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Danimarca: canale TV in lingua curda accusato di sostenere i terroristi del PKK

Categorie: Europa occidentale, Danimarca, Citizen Media, Etnia, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi

Logo di Roj TV [1]Roj TV [2] [ku], canale televisivo in lingua curda con sede in Danimarca, è stato accusato dal procuratore generale di appoggiare il terrorismo. Quando  il processo inizierà, potrebbe essergli revocata l'autorizzazione a trasmettere.

L'accusa sostiene che il canale abbia legami con il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK [3]) [en] , organizzazione mirata all'autonomia della minoranza curda in Turchia. Il PKK è considerato dall'Unione Europea un gruppo terroristico [4] [it], e Roj TV è accusata di appoggiarlo tramite la sua programmazione televisiva.

Secondo gli attivisti curdi, il governo turco esercita pressioni per la chiusura del canale già dal 2005, quando è stato bandito in Turchia. Nel 2004 le autorità danesi [5] [en] hanno concesso l”autorizzazione a Roj TV, e da allora, la commissione ha dichiarato due volte che le trasmissioni non hanno violato alcuna legge danese [6] [da, come i link successivi, eccetto ove diversamente indicato].

In Danimarca la libertà di espressione è tenuta in grande considerazione. Secondo parecchi politici [7] e blogger, chiudere l'emittente sarebbe un errore.

L'11 settembre scorso centinaia di curdi sono scesi per le strade di Copenhagen in segno di protesta. Un blog curdo-danese, New Black Panther Party [8], ha appoggiato la dimostrazione affermando che i curdi hanno “diritto ad avere la propria voce”. Il 19 ottobre è seguita un'altra manifestazione, dopo che i successi iniziali avevano portato alla riapertura del conto bancario di Roj TV, precedentemente bloccato dalla polizia.

Il Consiglio d'Europa stima che in Danimarca risiedano 8.000-10.000 curdi, [9] pur mancando statistiche ufficiali poiché, non esistendo uno Stato curdo, costoro risultano registrati come turchi, iraniani o iracheni.

Il portale progressista danese Modkraft (una corrente d'opposizione) ha pubblicato alcune fotografie della manifestazione dove la gente reggeva striscioni con la scritta, “La libertà di espressione vale anche per i curdi [10] e “Roj TV è la voce della democrazia”.

Sul Kurdish forum [11], dove si cerca di tenere viva l'attenzione dell'opinione pubblica sul conflitto politico curdo-turco, un comunicato stampa  del 10 settembre descrive Roj TV come una controparte importante alle notizie ufficiali turche, sia per i curdi residenti in Turchia che per quelli in Danimarca.

Kurdistan Commentary [12] [en], blog anonimo su “tutto ciò che riguarda i curdi, il Kurdistan e la lingua curda”, fornisce un'analisi dettagliata della questione, scrivendo:

“Il caso è complicato, contrappone la libertà di stampa contro il finanziamento illegale e il sostegno al terrorismo. Ma qui le carte sono truccate, perché il fatto che la Danimarca venga considerata, per la sua tolleranza, l'anello debole della catena, induce la corte danese a propendere per la chiusura del canale, onde valorizzare la Danimarca come partner affidabile nella lotta al terrorismo internazionale.”

The Copenhagen Post [13] [en], quotidiano danese in lingua inglese, analizza il caso:

“L'emittente è diventata una spina nel fianco per le relazioni tra la Turchia e la Danimarca, perché la prima ha bandito la stazione nel 2005 accusando la seconda di tirarla per le lunghe, impiegando cinque anni per decidere sulla questione.”

Verso fine agosto, Karl Erik Stougaard, giornalista investigativo del quotidiano danese Berlingske Tidende, ha chiesto l'opinione dei lettori sul tema, sottolineando come il giornale avesse acquisito foto, registrazioni e altri documenti che provano i legami con il PKK [14], altrimenti negati dai responsabili di Roj TV. I commento in coda al post rivelano accese discussioni tra quanti ritengono che i curdi dovrebbero essere liberi di guardare un canale TV nella loro lingua, e quanti invece pensano che Roj-TV diffonda pregiudizi religiosi a o sia persino legata al traffico di droga.

Su Facebook non mancano certo i gruppi a supporto di Roj TV, in Paesi e lingue diverse, cosí come altrettanti di segno opposto.

La data del processo non è ancora stata annunciata e nel frattempo Roj TV continua regolarmente a trasmettere.