In tutto il mondo la gente oggi è rimasta davanti alla televisione e al computer con il fiato sospeso, mentre gli egiziani scendevano in strada dopo le preghiere del venerdì.
Il “Giorno della Rabbia” è il quarto giorno consecutivo di proteste contro il regime del Presidente Hosni Mubarak, da trent'anni al potere. Nonostante il blocco di Internet, il flusso di notizie è proseguito grazie ai canali satellitari, i cui resoconti sono stati rilanciati dai netizen sulle reti sociali.
Manal Hassan rilancia [en, come tutti i link che seguono tranne ove diversamente indicato]:
Secondo Al Jazeera, massicce proteste ad Alessandria, violenti attacchi [contro i manifestanti] appena usciti dalla moschea di Sidi Gaber da parte della polizia antisommossa #Jan25
Amina ElBehry riferisce:
Lancio immediato di gas lacrimogeni contro i manifestanti al Cairo e ad Alessandria. #jan25 #egypt
Più oltre aggiunge:
Fin dall'inizio uso di proiettili di gomma contro i dimostranti a Giza vicino al Cairo #jan25 #egypt
Nic Robertson racconta:
Diverse centinaia di agenti antisommossa con manganelli pistole con proiettili di gomma circondano la moschea centrale, gruppo di 500-1000 manifestanti in strada, grande tensione in entrambi gli schieramenti
DamoS incalza:
Al Cairo la polizia respinge con gli idranti i manifestanti che gridano “abbasso, abbasso hosni mubarak” – testimone Reuters
Alaa Abd El Fattah ricorda:
lo slogan che la maggior parte dei dimostranti continua ad intonare è “Il popolo farà cadere il regime”#Jan25
Yosra rilancia un aggiornamento:
Al Jazeera in arabo: 20.000 [manifestanti] fuori da Azhar. Scontri tra dimostranti e forze di sicurezza ad Alessandria
Eugenie Blasingame riferisce:
Un reporter di Al Jazeera ad Alessandria è stato colpito da gas lacrimogeni mentre era in onda; le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni quando la gente è uscita dalle moschee #Egypt #Jan25
Sherine Tadros nota:
Il blocco di internet da parte del governo e le minacce di violenza sembrano solo rafforzare la determinazione del popolo egiziano #egypt #Jan25
Tamer Salama ritiene necessario spiegare:
La ribellione in Egitto è una rivolta POPOLARE – non religiosa, non politica non ideologica – solo e semplicemente “del popolo” #jan25
In vari Paesi del mondo molti sostenitori si sono uniti alle proteste davanti alle ambasciate egiziane.
Ian Rochfort constata:
Proteste in massa iniziate davanti all'ambasciata egiziana a Jeddah in questo momento
Dal Qatar, Omar Chatriwalla scrive:
Circa 100 dimostranti hanno celebrato una funzione funebre [per le vittime egiziane] a un isolato dall'ambasciata egiziana e hanno ringraziato il Qatar, mentre venivano dispersi [dalla polizia] #jan25 http://post.ly/1XlaN
Dal vicino Bahrain, Mazen Mahdi riferisce:
La polizia del Bahrain circonda l'ambasciata egiziana a Manama e proibisce una manifestazione di egiziani a sostegno delle proteste nel loro paese #jan25
Davanti alle immagini delle proteste e alle notizie costantemente aggiornate che affollavano gli schermi televisivi le emozioni si sono fatte intense. Mona Al Tahawy scrive:
Mi sento completamente impotente. Non posso smettere di piangere per quanto sta accadendo in Egitto (#Egypt). Maledetto #Mubarak. Te la faremo pagare cara. #Jan25
Aggiunge inoltre:
Ve lo immaginate? 20.000 persone radunate in un'unica zona del Cairo per far fronte agli scagnozzi della sicurezza di quel bastardo di #Mubarak. M'inchino di fronte al vostro coraggio. #Jan25
Seguite gli aggiornamenti nello speciale di Global Voices Online, sia in inglese sia in italiano