Lo Stato del Chiapas [it], con i suoi ormai storici movimenti sociali popolari, ha svolto un ruolo da pioniere nello sviluppo dell'attivismo digitale. L'uso dei media online è iniziato nel 1994 con il movimento zapatista e ha continuato a crescere fino a diventare uno strumento di arricchimento culturale che va ben oltre il gruppo dei ribelli. Fornisce media digitali alternativi, come giornali e radio, aiuta i chiapanechi a sviluppare il proprio software – comunità autonome quali Oventik e Tzajala hanno creato spazi per gli hacker – e le comunità digitali locali sono in crescita, come dimostrano Chiapatuit [es], Fedora [it], e la comunità per il software libero.
Dopo la pubblicazione di un articolo [es, come tutti i link che seguono] che denunciava l'elevato indebitamento e le rischiose decisioni finanziarie prese dal governatore locale da parte di “InfoChiapas“, una rivista d'inchiesta indipendente diretta da Antonio Flores Mérida, sono arrivate alcune telefonate sospette e l'internet provider ha ricevuto un “messaggio” intimidatorio.
Il 3 novembre scorso, circa 15 agenti di polizia assieme ad altre autorità governative hanno fatto irruzione nell'ufficio di Héctor Bautista, presso il Consiglio di Stato delle Arti e Cultura del Chiapas, dove lavora come amministratore del sistema informatico. Seppure non dotati di alcun mandato d'arresto, gli agenti hanno sequestrato la sua attrezzatura, i cd, la chiavette USB e l'automobile.
Héctor Bautista è stato accusato di diversi reati, tra cui la diffusione di pornografia infantile (attraverso il suo account di posta elettronica personale, una vera assurdità per qualsiasi esperto in tecnologie) e si trova agli arresti domiciliari. Non potrà lasciare il Chiapas fino a quando le accuse non verranno ritirate e rischia di dover affrontare un processo che potrebbe portarlo al carcere se ritenuto colpevole. Il giornalista che ha scritto l'articolo è molto impaurito e preoccupato per la sua sicurezza personale.
Dal momento della detenzione fino a 18 ore dopo non gli è stato concesso di contattare la famiglia e nemmeno l'avvocato. L'attrezzatura del tecnico è stata sequestrata senza un mandato giudiziario, di conseguenza qualsiasi agente ha potuto sostituire il materiale originario col fine di apportare prove false per incriminarlo. Héctor è un attivista per il software libero, membro del Chiapatuit – la comunità di Twitter in Chiapas- e insegnante volontario per la formazione su software e strumenti gratuiti e aperti.
Questo non è un caso isolato. Il mese scorso, il governo ha smantellato la radio comunitaria “Radio Proletaria“, fatti che andrebbero analizzati tenendo in considerazione il livello di corruzione sia del governi statali del Paese che della polizia messicana. Grazie alle reti comunitarie di cittadini esperti nell'uso di tecnologie digitali, Internet può diventare un mezzo potente e utile a contenere le autorità locali responsabili e a denunciare la corruzione. Dopo l'arresto di Héctor Bautista sono state molte le persone ad aggiornare i propri blog e account twitter per solidarietà, attraverso l'etichetta #censurachiapas. Ma sembra che qualcuno stia agendo ancora più velocemente degli attivisti: infatti, alcuni siti web a sostegno di Héctor sono stati monitorati e spiati, come ha riportato il blog Censura Chiapas.
Questa è probabilmente la ragione per cui le autorità stanno utilizzando sia procedure legali che minacce: il tentativo di disincentivare e fermare ciò che è inarrestabile, la voce dei cittadini che chiedono rispetto e risposte alle loro domande.
[Aggiornamento: Héctor Bautista è stato rilasciato dal carcere lo scorso 12 dicembre dopo essersi dichiarato innocente rispetto alle accuse formulate nei suoi confronti e confermate dal Tribunale penale].
2 commenti
Gracias por darle un espacio a este caso de censura a los medios digitales.
Un abrazo desde Chiapas.
En cuanto podamos siempre le vamos a dar espacio a todos los casos de censura, sobre todo con respecto a los medios digitales porqué es gracias a ellos que existe un proyecto como lo de Global Voices Online que crea un espacio para dar voz a los sin voz. Fuerza Chiapas, te queremos.