Il 7 novembre scorso si sono svolte in Myanmar le prime elezioni [en, come tutti i link dell'articolo tranne ove diversamente segnalato] degli ultimi vent'anni, e come era lecito immaginare la lista sostenuta dalla giunta militare al Governo, il Partito per l'unione della solidarietà e dello sviluppo (USDP), ha ottenuto [it] oltre l'80% dei seggi in Parlamento; l'opposizione, però, denuncia brogli elettorali.
Sul blog The Irrawaddy Kyaw Zwa riassume le sue impressioni sulla tornata elettorale:
Pare che tutti i 27 ministri e i loro vice già in carica nella giunta militare abbiano vinto le elezioni di domenica scorsa.
Ovviamente, tra di essi troviamo anche il Primo Ministro Thein Sein, mentre il Ministro degli Esteri Nyan Win si è accaparrato il suo seggio senza nemmeno competere, dato che non aveva avversari, proprio come altri 52 candidati del partito vicino alla giunta, l'USDP. Nei prossimi mesi assisteremo al formarsi di un governo composto da molti degli attuali ministri in carica.
Per manipolare il risultato elettorale, si sarebbe fatto ricorso ai “voti jolly”:
L'USDP avrebbe ottenuto l'82% dei seggi parlamentari. Nessuno se ne sorprenda: è da tempo che andiamo dicendo che Thein Sein e i suoi avrebbero fatto ricorso a brogli, e lo sapevano bene anche molti partiti democratici o di espressione etnica che avevano contestato queste consultazioni, ma è andata anche peggio di quanto ci si aspettasse.
L'USDP ha approfittato del sistema di voto anticipato. Gli scrutatori e i dirigenti di partito avevano detto che i voti anticipati sarebbero stati conteggiati non appena un candidato del regime avesse corso il rischio di perdere. A Rangoon, questi voti sono stati definiti “jolly”.
Convinto che queste elezioni si sarebbero rivelate una farsa, e che la giunta militare ne avrebbe condizionato il risultato, il movimento filo-democratico guidato dal simbolo dell'opposizione, Aung San Suu Kyi, aveva deciso di boicottarle [it].
The Democratic Voice of Burma [rivista dissidente con sede a Oslo], ha creato una mappa elettorale per monitorare gli episodi di brogli, violenze o proteste legate alle consultazioni.
Sullo Shan Herald Hseng Khio Fah racconta del comportamento tenuto da un candidato del Governo durante le procedure di voto nello Stato di Shan:
“Il candidato Kyaw Myint ha offerto dei soldi agli elettori della sua circoscrizione, 10 Kyat [circa 1 euro e dieci] ciascuno. La gente prendeva i soldi e dopo aver votato faceva un gran sorriso, dicendoci di aver vinto la lotteria, al seggio.
Si dice che Kyaw Myint avrebbe spostato circa 500 schede elettorali da un'altra zona, infilandole nelle urne perché venissero conteggiate.
Nel corso delle operazioni di voto, il candidato si è anche portato dietro un'ottantina di uomini armati perché sorvegliassero le cabine elettorali”.
Queste testimonianze e osservazioni contraddicono le dichiarazioni ufficiali rilasciate dal Governo e pubblicate su The New Light of Myanmar. Secondo le autorità, infatti, le Elezioni Generali Democratiche Multipartitiche del 2010 si sarebbero svolte pacificamente, e i diplomatici e i giornalisti in visita avrebbero assistito a “procedure di voto libere e felici sia rispetto agli elettori sia per quanto riguarda lo spoglio delle preferenze nei seggi”. Il quotidiano di regime aggiunge:
“[Gli osservatori] hanno assistito nei seggi a procedure di voto libere e felici, un sistematico conteggio delle preferenze e la loro registrazione mediante i moduli prestabiliti.”
Durante l'Election Day si sono registrati anche episodi di violenza: le forze armate si sono scontrate con l'Esercito Democratico-Buddista dello Stato di Karen. I confronti hanno costretto alla fuga circa 17.000 persone, che hanno cercato rifugio nei pressi del confine tailandese.