Kenya: “è arrivata anche per noi l'ora del cambiamento”.

Il Kenya ha deciso [en, come tutti gli altri link]. I cittadini hanno votato in maggioranza per il “Sì” in occasione del referendum sulla nuova Costituzione, e anche i leader dello schieramento del “No” hanno ammesso la sconfitta.

I blogger locali stanno ora festeggiando questo momento epocale della storia del loro Paese. Ecco alcuni dei commenti apparsi negli ultimi giorni nella blogosfera keniota.

Rafiki Kenya osserva che la Costituzione appena approvata è probabilmente una delle migliori di tutto il continente africano e dà inoltre a tutti il “benvenuto in Kenya, versione 2.0!”:

Oggi i kenioti hanno approvato la nuova Costituzione con un voto che rappresenta una pietra miliare per il Paese. Grazie, miei compatrioti! E benvenuti in Kenya, versione 2.0! Questa nuova Costituzione – probabilmente una delle migliori in Africa, se non la migliore in assoluto – sta ridefinendo l'identità del Kenya, ed è un momento storico che segnala un nuovo inizio per il Paese con l'economia più vivace di tutta l'Africa orientale. Il vento del cambiamento ha soffiato sull'intero territorio, e tutti noi dovremmo essere pronti a contribuire alla creazione di una grande nazione, che sia d'esempio per il resto dell'Africa, in grado di ricoprire un ruolo importante e di ottenere il rispetto del resto del mondo. Come dice l'inno dei mondiali, l'ora cambiamento è arrivato anche per noi.

Ken Opalo analizza la distribuzione dei voti:

In tutte le province, tranne che nella Rift Valley e nell'Eastern Province, i cittadini hanno votato per lo più a favore del documento. Nella Rift Valley si è riscontrata l'opposizione più forte alla nuova Costituzione, con un 62% di voti contrari. Questo risultato era però previsto, vista la decisa campagna contro il documento portata avanti dai massimi esponenti politici della regione, il Ministro William Ruto e l'ex-presidente Moi. Nell’ Eastern Province il vice-presidente Kalonzo Musyoka era rimasto da solo dopo un deciso aumento dei sostenitori del “No” nella zona di sua competenza. Il vice-presidente era a favore del documento, ma ha dovuto affrontare l'opposizione di politici locali che sembravano aver le prove che Musyoka non avrebbe avuto tanta influenza a livello regionale quanta ne aveva fatta credere. Vista l'alta regionalizzazione della politica keniota, i pochi voti ottenuti in casa da Musyoka potrebbero avere interessanti implicazioni per il dopo-Kibaki.

Molto interessante sarà anche l'analisi degli insuccessi dei singoli deputati nell'influenzare il voto nelle proprie circoscrizioni elettorali. Purtroppo, al di fuori di Nairobi e altri grandi centri urbani, la maggior parte degli elettori non ha votato per la Costituzione considerando i vantaggi che questa potrebbe apportare loro, ma ha piuttosto seguito il parere dei rappresentanti locali, o quello degli oppositori. L'esempio più eclatante di questa tendenza si è avuto nella North Eastern Province, dove una buona parte degli elettori è andata alle urne aspettandosi di votare per le elezioni politiche. Potrebbe quindi essere ora per il governo di donare delle radio alle famiglie dell'arido nord del paese, così da evitare malintesi di questo tipo.

Nelle sue osservazioni iniziali sul referendum Chris fa notare che “l'approvazione della nuova Costituzione non è la fine del nostro percorso. E’ piuttosto l'inizio del lungo cammino verso la Terra Promessa”:

Gli individui senza speranza che hanno seminato bugie e usato tutti i trucchi a loro disposizione per negare ai kenioti, ormai sofferenti da lungo tempo, la cosa migliore che potesse capitare loro, sono ancora presenti e tramano nell'ombra. L'approvazione della nuova Costituzione non è quindi un punto d'arrivo, ma solo l'inizio di un lungo viaggio verso la Terra Promessa. Secondo me, il Kenya NON ha dato alla luce una nuova Costituzione, ne è solamente incinta. Grazie alle nuove tecnologie sappiamo già con precisione come sarà questo bambino, ma il futuro è ricco di disagi. Nausea mattutina e via dicendo; e poi, infine, i dolori terribili del parto. Quindi, festeggiando la vittoria del “Sì” i cittadini dovranno rafforzarsi per affrontare tutto ciò che accadrà prima ancora di poter vedere il neonato e tenerlo in braccio. Ma c'è anche una buona notizia: questa donna chiamata Kenya, rimasta sterile per decenni, è finalmente incinta! E questa è una gran bella notizia!

La carriera politica di Kalonzo Musyoka è in grande pericolo (non aveva dichiarato che si sarebbe dimesso da vice-presidente se la sua gente non avesse votato per la nuova Costituzione?). Se mettete in dubbio le mie parole, chiedetevi solo questo: che cosa offrirà Musyoka come moneta di scambio? Perché se promette a qualcuno di essere in grado di salvare Ukambani [una delle zone più disagiate del Kenya], allora con tutta probabilità sarà ridicolizzato. Secondo me, anche William Ruto, sebbene si trovi in una posizione migliore, avrà gli stessi problemi vista la rimonta del partito del “Sì” nella sua zona, nonostante gli sforzi suoi e dell'ex-presidente Moi a favore del “No”.

Secondo Abantu i veri vincitori del referendum sono i kenioti che hanno lottato per l'indipendenza:

I possibili vincitori non erano in realtà i partiti del “Sì” o del “No”, guidati da grandi personaggi come l'attuale presidente Mwai Kibaki, il suo Primo Ministro Raila Odinga e l'intera macchina dello Stato dalla parte del “Sì”, e l'ex-presidente Daniel Arap Moi, ugualmente potente, lo schietto Ministro Ruto e la Chiesa dalla parte del “No”! I veri vincitori erano i kenioti che hanno perso la vita negli ultimi quarant'anni e il cui sangue ha riscattato la nostra nazione! I vincitori erano i kenioti ancora in vita che si sono pacificamente affollati ai seggi sparsi nelle 210 circoscrizioni elettorali del territorio e hanno esercitato il loro diritto divino di votare democraticamente. I vincitori erano i cittadini sostenitori della pace che si sono inginocchiati e hanno pregato per la loro patria, e che hanno tenuto la schiena dritta rifiutando di usare la violenza!

Stamattina mi sono svegliato sentendomi più orgoglioso che mai del mio Kenya, e questo sentimento non se ne andrà tanto presto! Abbiamo fatto vedere a tutto il mondo, che si aspettava un nuovo spargimento di sangue, che il Kenya è veramente pronto ad entrare nella storia, approvando una Costituzione che persino l'America e l'Inghilterra e altri stati del “Primo Mondo” ci invidieranno!

Sue fa notare che la Chiesa ha perso potere nei confronti dei suoi seguaci:

La Chiesa è stata molto schietta nell'opporsi alla nuova Costituzione, soprattutto per quanto riguarda gli articoli sui tribunali civili islamici e sull'aborto. La battaglia si è poi ristretta al rapporto tra lo Stato e la Chiesa. Quest'ultima ha affermato che il 70% dei votanti sarebbe stato composto da Cristiani che hanno dato retta al volere divino. Ma allora qualcosa non ha funzionato: i fedeli non hanno ascoltato i preti come si pensava. Hanno letto la Costituzione e hanno deciso di dire “Sì” al documento.
Che cosa ci dice tutto questo? Forse i fedeli hanno smesso di obbedire da ignoranti, senza ragionare? I leader della Chiesa sono a conoscenza di questo cambiamento all'interno delle loro comunità? Le persone ascolteranno ancora la Chiesa per quanto riguarda le questioni politiche? Anche chi ha votato “No” l'ha fatto a seguito di una decisione politica, e non religiosa. Guardate la Rift Valley, dove hanno votato in maggioranza per il “No”. Non l'hanno fatto perché sono cristiani migliori di tutti gli altri, in grado di obbedire ai loro leader, l'hanno fatto per questioni politiche, non religiose.

M.Pesa si congratula anche con i media locali per l'energica campagna a favore della nuova Costituzione:

Ai nostri media dico “ben fatto!”, per aver condotto una campagna così forte e positiva appoggiando la nuova Costituzione. Il risultato è una grande vittoria del “Sì”, con la maggior parte della popolazione che si è espressa a favore del documento.

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