Si avvicinano le elezioni legislative [it] in Azerbaigian e i candidati sono impegnati con le fasi finali del processo di registrazione. Ma non tutto scorre tranquillo: ci sono state accuse di irregolarità che hanno provocato frustrazione non solo tra i candidati, ma anche negli osservatori e tra gli attivisti locali. Un esempio ci viene da Parvana Persiani [en], militante di OL! Azerbaijan Youth Movement e compagna del giovane attivista e videoblogger Adnan Hajizada [az, come tutti i link tranne ove diversamente indicato], ora detenuto, che aveva diffuso su Twitter un'allerta circolato anche su Facebook.
Per molti utenti online, la notizia successiva è risultata sconvolgente: secondo i tweet di Elnur Majidli, un suo parente – che lavora presso la novantaquattresima Costituente, nella provincia di Berde, dove intendeva candidarsi – avrebbe rubato 12 delle 15 schede contenenti le firme [necessarie alla candidatura]. Il candidato Majidli ha espresso sempre via Twitter tutta la sua frustrazione nei confronti del regime per come è arrivato a danneggiare i rapporti all'interno della sua famiglia.
Diversi netizen hanno commentato l'episodio: tra questi Orhan Aip, blogger e fotografo di talento. Il suo post è intitolato Del tradimento di una nazione.
Azərbaycan sanki hansısa dəlinin yuxusudur. Burda təkcə şüuraltı yox, xəstə arzular, sərhəd tanımayan əclaflıqlar da böyük əhəmiyyət daşıyır. Əyalətdən deputatlığa namizəd Elnur Məcidlinin 15 imza vərəqindən 12`si qohumu tərəfindən oğurlayıb.
Məgər əyləncəli deyil? Azərlər çürük patriarxal dəyərləri, qohumluq ənənələri ilə öyünən qövmdür, amma hər şeçki ərəfəsində qohum-qohuma qarşı belə şərəfsizlik edir – ailəsi, yaxın qohumları tərəfindən müxalifətçilərə namizədliklərini geri götürmək üçün təzyiq göstərilir, hətta arvadları evi tərk etməklə belə onları hədələməkdən çəkinmir. Bu iqtidar-müxalifət mübarizə deyil, bu fərd ilə kütlənin qarşıdurmasıdır. Kütlənin mübarizə vasitəsi isə həmişəki kimi qurşaqdan aşağı zərbələrdən ibarətdir.
È come se l'Azerbaigian fosse il ‘Paese dei sogni’ di un folle. Qui assumono importanza vitale non soltanto i più bassi istinti, ma anche i desideri più malati e gli orrori senza fine. Elnur Majidli, candidato in una delle province, si è visto rubare i fogli delle firme da un parente.
Divertente, no? Gli azeri non fanno altro che parlare dei loro stantii valori patriarcali, inorgogliti dall'importanza che affermano di dare ai legami di parentela: eppure, quando si avvicinano le elezioni, avvengono infamie come questa. Le famiglie e i parenti dei candidati nelle liste di opposizione ricevono pressioni per ritirarsi dalla competizione elettorale. Ci sono casi in cui, addirittura, le mogli minacciano di abbandonare il tetto coniugale. Non si tratta di una lotta tra il governo e l'opposizione, è una battaglia che contrappone pubblico e privato. […]
Anche un'altra blogger azera, Vafa Cafarova, commenta l'accaduto nel post “Elezioni nella Repubblica delle Banane: fratello contro fratello”:
[…] Təsəvvür edin necə ölkədə yaşayırıq? İllərdir tanıdığımız, güvəndiyimiz insanları müxalif düşərgədən olan namizədlərə qarşı istifadə edirlər. Qazandıqları qəpik – quruşları əllərindən alacaqları ilə namizədin qohumlarını təhdid edirlər ! Hər dəfə olduğu kimi, işdən qovulma və şəxsi biznesin əlllərindən alınacaqları təhlükəsi ilə insanlar imtahana çekilirlər!
Kütlə […] heç kimin deyişiklik gətirəcəyinə inanmır […] onlar sadəcə bu seçkilərədən İlham xan və onun əyanlarının süfrəsindən onlara da pay düşəcəyini gözləyir.
Gli ultimi aggiornamenti indicano che il caso di Majidi non è isolato. Secondo Radio Free Europe Radio/ Radio Liberty, anche altri candidati che si oppongono al regime avrebbero problemi analoghi [en].
“Ho conseguito un titolo di master ad Harvard, e non sono riuscito a dimostrare che il mio diploma avesse valore legale nella repubblica dell'Azerbaigian” ha detto alla trasmissione Azerbaijani Service di Radio Free Europe/Radio Liberty Bakhtiyar Hadjiyev, cittadino azero laureatosi in politiche pubbliche alla Harvard Kennedy School.
[…] con sua grande sorpresa, il suo diploma – convalidato con firma digitale da Harvard – è stato respinto dalle autorità azere nonostante per le leggi dell'Azerbaigian la firma digitale sia equiparata alla firma tradizionale.
[…]
[…] Il parlamento locale numero 17 si è rifiutato di riconoscere la validità dei suoi contratti di lavoro presso la World Bank e l'Education Development Center, richiesti per dimostrare la sua condizione economica. Di conseguenza, la sua domanda di candidatura è stata respinta.
A poco più di un mese dalle elezioni, molti sperano che di ricevere meno [notizie come questa], e che aumentino piuttosto quelle riguardanti i miglioramenti nei processi elettorali in Paesi come quelli del Caucaso meridionale. Per il momento, purtroppo, le voci alternative e i blogger non sembrano convinti [che ciò possa accadere].