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Cuba: arriva la fibra ottica, ma per i cittadini l'accesso online rimarrà filtrato e ristretto

Categorie: America Latina, Caraibi, Cuba, Giamaica, Venezuela, Citizen Media, Legge, Politica, Tecnologia

Il Ministero dell'Informatica e delle Comunicazioni [1] [es, come tutti i link tranne ove diversamente indicato] cubano ha annunciato che, a partire da gennaio 2011, il tanto atteso cavo sottomarino in fibra ottica collegherà Venezuela, Cuba e Giamaica. Secondo alcuni, però, l'incremento della connettività di Cuba, che grazie ai 640 Gb del cavo aumenterà di 3000 volte rispetto a quella attualmente disponibile, non si rifletterà in un maggiore accesso dei cittadini a Internet.

Un articolo pubblicato a novembre su Granma [2], quotidiano nazionale nonché organo ufficiale del Partito Comunista cubano, spiegava che il cavo sottomarino avrebbe reso più agevole lavorare con video, audio e altri tipi di file che attualmente è difficile – per non dire impossibile – caricare o inviare. L'articolo riportava anche la dichiarazione ufficiale del Ministro, il quale assicurava che:

[el cable] reforzará la integración, ampliará el intercambio social y contribuirá a cambiar el curso de las comunicaciones en la región.

[il cavo] rafforzerà l'integrazione, favorirà i rapporti sociali e contribuirà a cambiare la qualità delle comunicazioni nell'intera regione.
Mar dei Caraibi [3]

Mar dei Caraibi, via Wikimedia Commons

Il cavo, realizzato da Telecomunicaciones Gran Caribe [4], azienda di telecomunicazioni cubano-venezuelana finanziata dall’ALBA [5] (Alianza Bolivariana para los pueblos de Nuestra América), non porterà però alla “socializzazione” di Internet. In una nota a fine articolo si legge infatti:

El cable submarino proporcionará una mayor calidad en las infocomunicaciones, pero no necesariamente significará una extensión de las mismas. La socialización del servicio dependerá más de buscar en las reservas de eficiencia que de la ampliación de la red.

Il cavo sottomarino contribuirà al miglioramento della qualità delle comunicazioni digitali, ma ciò non ne implicherà necessariamente l'estensione. La socializzazione del servizio dipenderà in particolar modo dal reperimento di risorse efficienti per amplificare la portata del web.

Molti cubani auspicavano che il cavo rendesse l'accesso al web più semplice ed economico. Per quanti non dispongono di connessione sul posto di lavoro, infatti, l'unica alternativa è rappresentata dagli Internet cafè degli hotel [6] [en], dove un'ora di connessione può costare tra i 5,50€ e i 9.50€, costi proibitivi in un Paese dove il salario medio [7] [en] si aggira intorno ai 15€.

Sin dal 2006, anno in cui hanno preso avvio i piani relativi alla costruzione del cavo, molti utenti della piccola community online cubana non avevano nascosto un cauto entusiasmo riguardo al potenziale impatto positivo di tale sviluppo sulla società dell'isola. Lo scorso luglio, dopo che la testata d'informazione online Cubadebate [8] aveva annunciato l'inizio ufficiale dei lavori per la messa in opera del cavo, la sezione dei commenti aveva fatto trasparire tutto il desiderio dei cubani di vedere quest'innovazione al servizio di tutti i cittadini. Pablo Fierro commentava così:

Sin duda que internet será más libre a partir de que este funcionando el cable subacuático y los cubanos puedan acceder a él como se merecen…

Senza ombra di dubbio, quando il cavo sottomarino inizierà a funzionare Internet sarà più libera, e i cubani potranno accedervi come meritano…

Secondo le ultime notizie, però, il cavo non verrà messo al servizio dell'intera comunità. Il primo novembre, la blogger Yasmín Portales [9] ha pubblicato una propria riflessione sul tema, sostenendo che lo Stato non avrebbe alcun interesse a far sì che le abitazioni dispongano di connessione o che ci siano maggiori opportunità di accesso pubblico al web. La blogger spiegava che il governo ha sempre considerato l'accesso al web come una “necessità sociale”, piuttosto che come un bene pubblico o un diritto umano.

El discurso del Estado cubano define el uso de la red en tanto interés social….su uso se debe asignar a espacios sociales como centros de educación, asociaciones profesionales, espacios recreativos… De este modo la apuesta por la participación libre y horizontal de la ciudadanía al debate social a través de los recursos digitales se va por el caño. Quienes accedan estarán enajenados de su libertad de navegación a priori, limitados por el criterio de corrección política moral de sus administradores de red…

La retorica del governo definisce l'uso di Internet una questione di interesse sociale… Il suo utilizzo verrà assegnato a spazi sociali, come ad esempio centri educativi, associazioni di professionisti e aree ricreative, con tanti saluti all'impegno per favorire, attraverso le risorse digitali, la partecipazione libera e paritaria della cittadinanza al dibattito sociale. Quanti riusciranno ad accedervi vedranno limitata a priori la libertà di navigare in virtù dei criteri di correttezza politica e morale sanciti dagli amministratori della Rete…

Portales richiama un post recente di Laritza Diversent [10], blogger cubana esperta in diritto, la quale descrive i principi legali in base ai quali nel 1996, venne introdotta la connettività e l'accesso a Internet nell'ordinamento locale. Secondo la Diversent, l'accesso è stato limitato per poter assicurare che:

…l'informazione distribuita sia accurata, che venga raccolta [secondo modalità coerenti] con i principi etici [del regime] e che non pregiudichi gli interessi o la sicurezza del Paese.

Anche se il cavo migliorerà le connessioni – e la loro relativa qualità – a quei cubani che già accedono alla Rete, la sua realizzazione non inciderà sul cambiamento dello status quo della politica locale in materia. Secondo il governo, le implicazioni politiche e sociali di un maggior accesso al web sarebbero negative, motivo per cui si rende necessaria una politica che ponga limiti restrittivi alle opportunità dei cubani di accedervi e utilizzarlo.