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Kenya: voto ad alta tensione per il referendum costituzionale

Categorie: Africa sub-sahariana, Kenya, Guerra & conflitti, Politica, Religione

Domani, mercoledì 4 agosto, i cittadini del Kenya andranno alle urne per il referendum sulla nuova Costituzione: il trattato sottoposto a votazione popolare è la versione finale della bozza di Costituzione Armonizzata [1] [en, come tutti gli altri link] elaborata da un comitato di esperti.

La campagna elettorale per il referendum ha coinvolto due schieramenti contrapposti [2]: quello del “Sì” guidato dal Presidente Mwai Kibaki e dal Primo Ministro Raila Odinga, e quello del “No”, appoggiato dalle Chiese cristiane [3].
Due mesi fa 6 persone sono state uccise e 75 ferite in seguito ad un'esplosione [4] verificatasi durante una manifestazione politica organizzata dal partito del “No” a Nairobi.

Ma vediamo cosa dicono i netizen a proposito del referendum. Secondo Chris [5], chi vota “No” ricade in 4 categorie:

Se vi sentite offesi da alcuni di questi motivi, sappiate che in genere è la verità a far male, specialmente quando ci si guarda allo specchio.

Chi vota “No” fa parte di una di queste 4 categorie ben definite.

1. Convertiti al Cristianesimo troppo pigri per mettersi in ginocchio a cercare Dio (perché Egli dice nel buon libro che coloro che Lo cercano Lo troveranno) e scoprire qual è il Suo volere per quanto riguarda la nuova Costituzione. Invece di farlo, seguono ciecamente cosa dicono i leader della Chiesa e smettono di pensare con le loro teste.

In ogni caso, questo gruppo voterà NO qualunque cosa gli venga detta.

2. Kenyoti che credono che, poiché la maggioranza propende per il sì, sembreranno più intelligenti e in possesso di una mente indipendente se si schiereranno contro la nuova Costituzione. Molti di loro si sono resi ridicoli interpretando male la bozza: alcuni sono certi che la nuova Costituzione abolirà l'attuale codice penale, e anche cittadini colti (avvocati inclusi) sono caduti nella trappola di interpretare la bozza ignorando il codice penale, o analizzando singole sezioni fuori dal loro contesto. Il mio messaggio a queste persone, che cercano di dimostrare a tutti che sono molto intelligenti nel capire le cose: questo NON è il momento, qui stiamo parlando di questioni di vita e di morte.

3. Scettici la cui esperienza li ha convinti che la classe politica non appoggerà MAI qualcosa che è veramente un bene per la gente comune. Ad essere onesti, anch'io sono sorpreso da come si sono evoluti i fatti, ma ora siamo sul punto di ottenere quella che a mio parere è la migliore Costituzione adottata in Africa fino ad oggi. Sono assolutamente sconcertato dall'idea che alcune persone abbiano condotto una campagna così intensa per qualcosa che li rovinerebbe per sempre. L'unico modo per spiegarlo è ipotizzare un intervento divino, motivo per cui i Cristiani dovrebbero pregare molto intensamente per non votare contro la volontà di Dio martedì.

4. Coloro che vedono rosso e si tappano le orecchie quando la parola “aborto” è menzionata, o chiudono gli occhi quando leggono qualcosa al proposito. Il mio messaggio a questo gruppo è molto semplice. Non voglio essere coinvolto in una futile discussione sulla legalità o meno dell'aborto secondo quanto contenuto nella bozza. Mi limiterò quindi a dire che l'aborto NON dovrebbe neanche comparire in una Costituzione. Anche in Israele non è presente nella Costituzione, quindi, chi si credono di essere in Kenya?

“Il Kenya è in vena di votare”, dice Lindsay [6] [NB: chi scrive è una transgender la cui nuova identità non è ancora stata riconosciuta]:

Il Kenya ha voglia di votare. Tutti noi stiamo per votare a favore o contro la nuova Costituzione. Oh, aspettate, GLI ALTRI stanno per votare. Oh no, io no. Il governo non sa neanche che esisto! Va bene, posso fare qualcosa perché le cose cambino e lo sto facendo, ma se mi avete seguito saprete che ho iniziato circa tre mesi fa! Il che significa che non posso votare SI. Intendiamoci, io faccio il tifo per la Costituzione. Ha dei lati positivi per noi. Ma io non posso votare. Ho una carta d'identità che non mi assomiglia per nulla.

Taabu ritiene che [7] il referendum modificherà radicalmente l'assetto politico del paese:

Qualunque sia l'esito del referendum della prossima settimana, il nostro panorama politico sarà profondamente modificato per sempre. Non ha importanza se Kibaki farà un rimpasto del governo, ormai la sua fine sembra segnata. E da mercoledì anche la Chiesa dovrà darsi da fare per rinnovare la sua immagine.

Il primo premio va a Moi [ex-presidente del Kenya] per aver resistito a Kibaki ricordandogli che ha tutto il diritto di cestinare la proposta di Costituzione. Per lo meno Moi ha involontariamente ammesso che avevamo bisogno di una nuova costituzione 100 giorni dopo che Kibaki è salito al potere. Ma l'aver protestato dicendo che alcune promesse non erano state mantenute lo rende oggetto di critiche di meschinità. Non è meglio avere una costituzione in meno di 3000 giorni (8 anni) che non averla del tutto dopo quasi 9000 giorni (24 anni) di rovina?

Certo, né Moi né Kibaki dovrebbero criticarsi a vicenda in pubblico. Non è consono alla loro età e alla cultura africana. Ma Moi dovrebbe tener fede alla sua promessa di dire la verità, invece di interpretare in modo selettivo la bozza per convenienza politica e personale.

Onyango scrive [8] di giovani donne che stanno spingendo per il “Sì”:

Rispetto alle 9, quando poche donne vestite di verde oziavano nel parco, un'ora dopo le cose si erano parecchio ravvivate.

Prima è arrivata una delegazione dalla costa, vivace e fiduciosa, parlando animatamente della Costituzione in Kiswahili. Poi, dalla direzione di Haile Selassie Avenue e del Railway Club, è arrivato un convoglio di mikokoteni (sì, esatto, carretti a mano!) seguito da giovani donne dalle Eastlands, splendide nelle loro t-shirt color verde Warembo! Ni YES! e accessori in tinta. Presto una bella chiazza del già di per sé verde Uhuru Park era diventata ancora più verde grazie alle decine di persone arrivate per il corteo, moltiplicatesi poi in centinaia e più.

Alle undici, il chiasso della musica proveniente da un autocarro ugualmente rivestito di striscioni verdi e carico di donne vestite di verde poteva essere udito mentre attraversava la Uhuru Highway all'altezza del Parlamento. Una ventina di giovani donne molto vivaci, alle quali sarei poi stato presentato come DJ Sasha (vero nome Benter Wasonga), si stava dando un gran daffare a esortare altre donne a presentarsi in gran numero alla manifestazione Warembo Ni YES! al Kenyatta International Conference Centre. Nel frattempo dei volontari erano occupati a distribuire volantini che riportavano una lista di 14 motivi per cui le giovani donne avrebbero dovuto votare SI, oltre ad adesivi sponsorizzati dal G10 tradotti in Kiswahili e braccialetti di plastica verde con su scritto: “Voto sì per il cambiamento”, per non dimenticare le inevitabili carte verdi per replicare alle carte rosse della campagna per il NO.

Rombo osserva che [9] la nuova Costituzione rappresenta un notevole progresso per i kenyoti. Ma …:

Ecco il trucco: La maggior parte dei cittadini sembra essere d'accordo sul fatto che questa nuova Costituzione ha dei pregi e che rappresenta un notevole passo avanti per l'intera nazione su molti fronti.
Tuttavia, non si può negare che ci sono due gruppi, quello del ‘No’ e quello del ‘Sì’, che sono diametralmente opposti.
Pastor M [un altro blogger] ha recentemente proposto due piacevoli ed eloquenti analogie per spiegare le posizioni dei due schieramenti.
FORSE SI’
I favorevoli considerano i kenyoti come un popolo in viaggio che ha bisogno di arrivare in un determinato posto che chiameremo Z. Z è lontano, molto molto lontano. I cittadini sono rimasti in attesa del bus che li avrebbe portati in questo posto molto molto lontano per tantissimo tempo. Forse cominciavano addirittura a disperare di vederlo mai arrivare. Ma alla fine è arrivato.
L'autobus li porterà fino al punto M, che è solo lontano, non molto molto lontano. Non li porterà esattamente dove volevano andare ma comunque molto più vicino a Z di quanto lo siano adesso. E una volta arrivati a M, sanno che riusciranno a trovare un altro autobus che li porterà a Z.

FORSE NO
I contrari hanno un altro approccio:
A loro avviso, la nuova Costituzione è come un pasto sontuoso, accuratamente preparato, presentato benissimo …e poi servito con giusto un pizzico di veleno. Che si fa? Si ignora il veleno e lo si mangia? Voi lo mangereste?
La cosa importante da sottolineare è che anche molti oppositori riconoscono che la nuova Costituzione porterà ad un miglioramento sotto molti aspetti. Il fatto è che pensano che contenga alcuni punti di rottura che devono essere risolti risolti prima del grande voto.

Sue pensa [10]che la campagna per il voto sia stata un po’ fiacca:

Questa volta la campagna non è stata interessante come l'ultima. Credo che sia perché la maggior parte dei politici in grado di vivacizzarla non si trovano tra le file dell'opposizione. Circolano anche voci di minacce da parte degli abitanti delle roccaforti contrarie alla Costituzione: ciò ha costretto molte persone, le cui tribù sono ritenute a favore del documento, a lasciare le regioni contrarie per far ritorno alle loro case o a zone più sicure. Alcuni hanno paura del possibile ripetersi di ciò che è successo dopo le elezioni del 2007, quando molti vennero colpiti da rappresaglie nelle stesse regioni. Tutto ciò è estremamente sbagliato: nessuno può scegliere di far parte di una tribù piuttosto che di un'altra, e non dovrebbe essere colpevolizzato perché appartiene a quella sbagliata.

Il governo sta facendo tutto ciò che è in suo potere per assicurare la pace; tutte le carte SIM devono essere registrate così da poter individuare chi invia minacce e fermarlo (oggi [31 luglio] scade il termine, molti stanno aspettando fino all'ultimo momento per chiedere una proroga). Agenti di sicurezza sono stati inviati nelle zone più a rischio. Il governo non può essere ovunque, quindi tocca a noi cittadini e in special modo ai nostri leader politici il compito di sostenere la pace e di far sì che la gente smetta di ricorrere a metodi così primitivi. Nonostante le differenze e le incertezze legate al referendum, tutti noi speriamo di ottenere il meglio per il Kenya e preghiamo per un presente e un futuro di pace.