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I Paesi in via di sviluppo sotto la minaccia di un fungo letale per il grano

Categorie: Africa sub-sahariana, Sudafrica, Alimentazione, Ambiente, Citizen Media, Scienza

Questo post fa parte della serie co-gestita [1] [en] dal Pulitzer Center e da Global Voices Online sul tema dell'insicurezza alimentare, rilanciata anche tramite il sito del Pulitzer Gateway to Food Insecurity [2] [en].

Continua ad aumentare il rischio derivante da un fungo mortale per il secondo raccolto più importante del mondo, il grano. Il fungo-killer, chiamato Ug99, causa una malattia che ricopre di ruggine lo stelo della pianta e può distruggere interi campi di grano.

Due nuove forme aggressive del fungo sono state scoperte [3] [en, come tutti gli altri link, eccetto dove diversamente indicato] in Sud Africa per la prima volta all'inizio dell'anno, sollevando preoccupazioni sulla loro possibile diffusione. Oltre un miliardo di persone [4] nei Paesi in via di sviluppo si affida al grano come fonte alimentare e di reddito.

Stem rust close-up

Primo piano della ruggine dello stelo in una coltura di grano (USDA/pubblico dominio)

Nel 2008 la giornalista Sharon Schmickle aveva indagato la questione per conto del Pulitzer Center, dichiarando che l’Ug99 rappresenta una grave minaccia [5] perché l'80 per cento delle varietà di grano dell'Asia e dell'Africa è suscettibile agli attacchi del fungo. Da quando il fungo è stato scoperto in Uganda nel 1999, si è esteso ai campi di Kenya, Etiopia, Yemen e Iran.

Nel corso dell’Ottava Conferenza Internazionale sul grano [6], svoltasi lo scorso giugno a San Pietroburgo, in Russia, sono stati presentati numerosi lavori scientifici sui rischi e sulle possibili soluzioni per l'Ug99, ed è stata annunciata la scoperta di due nuove forme del fungo in Sud Africa e in Kenya. In un post sul blog Philanthropy Action, Tim Ogden ha sollecitato i filantropi preoccupati per la povertà nel mondo a concentrarsi di più sull'agricoltura e sul finanziamenti scientifici, analizzando [7] le potenziali conseguenze di questa nuova scoperta:

“La nuova ruggine va diventando sempre più virulenta. Ora che è arrivata in Sudafrica, può diffondersi molto più facilmente verso il Medio Oriente e l'Asia meridionale, dove può arrivare facilmente grazie alle correnti ventose. Se la ruggine dovesse diffondersi – distruggendo fino all'80% di un raccolto di grano – gli agricoltori di tutto il mondo dovranno sostituire le varietà di grano normalmente utilizzate.”

Questa malattia non è affatto nuova. Uno dei compiti principali della Rivoluzione Verde [8] [it] degli anni 60 è stato proprio quello di tenerla sotto controllo, introducendo nuovi geni nel grano per renderlo resistente al fungo. Quando però l'Ug99 è emersa in Uganda, ha trasformato la ruggine dello stelo da una malattia in gran parte sotto controllo ad una minaccia a livello mondiale.

In un post sul blog della Federazione di Scienziati Americani, Biosecurity Blog, Allen Dodson insiste [9] su quanto sia fondamentale affrontare questa minaccia:

Sebbene le autorità siano sempre più consapevoli del pericolo degli agenti patogeni agricoli – che si tratti di insorgenze causate in modo naturale o di atti di terrorismo intenzionale e aggressivo – il rapido trasporto di prodotti alimentari tra le diverse regioni agricole e poi sui mercati, rappresenta una sfida importante per l'individuazione e la quarantena dei patogeni delle colture. Mentre la popolazione globale e le esigenze alimentari continuano a crescere, diventerà ancora più cruciale affrontare adeguatamente questa minaccia alimentare.”
Le spore dell'Ug99 sono trasportate dal vento, ma possono anche essere veicolate dai capi di abbigliamento o sulle piante stesse. Durante queste migrazioni, può anche mutare, a volte in forme più letali. Oltre alle nuove forme di Ug99 scoperte in Sudafrica, i ricercatori al convegno di giugno hanno anche annunciato due nuove varianti in Kenya. Queste quattro mutazioni di Ug99 hanno acquisito la capacità di sconfiggere due dei più importanti geni resistenti alla ruggine dello stelo.

Sul blog di politiche ambientali Red Green and Blue, Kay Sexton ha affermato [10] che questa situazione rivela quanto siano fragili le nostre risorse alimentari.

James Holland Jones, blogger e antropologo biologico ha spiegato [11] su Monkey's Uncle che questo problema mette in evidenza l'importanza della biologia evolutiva.

Commentando un articolo su Wired, un lettore dal nome “mwilk” pensa [12] che il problema della ruggine dello stelo evidenzi la necessità di una maggiore biodiversità:

Sembra una versione aggiornata della grande carestia irlandese della patata. Un altro ottimo motivo per cui è un bene conservare la diversità genetica in importanti colture agricole, e non essere troppo dipendenti da una sola coltura. Più facile a dirsi che a farsi in molti Paesi poveri, ma negli Stati Uniti abbiamo certamente le risorse per mantenere una base agricola in grado di sostenere l'attacco di questo tipo di patogeno. Se poi noi possediamo la saggezza per farlo è un'altra questione.

I funghicidi possono essere utilizzati per combattere l'Ug99, ma i piccoli agricoltori che non hanno accesso a queste sostanze chimiche rimangono vulnerabili. Così i ricercatori stanno cercando di stare un passo avanti. A giugno, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura ha lanciato [13] il sito internet Rust SPORE [14] per monitorare la diffusione dell'Ug99 e di altre ruggini del grano. I ricercatori stanno anche lavorando alla produzione di nuove varietà di grano che siano resistenti all'Ug99.

Tuttavia, Robert Winter, su Idle Thoughts of an Idle Fellow, ha scritto [15] che sia la marea nera [16] di aprile nel Golfo del Messico che la ruggine dello stelo hanno evidenziato i limiti della tecnologia:

Forse in modo poco logico, ma ultimamente continuo a mettere in discussione quest'atteggiamento verso la tecnologia e la sicurezza umana, visto la recente e crescente preoccupazione sulla diffusione del fungo del grano, l'ug99, una ruggine dello stelo che pensavamo di aver risolto grazie alla scienza, ma che invece si è evoluta in una nuova forma virulenta in Africa, diventatando una grave minaccia globale, in parte come effetto della nostra standardizzazione dei tipi di frumento. Io non sono un luddista, e in generale non ho problemi con il progresso tecnologico, ma entrambi questi casi hanno dimostrato l'inadeguatezza delle valutazioni dei rischi che usiamo quando manipoliamo gli elementi-base della vita. È importante capire i limiti della nostra conoscenza.

Eppure su di Sustainablog Steve Savage rimane ottimista, elencando [17] quattro ragioni per cui gli scienziati riusciranno a sconfiggere la ruggine dello stelo::

Scommetto che il potenziale peggiore di questa malattia in realtà non si verificherà. Non è una scommessa casuale – è in gioco la salute o addirittura la sopravvivenza di milioni di poveri in tutto il mondo. Ad alcuni dei miei amici che si occupano della genetica del grano potrebbe non piacere quello che sto dicendo (perché hanno legittimamente bisogno di più finanziamenti), ma scommetto che ce la faranno contro ogni previsione (e otterranno anche un pò di credito per questo). Il mio ottimismo è basato sull'aver visto quello che un importanti gruppo di scienziati chiamati “manipolatori di piante” sono stati in grado di ottenere in passato … Riusciranno a fare del loro meglio per proteggere la disponibilità futura di cibo? Sì, ce la faranno.