Brasile: reazioni online alla prima Presidente donna: Yes, She Can!

L’immagine che mancava: Dilma

L’immagine che mancava: Dilma, la guerriera, con la fascia presidenziale. Dal blog Abundacanalha.

Quando assumerà la Presidenza del Brasile, Dilma Rousseff inaugurerà una nuova era nella storia politica del Paese: sarà la prima donna dopo 35 Presidenti uomini. Dilma sarà anche la prima donna brasiliana, e la diciottesima in assoluto, a entrare nel ristretto gruppo di Presidenti e Primi Ministri donne attualmente in carica nel mondo.

Per Adriana Tanese Nogueira [pt] questo momento storico è sicuramente un segno di cambiamento dalla portata non ancora quantificabile. Secondo la blogger solo il tempo dimostrerà la centralità di quest'evento:

È importante sottolineare il profondo simbolismo di questa elezione: la più alta carica del Paese è stata assunta da una donna, e non una donna qualunque, ma una donna che ha partecipato alla resistenza armata contro la dittatura militare. È grandioso.

Tutte le donne coscienziose di questo Paese hanno gli occhi puntati su Dilma nella speranza che porti giustizia per le donne brasiliane e si dimostri una donna forte, coraggiosa e intelligente.

La sinistra e tutti gli oppositori della dittatura, tutti coloro che apprezzano la democrazia e che non si accontentano di ruoli convenzionali e del denaro nelle proprie tasche, guardano con orgoglio questa elezione.

Cynthia Semirames [pt] ha colto l’occasione per tracciare la storia politica del Brasile da un punto di vista femminista, ricordando ai lettori come negli anni ’20, quando nacque sua nonna, le donne non potevano votare, un diritto concesso solo nel 1932. Per Cynthia, l’elezione di Dilma è una ventata di speranza per molte donne brasiliane:

È interessante notare come la prima donna a raggiungere la presidenza del Brasile non provenga da un contesto politico (una delle aree più maschiliste che esistano): si è distinta ed è stata scelta come candidata per le sue capacità professionali. È un simbolo di speranza per tante donne che sono delle professioniste eccellenti, ma che si scontrano con un soffitto di vetro, donne il cui lavoro non viene riconosciuto e alle quali non viene permesso di accedere alle cariche sociali più alte.

È meraviglioso sapere che abbiano rotto questo soffitto di vetro ed eletto Dilma Rouseff: una professionista estremamente competente che sarà una presidente di sinistra.

I tempi stanno cambiando e sorgono nuovi dubbi: Dilma sarà chiamata “presidente” o “presidenta” [equivalente di presidentessa] ? Dad Squarisi [pt] spiega che nei dizionari di lingua portoghese sono presenti entrambi i termini e che in realtà si tratta di una questione femminista. Sottolinea inoltre come fino a poco fa non ci fosse alcun motivo di preoccuparsi della terminologia:

È una questione recente. Fino a qualche anno fa nessuno credeva che una donna sarebbe mai riuscita a indossare la fascia presidenziale verde e gialla. Se ne parlava come di un’ipotesi utopica, qualcosa che non sarebbe mai accaduto… e invece, eccoci qua! È successo! Il numero delle elettrici ha superato quello degli elettori e i candidati hanno iniziato a contendersi per davvero i voti delle donne.

Tornando un po’ più indietro nella storia, possiamo vedere come il Brasile abbia in realtà già avuto tre leader donne prima della Proclamazione della Repubblica: la Regina di Portogallo D. Maria I, che regnò il Paese a distanza a partire dal 1777; Maria Leopoldina, moglie di D.Pedro I, che divenne la prima imperatrice del Brasile nel 1822 e la Principessa Isabella che fu la reggente del Paese in assenza del padre. Per Maíra Kubík Mano [pt] il fatto che tutte queste donne provenissero dalla Famiglia Reale Portoghese rafforza l’importanza del fatto che Dilma sia la prima donna eletta dai brasiliani, soprattutto perché si tratta di un Paese dove le donne sono molto poco rappresentate a livello politico e c’è ancora una lunga strada da percorrere in materia di politiche a favore delle donne:

Simbolicamente è un fatto incredibile, indipendentemente dalla sua matrice ideologica, soprattutto se consideriamo quanto le donne siano sottorappresentate nella politica nazionale: nell’ultima legislatura eravamo solo l’8,97% della Camera dei Rappresentanti e il 12,34% del Senato, e questi numeri sono diminuiti nel 2010. Se ci basassimo solo su tali cifre, ci sarebbero voluti altri cento anni per ottenere quello che è successo oggi …

Dilma sarà la terza presidente donna del Sud America e sarebbe bene se, sotto certi aspetti, seguisse il loro esempio. Il governo di Michelle Bachelet, l’ex presidente del Cile e attuale direttrice dell’ONU per le donne, era composto per il 50% da donne, una misura adottata anche dal presidente boliviano Evo Morales. In Argentina, Cristina Kirchner non solo ha approvato il matrimonio gay, ma anche spinto il Paese verso la de criminalizzazione dell’aborto.

Nonostante l'euforia per l'elezione della prima presidente donna, Edi Machado [pt] ritiene che non si sia realmente verificato un cambiamento di mentalità nella popolazione e sostiene che il vero candidato delle elezioni sia stato Lula, metre Dilma era solo una candidata di facciata:

Colpa di Dilma? No, niente affatto, solo credo che il vero vincitore sia stato Lula. Penso che non si possa negare che nei limiti di ciò che era “legalmente permesso”, Lula abbia fatto quello che si era proposto nelle numerose candidature fino ad essere eletto nel 2002 e rieletto nel 2006 e mi permetto di dire che è stato rieletto adesso nel 2010. Sì, perché [Dilma] ha vinto solo perché aveva tutto l’appoggio di Lula… Adesso possiamo solo sperare e pregare affinché Dio accompagni la nostra prima presidentessa in tutte le sue decisioni, e se non è troppo che l’aiuti a essere una buona presidente per il bene di tutta questa immensa nazione.

Celebrazione nelle strade di Natal, Rio Grande do Norte

Celebrazione nelle strade di Natal, Rio Grande do Norte. Foto di Isaac Ribeiro con licenza Creative Commons Attribution Share Alike.

D’altra parte, Alane Virgínia [pt] concorda che il consenso ottenuto alle urne dalla candidata sostenuta dal Presidente dimostra l’approvazione della popolazione nei confronti del governo di Lula, ma non crede che la gente abbia votato Dilma solo perché era la protetta del Presidente. La blogger ritiene che il risultato sia una dimostrazione della volontà della nazione di mantenere la sinistra al potere:

Per come la vedo io, chi ha votato per Dilma vuole che la leadership del Paese continui a seguire la linea sviluppata da Lula. La nostra scelta è stata dettata dal rischio; abbiamo votato Dilma nella speranza che continui essenzialmente il modello di governo di Lula.

No, non credo che la popolazione abbia votato una sconosciuta. Credo che le persone abbiano votato per una ideologia, per quanto fragile possa essere. È stato un voto di fiducia.

Nonostante le numerose reazioni positive ed entusiaste per l’elezione di Dilma, il Brasile è stato inondato da commenti xenofobi [pt], che hanno invaso la rete già durante il conteggio dei voti. Molti elettori insoddisfatti hanno “accusato” i poveri, gli abitanti del Nord-est e le persone con un basso livello di istruzione per il risultato “sfavorevole” dell’elezione. Lola Aronovich [pt] afferma che alla radice di tale reazione c’è stata la mancanza di amore per il proprio Paese da parte del candidato di opposizione:

Un blog di estrema destra ha spiegato la sconfitta di Serra con discorsi incredibilmente razzisti: l’evoluzione ha diviso il mondo in persone civilizzate (europei e statunitensi bianchi) e selvaggi (africani, indigeni e i suoi discendenti, definiti botocudos [dispregiativo per le persone indigene]). Noi brasiliani saremmo nella parte retrograda, con un cervello letteralmente più piccolo, secondo il fascistoide. E dovremmo copiare il sistema elettorale americano perché il fatto che la maggioranza della popolazione voti il proprio presidente va bene solo quando vinciamo. Un altro blog ha chiesto tolleranza zero al nuovo governo e che l’onda blu (quale onda blu, ci potremmo chiedere) attacchi con l'impeto di uno tsunami devastante. E stanno già lanciando il loro grido di guerra, ancora prima che la Presidente abbia assunto il suo carico: “Fuori Dilma!”

Affrontare la sfiducia e i pregiudizi di una parte della popolazione e la ferocità di una stampa che si è sempre schierata contro [en] saranno alcune delle sfide che dovrà affrontare il governo Dilma. Potrà forse usare la sua sensibilità femminile per superare queste sfide? Un’elettrice dell’opposizione, Conceição Duarte [pt] chiede alla Presidente di non farsi distrarre da tutto ciò e di non dimenticarsi che il Brasile “è grande, bello e generoso” e che tutti i suoi abitanti “sono anche pieni di sogni”:

Noi, il popolo brasiliano, vogliamo salute, pace, sicurezza, alloggi, lavoro. E fra l’altro un trasporto pubblico migliore. Acquedotti e fogne, meno tasse, opportunità per tutti, la parità per le donne che lavorano al fianco degli uomini, ma guadagnano meno. Scuole, educazione di qualità e tante altre cose per la nostra vita quotidiana …. Come donna, madre e nonna spero che rispetti i milioni di voti che ha ricevuto. Le auguro fortuna, salute e spero che non ci dimentichi!

Una settimana dopo le elezione, le donne brasiliane continuano a gridare in coro: yes, she can.

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