Egitto: “Sarà il popolo a far crollare il regime!”

In tutto il mondo la gente oggi è rimasta davanti alla televisione e al computer con il fiato sospeso, mentre gli egiziani scendevano in strada dopo le preghiere del venerdì.

Il “Giorno della Rabbia” è il quarto giorno consecutivo di proteste contro il regime del Presidente Hosni Mubarak, da trent'anni al potere. Nonostante il blocco di Internet, il flusso di notizie è proseguito grazie ai canali satellitari, i cui resoconti sono stati rilanciati dai netizen sulle reti sociali.

Manal Hassan rilancia [en, come tutti i link che seguono tranne ove diversamente indicato]:

Secondo Al Jazeera, massicce proteste ad Alessandria, violenti attacchi [contro i manifestanti] appena usciti dalla moschea di Sidi Gaber da parte della polizia antisommossa

Amina ElBehry riferisce:

Lancio immediato di gas lacrimogeni contro i manifestanti al Cairo e ad Alessandria.

Più oltre aggiunge:

Fin dall'inizio uso di proiettili di gomma contro i dimostranti a Giza vicino al Cairo

Nic Robertson racconta:

Diverse centinaia di agenti antisommossa con manganelli pistole con proiettili di gomma circondano la moschea centrale, gruppo di 500-1000 manifestanti in strada, grande tensione in entrambi gli schieramenti

DamoS incalza:

Al Cairo la polizia respinge con gli idranti i manifestanti che gridano “abbasso, abbasso hosni mubarak” – testimone Reuters

Alaa Abd El Fattah ricorda:

lo slogan che la maggior parte dei dimostranti continua ad intonare è “Il popolo farà cadere il regime”

Yosra rilancia un aggiornamento:

Al Jazeera in arabo: 20.000 [manifestanti] fuori da Azhar. Scontri tra dimostranti e forze di sicurezza ad Alessandria

Eugenie Blasingame riferisce:

Un reporter di Al Jazeera ad Alessandria è stato colpito da gas lacrimogeni mentre era in onda; le forze di sicurezza hanno sparato gas lacrimogeni quando la gente è uscita dalle moschee

Sherine Tadros nota:

Il blocco di internet da parte del governo e le minacce di violenza sembrano solo rafforzare la determinazione del popolo egiziano

Tamer Salama ritiene necessario spiegare:

La ribellione in Egitto è una rivolta POPOLARE – non religiosa, non politica non ideologica – solo e semplicemente “del popolo”

In vari Paesi del mondo molti sostenitori si sono uniti alle proteste davanti alle ambasciate egiziane.

Ian Rochfort constata:

Proteste in massa iniziate davanti all'ambasciata egiziana a Jeddah in questo momento

Dal Qatar, Omar Chatriwalla scrive:

Circa 100 dimostranti hanno celebrato una funzione funebre [per le vittime egiziane] a un isolato dall'ambasciata egiziana e hanno ringraziato il Qatar, mentre venivano dispersi [dalla polizia]

Dal vicino Bahrain, Mazen Mahdi riferisce:

La polizia del Bahrain circonda l'ambasciata egiziana a Manama e proibisce una manifestazione di egiziani a sostegno delle proteste nel loro paese

Davanti alle immagini delle proteste e alle notizie costantemente aggiornate che affollavano gli schermi televisivi le emozioni si sono fatte intense. Mona Al Tahawy scrive:

Mi sento completamente impotente. Non posso smettere di piangere per quanto sta accadendo in Egitto (). Maledetto . Te la faremo pagare cara.

Aggiunge inoltre:

Ve lo immaginate? 20.000 persone radunate in un'unica zona del Cairo per far fronte agli scagnozzi della sicurezza di quel bastardo di . M'inchino di fronte al vostro coraggio.

Seguite gli aggiornamenti nello speciale di Global Voices Online, sia in inglese sia in italiano

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