottando per cercare di tornare alla normalità, è improbabile che la loro situazione possa migliorare dato che i campi temporanei sembrano destinati a diventare sistemazioni permanenti. [9] In gennaio, CARE USA ha intervistato il Dottor Franck Geneus [10], che coordina il programma salute di CARE ad Haiti e gli è stato chiesto quali sono le ragioni per cui nei campi c'è un maggiore rischio di stupri. Il medico ha risposto segnalando le caratteristiche che rendono i campi IDP un terreno fertile per le aggressioni: la mancanza di elettricità che lascia completamente al buio i campi durante la notte, la loro scarsa organizzazione, bagni e latrine non separati tra donne e uomini.

Anche Janet Meyers, consulente per questioni di genere per CARE, lo scorso febbraio ha espresso la propria opinione [11] su come i campi dovrebbero essere organizzati in modo da garantire alle donne più sicurezza dopo il terremoto, e ha evidenziato gli stessi problemi. Mi chiedo quanti di questi problemi rimarranno irrisolti anche in futuro e, considerato che questi campi sembrano destinati a diventare strutture permanenti, se dovremo assistere ancora a molte altre aggressioni.