Porto Rico: violenti scontri all'Università Statale di San Juan

La polizia arresta alcuni studenti in sciopero

La polizia arresta alcuni studenti in sciopero. Foto di Ricardo Alcaraz – Diálogo. Ripubblicate sotto licenza CC

Alcuni studenti in sciopero al campus principale dell'Università Statale di Porto Rico sono stati manganellati e arrestati lunedì 20 dicembre dopo violenti scontri intercorsi con le forze di polizia. Diciassette di loro sono stati fermati e otto accusati [es, come tutti gli altri link tranne ove diversamente indicato] di aver commesso diversi crimini o reati minori. Gli studenti protestano contro l'aumento della retta annuale a 800 dollari che verrà imposta da gennaio. Questo è il secondo sciopero [it] degli studenti dell'Università di Porto Rico in meno di un anno.

Lo sciopero degli studenti ha praticamente paralizzato il più grande e importante campus dell'Università di Porto Rico (UPR) sito in Río Piedras, San Juan, e studenti di altri campus si sono uniti alla protesta con cortei e altre attività. L'UPR dispone sull'isola di undici campus frequentati da circa 60.000 studenti, 20.000 dei quali sono immatricolati presso quello principale. Il governatore Repubblicano e Neo-progressista Luis Fortuño ha ordinato alla polizia -che non vi entrava dal 1981- di presidiare l'UPR a tempo indeterminato e questo ha portato a violenti scontri con gli studenti. L'amministrazione dell'università ha annunciato la sospensione delle lezioni fino al 10 gennaio, ma si possono ancora vedere gli studenti protestare nei pressi del campus principale.

Gli studenti e la polizia

Gli studenti e la polizia. Foto di Ricardo Alcaraz – Diálogo. Ripubblicate sotto licenza CC

La polizia arresta alcuni studenti

La polizia arresta alcuni studenti. Foto di Ricardo Alcaraz -Diálogo. Ripubblicate sotto licenza CC

Una studentessa viene fermata dalla polizia

Una studentessa viene fermata dalla polizia. Foto di Ricardo Alcaraz – Diálogo. Ripubblicate sotto licenza CC

Lo sciopero degli studenti è entrato nella sua terza settimana in prossimità della conclusione delle vacanze natalizie. Nei giorni scorsi era atteso un incontro tra gli studenti, il rettore dell'UPR José Ramón de la Torre e il consiglio di amministrazione al fine di raggiungere un accordo.

I blogger di Porto Rico hanno analizzato e commentato questo recente sciopero e il momento critico che sta affrontando il movimento studentesco. La studentessa di legge, attivista e blogger Mariana Iriarte inserisce la sua analisi nella recente sentenza della Corte Suprema nella causa “UPR v. Laborde” in cui si dichiara l'UPR un luogo semi-pubblico nel quale sono soggetti a limitazioni il tempo, lo spazio e i modi in cui si possono tenere le proteste. Iriarte lamenta come il governo federalista controlli tutte e tre i poteri dello Stato:

No hay duda que la concentración de poder del partido en el gobierno es tal que se entienden facultados para llevar a cabo cualquier acción. Dominan el ejecutivo, el legislativo y el judicial. Las leyes son por encargo y llegar al tribunal es un acto más bien simbólico. La legitimidad de las instituciones está por el piso porque no surgen del consenso sino de la violencia de la imposición. En tal sentido la ciudadanía en general se siente desprotegida y vulnerable. Los espacios democráticos en lugar de multiplicarse se reducen, en vez de ensancharse se constriñen. El control gubernamental es cada vez mayor y los ámbitos de la libertad cada vez más pequeños. Ante esto debemos estar vigilantes, ocupar los espacios públicos, salir a la calles, debatir, manifestarse, protestar, en fin no permitir que la paz de los sepulcros se vuelva la nueva normalidad y el miedo una nueva forma de vida.

Non c'è dubbio che l'accentramento di potere del partito di governo è tale da fargli credere di poter agire a suo piacimento. Ha il controllo dei poteri esecutivo, legislativo e giudiziario. Le leggi rispecchiano i particolari interessi dei suoi rappresentanti, e presentarsi di fronte ai giudici è ormai un gesto puramente simbolico. La legittimità istituzionale è stata annientata perché non proviene dal consenso ma dalla violenza e dall'oppressione. In questo senso, i cittadini si sentono indifesi e vulnerabili. Gli spazi democratici stanno riducendosi invece che moltiplicarsi, anziché allargarsi si stanno restringendo. Il controllo governativo sta crescendo, e gli spazi di libertà si stanno facendo via via più piccoli. Dobbiamo vigilare, dobbiamo occupare gli spazi pubblici, prenderci le strade, dibattere, protestare e infine non permettere che la pace dei cimiteri diventi la nuova normalità e inibisca un'altra forma di vita.
Gli studenti protestano in Río Piedras

Gli studenti protestano in Río Piedras. Foto di Ricardo Alcaraz di Diálogo. Ripubblicate sotto licenza CC

Sul settimanale Diálogo Libre, lo studente e blogger Ángel Carrión condanna severamente [en] gli atti di violenza contro gli studenti:

È evidente, ciò a cui abbiamo assistito oggi da parte del governo è un atto di repressione mirato a mettere a tacere il dissenso, un ingrediente indispensabile affinché una democrazia possa sussistere. Questi atti di barbarie non possono essere tollerati a Porto Rico. Coloro che hanno permesso e appoggiato la sospensione dei diritti civili e la violenza fondamentalmente vile nei confronti degli studenti -studenti disarmanti, privi di protezioni per il corpo e in un numero di molto inferiore rispetto alle forze governative inviate nei campus dell'università- non meritano l'alta considerazione di cui continuano a godere. Hanno danneggiato nel peggior modo possibile coloro che avevano giurato di difendere, tradendoli senza pensarci due volte: te, caro lettore, e me.

Ivan Chaar-López, blogger e studente laureato all'UPR, contesta alcune strategie adoperate dagli studenti, azioni quali coprirsi il volto, urlare contro gli studenti e i professori che stavano seguendo o tenendo lezioni durante lo sciopero e lanciare fumogeni nelle classi. Sostiene inoltre che il movimento studentesco ha smarrito quella varietà che lo aveva contraddistinto durante lo sciopero di sessanta giorni che aveva paralizzato l'UPR nell'aprile 2010:

…le propongo a mis compañer@s que consideremos seriamente declarar una especie de “cese al fuego” hasta el año que viene y re-iniciar un proceso de diálogo “interno” sincero. Necesitamos entrar en una re-evaluación profunda de las tácticas y discutir con mayor amplitud la estrategia a seguir. Aprovechemos ese período para descansar y llevar a cabo reuniones semanales sobre cómo atender y trabajar la acción directa en el nuevo año. Propiciemos la creación de nuevos grupos autónomos de autogestión que diversifiquen los espacios de agencia. Un movimiento se constituye, necesariamente, de múltiples ricos y complejos grupos de participación, así como de individuos no-afiliados. No se puede pretender presentar una imagen de unidad absoluta al país porque hacerlo constituye una invisibilización de la diferencia entre nosotr@s.

…Io propongo ai miei compañeros di considerare seriamente la possibilità di dichiarare un “cessate il fuoco” e riavviare un dialogo “interno” sincero. Abbiamo bisogno di una profonda revisione delle nostre tattiche e di discutere più ampiamente la nostra strategia. Prendiamoci questo periodo per riprendere fiato e condurre incontri settimanali su come lavorare con azioni concrete a partire dal nuovo anno. Promuoviamo la creazione di nuovi gruppi autonomi autogestiti per diversificare gli spazi d'intervento. Un movimento è necessariamente costituito da ampi ed eterogenei gruppi a partecipazione collettiva e da singoli individui non affiliati. Non potete aspirare a presentare un'immagine di reale unità al Paese, perché ciò renderebbe invisibili le differenze che ci sono fra di noi.

La scrittrice e professoressa di letteratura Mayra Santos-Febres critica le discussioni in stile “guerra fredda” di lotta fra sinistra e destra che ha pervaso il dibattito pubblico a Porto Rico ed è stato adoperato tanto dai funzionari di governo quanto dagli studenti. Auspica quindi nuovi modi di pensare e di agire:

Izquierda, derecha. Buenos, malos. Discursos diferentes, objetivos similares- una sociedad cerrada, sin lugar para la diferencia, para la autocrítica, para la justicia, para la paz.

Venezuela, Puerto Rico. Socialismo del Siglo XXI. Neo-liberalismo colonial. A ambos lados de la valla, aniquilación de toda disidencia.

Tal parece que me equivoco y que, en lo fundamental, los tiempos no han cambiado. Y al igual que en antaño, la derecha y la izquierda suenan diferente, pero actúan muy parecido, demasiado igual.

Sinistra, destra. Bene, male. Discorsi diversi, obiettivi simili- una società chiusa in sé stessa senza spazio per la discussione, per l'autocritica, per la giustizia, per la pace.

Venezuela [dove ci sono state altre proteste studentesche, nda], Porto Rico. Socialismo del XXI secolo. Liberalismo neo-coloniale. Da entrambi i lati della barricata, l'annientamento di ogni forma di dissenso.

Sembra che io mi sbagli e che, fondamentalmente, i tempi non siano cambiati. E proprio come ai vecchi tempi, destra e sinistra sembrano diverse, ma agiscono in maniera simile, troppo simile.

Nel seguente video, lo studente Ángel Santiago racconta la sua esperienza all'UPR. È questo il primo di una serie chiamata “UPR, una causa comune.”

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Tutte le foto sono di Ricardo Alcaraz del settimanale Diálogo e ripubblicate sotto Licenza CC NC-ND 3.0.

Per approfondimenti:
Global Voices’ special coverage of the student strike [en]
Porto Rico: un accordo con l'università sancisce la fine di 60 giorni di sciopero degli studenti
Porto Rico: proteste universitarie rilanciate tramite media e video online.

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