Fino a 20 o 30 anni fa [1], [en, come tutti i link seguenti tranne ove diversamente specificato] nella Striscia di Gaza, come nel resto del mondo arabo, erano poche le donne che indossavano il velo islamico, l’hijab [2] [it].
Con il “revival islamico” [3] degli ultimi decenni si è registrata una maggiore diffusione del velo e di altre forme di abbigliamento “islamico”, fenomeno che a Gaza è cresciuto contemporaneamente all’ascesa di Hamas [4].
Al momento, a Gaza, la maggior parte delle donne indossa il velo, ma si tratta in prevalenza di coloro che non sono costrette a subire le frequenti pressioni sociali [5] per indossarlo.
A volte la pressione è di carattere istituzionale [6]: in alcuni casi, persino le studentesse cristiane sono state obbligate a indossarlo [7].
Nel post che segue leggiamo la testimonianza di Asmaa Al-Ghoul, giornalista e blogger, arrestata lo scorso anno perchè non indossava il velo [8] [en]; è furente perchè ad una sua amica non è stato permesso di laurearsi per essersi rifiutata di indossare l’hijab.
Solo a Gaza tale discriminazione avviene, al contrario, nei confronti di quelle donne che non lo indossano…
Non portando l’hijab, una donna potrebbe essere disprezzata e imbattersi in leggi repressive, commenti offensivi, parole stupide o occhiate indiscrete, [perché considerata di facili costumi].
Nel piccolo mondo di Gaza abbiamo bisogno di qualcuno che difenda i diritti delle donne che non indossano il velo islamico. il jilbab [12] o il niqab [13][it]… è un sistema che introduce l'idea che le donne debbano essere considerate come semplici corpi.
قبل قليل استمعت لحلقة اذاعية للناشط الرائع رامي مراد على صوت الشعب، تتحدث عن التمييز العنصري ضد الطالبات في جامعة الأزهر، وكان شي مخجل جدا ما يحدث في الجامعة، خاصة أنه مسكوت عنه منذ سنين، وأعرف ان هناك جامعات في الجوار تقوم قوانينها بالأساس على هذا التمييز العنصري ولكن تلك الجامعات تابعة لأحزاب بعينها وفقدنا الأمل فيها منذ زمن..خاصة بعد ان اصبحت هي والحكومة واحد واستطاعت فرض تغييرها بالقوة والسلطة والقوانين..
Poco tempo fa stavo ascoltando il programma radiofonico di Rami Murad -eccellente attivista- su Sawt Al-Sha'ab (Voice of the People, stazione affiliata al Fronte Popolare di Liberazione della Palestina [14] [it]) che parlava delle discriminazioni nei confronti delle studentesse dell’Università Al-Azhar [15]. Lì è accaduto qualcosa di veramente vergognoso, soprattutto perché non se ne è parlato per anni. So che da queste parti ci sono alcune università i cui regolamenti si fondano su queste discriminazioni, ma sono quelle che fanno riferimento a certe fazioni politiche, delle quali non ci fidiamo più già da tempo, soprattutto da quanto sono diventate una cosa sola con il governo, e insieme possono imporre i loro cambiamenti con la forza, l’autorità e la legge…
Asmaa si riferisce al fatto che l’Università Al-Azhar ha un forte legame con Fatah [16][en], il che normalmente sta ad indicare un ambiente meno religioso e conservatore rispetto a quello dell’Università di Gaza [17][en], che è affiliata ad Hamas [18][en].
La blogger prosegue con la sua riflessione:
هل تريدين يا أزهر أن تكوني ملَكية أكثر من الملك وتقليد التخلف المحيط بك وتقولي والله بنخرّج طالبات محترمات؟..بما أنه الحجاب وعدمه صار مقياس للأخلاق عندك!..يقول د.رياض العيلة على الراديو وبالفم الملآن والفخور: هذا عرف جامعي يتناسب مع الواقع..أي واقع اذا كانت الكثيرات من طالبات الأزهر لا يرتدين الحجاب..أم أنه يقصد واقع الجامعة المجاورة له منذ عقود..ولا يريد أن يتهمهم أحد بالانحلال كما تحجج أحد العاملين في الجامعة لخريجة صديقة حين طالبت أن تكون صورتها على الشهادة كما هي في الواقع أي بشعرها..
Alla radio, il dottor Riyadh Al-Aila ha affermato con voce forte e fiera che “le usanze di questa Università vanno al passo con i tempi…” Quali tempi, se molte studentesse dell’Al-Azhar non portano il velo? Oppure si riferiva alla realtà – che va avanti da decenni – delle università limitrofe? Nessuno vuole essere accusato di decadenza [morale], come ha fatto uno degli impiegati dell’università che ha litigato con la mia amica laurata che chiedeva di poter mettere sul suo certificato una foto che la ritraesse per come è in realtà: coi capelli non coperti [dal velo].
Asmaa si dice arrabbiata:
Asma conclude:
أذكر حين دخلت الأزهر أنا ذاتي كنت محجبة، كانت صورتي في البطاقة الجامعية محجبة، وبعد أن خلعت حجابي في عام 2006 بكامل ارادتي لأني كنت أرتديه ليس وفقها بل تبعا لإرادات محيطة بي، رفضت الجامعة تغيير صورتي للحجة ذاتها، وحتى الآن أجاهد من أجل ذلك..
وأقول لصديقتي الخريجة…ستكونين كما تريدين
يكفيك فخراً أنك لست ضمن القطيع..
Ricordo che quando mi sono immatricolata all’Al-Azhar io stessa indossavo il velo, e lo indosso anche nella foto sul mio tesserino universitario. Quando ho smesso di portare il velo nel 2006 (unicamente per mia scelta; fino a quel momento l’avevo indossato non perchè condividevo l’idea ma per volontà di coloro che avevo vicino) l’università si è rifiutata di cambiare la mia foto e ma io continuo a lottare.
Ho detto alla mia amica neolaureata: sii ciò che vuoi essere. Devi essere fiera di non seguire il gregge.