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Brasile: Lula intervistato dai blogger brasiliani

Categorie: America Latina, Brasile, Cyber-attivismo, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Tecnologia

Per la prima volta Luis Inácio Lula da Silva (Lula), il Presidente uscente del Brasile, è stato intervistato [1] [pt, come tutti i link successivi tranne ove diversamente indicato] da un gruppo di blogger, evento che è stato visto dai più come un un importante passo [2] nella continua evoluzione verso il raggiungimento di un sistema di media più democratico [3] nel Paese.

Le due ore di incontro sono state trasmesse online in streaming, permettendo così ai blogger di participare all'evento via webcam mediante Twitter [4].

Nel corso dell'appuntamento con l'ex Presidente, sono stati affrontati argomenti [5] scottanti tra cui la riforma politica dello Stato, l'aborto, i problemi legati alla corruzione e la politica estera brasiliana.

La riforma dei mezzi di comunicazione ha avuto una posizione privilegiata nel dibattito e Lula ha affermato:

Eu sou o resultado da liberdade de imprensa neste país. A maior censura que existe é acreditar que a mídia não pode ser criticada.

Io sono il risultato della libertà di stampa in questo Paese. La più potente censura che possa esistere è quella di credere che i mezzi di comunicazione non possano essere criticati per il loro operato.

Il Presidente ha lamentato il diffondersi della disinformazione all'interno del Paese e ha reclamato una più rigida regolamentazione dell'industria mediatica brasiliana. Ha continuato criticando le maggiori testate nazionali per aver diffuso paura nella popolazione, ingigantendo gli effetti della crisi finanziaria globale sul Brasile e indicando false cause alla base del disastro aereo della TAM Airlines [6] [en] avvenuto nel 2007.

Le più importanti testate nazionali brasiliane restano nelle mani di poche famiglie, sulle quali primeggia la famiglia Marinho, che possiede il principale canale di telecomunicazioni, Rede Globo [7]. In stretto contatto con la dittatura militare degli anni 1964-84, Globo ha mantenuto una posizione di equilibrio che le ha permesso di estendere e consolidare il suo controllo su televisioni, film, emittenti radio e stampa.

Spesso i giornali sono stati messi sotto accusa per aver servito interessi politici: il caso più recente si è verificato durante la campagna elettorale per le presidenziali, quando la neo eletta Presidente Dilma Rousseff è risultata vittima [8] di un massacro mediatico. I maggiori quotidiani e le più importanti riviste si sono avventate sul dibattito politico nel periodo del ballottaggio [9] [en], sfruttando argomenti controversi come religione e aborto e riuscendo a smembrare l'opinione pubblica brasiliana.

Lula è stato intervistato con riferimento alla proposta fatta un anno fa durante la prima Conferenza Nazionale sulla Comunicazione [10]. La necessità di una regolamentazione più efficace, la partecipazione attiva da parte dei cittadini e il controllo da parte della società dei più importanti mezzi di comunicazione erano tra le proposte presentate alla conferenza [11], rispetto alle quali Lula ha rassicurato i blogger, affermando che saranno presentate al Congresso Brasiliano. Ha poi aggiunto che la questione è adesso nelle mani di Dilma, la quale ha promesso una maggiore libertà di stampa [12] [en] in Brasile durante il discorso di accettazione del mandato, il 31 ottobre.

Lula in chat su Twitter [13]

Lula in chat con la blogger Conceição Oliveira via Twitcam durante la sua prima intervista con i blogger brasiliani. Foto di Ricardo Stuckert/PR, dal Blog do Planalto's, Flickr. Creative Commons.

Per gli spettatori l'appuntamento ha segnato l'esordio di un canale di comunicazione tra i politici e i nuovi media. Un utente web che ha preso parte all'iniziativa attraverso Twitcam, ha definito la sessione “emozionante” [14]. Un noto blogger esperto di temi politici, Rodrigo Vianna [15], ricordando ai suoi lettori che i “vecchi” media continueranno ad esistere, afferma:

Não sei se os leitores têm dimensão do que isso significa: quebrou-se o monopólio. Internautas puderam perguntar, via twitter. O mundo da comunicação se moveu. Foi simbólico o que vimos hoje.

Non so se i lettori abbiano compreso appieno il significato di quanto è avvenuto: il monopolio è stato spezzato. Attraverso Twitter e Internet gli utenti potranno porre domande. Il mondo della comunicazione ha fatto progressi. Ciò a cui abbiamo assistito oggi ha una valenza simbolica.

Renato Rovai, direttore della rivista liberale di attualità Revista Forum [16], è stato altrettanto positivo [17]:

Ela entra para a história da cobertura política brasileira.

L'intervista è entrata a far parte della storia della politica brasiliana.

Ed è stata significativa anche la scelta del gruppo di blogger invitati a partecipare, scrive Leandro Fortes [18], blogger presente all'incontro:

Esse mesmo grupo foi chamado por Serra, no auge da baixaria da campanha eleitoral, de representantes de “blogs sujos”, uma referência nervosa a um tipo de mídia que pegou o tucano, uma criatura artificialmente sustentada pela velha mídia corporativa, no contrapé. Nem Serra, nem ninguém na velha direita brasileira estavam preparados para o poder de reação, análise e crítica da blogosfera e das redes sociais. Matérias falsas, reportagens falaciosas, discursos hipócritas, obscurantismo religioso e a farsa da bolinha de papel, tudo, tudo foi desmontado em poucas horas dentro da internet. Chamar-nos de “sujos” nem de longe nos alcançou como ofensa, pelo contrário. Nós, os “sujos” fizemos a história dessa eleição. Serra e seus brucutus terceirizados sumiram no ralo virtual.

Questo stesso gruppo era stato definito da Serra rappresentante dei “sordidi blog”, al culmine della sua immorale campagna elettorale, facendo un irritante riferimento a quei mezzi di comunicazione rei di aver preso in contropiede il “tucano” [19] [it, Partito della Social Democrazia brasiliana], creatura sostenuta artificialmente dai vecchi mezzi di comunicazione. Né Serra né altri esponenti della vecchia destra brasiliana si aspettavano una simile reazione, analisi e critica da parte della blogosfera e dai social network. Articoli falsi, resoconti fallaci, discorsi ipocriti, oscurantismo religioso e la farsa della pallina di carta [20] [en] sono state svelate in poche ore su Internet. Noi, i “sordidi”, abbiamo fatto la storia di queste elezioni. Serra e i suoi preistorici amici sono scomparsi nelle fogne virtuali.

I partecipanti hanno, però, anche prontamente evidenziato gli insuccessi della sessione. Vianna ha rimarcato che gli argomenti urgenti come i diritti umani, la riforma agraria, la giustizia e la sanità pubblica, non sono stati affrontati nel dettaglio, eclissati dalla discussione sui mezzi di comunicazione. Inoltre è stata lamentata l'assenza di esponenti femminili tra i blogger, anche se Conceição Oliveira, del blog Maria Fro [21] , e Conceição Lemes di Vi o Mundo [22] hanno entrambe participato via Twitcam [23].

Lula è sembrato convinto del potere della partecipazione attiva dei cittadini attraverso i social media, e ha promesso di scrivere blog e tweet in futuro. Il Brasile è al secondo posto mondiale per numero di utenti di Twitter [24] [en], superato solo dagli Stati Uniti, e i frequentatori di Internet sono tra i 67 e i 73 milioni [24] [en]. Social network, piattaforme come Orkut [25] e, in misura minore, Facebook [26], restano comunque popolari [27] [en].