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Tunisia: reazioni caute e speranzose su Twitter al discorso di Ben Ali

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Tunisia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Giovani, Governance, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta

Immagine di Ben Ali in Tunisia [1] Da quasi quattro settimane vanno avanti, inarrestabili, le proteste nelle strade delle principali città tunisine. È la contestazione più radicale che il presidente Zine El Abidine Ben Ali abbia dovuto affrontare nei 23 anni al potere.

Venerdì 14 gennaio il presidente ha parlato in televisione per la terza volta in meno di un mese, promettendo una serie di riforme, tra cui l'abolizione delle restrizioni alla libertà d'espressione e, cosa anche più importante, l'impegno a non presentarsi alle elezioni presidenziali del 2014.

Poco dopo aver ascoltato il discorso, il blogger tunisino Youssef Gaigi [2] invia via mail le sue riflessioni a Jillian York, collaboratrice di Global Voices, che le rilancia nel suo blog personale [3]. Scrive Youssef:

Il discorso di oggi segna una svolta importante nella storia della Tunisia. Ben Ali ha parlato al popolo per la terza volta in un mese. Una cosa senza precedenti. Conosciamo pochissimo quest'uomo che per la prima volta ha scelto di parlare in dialetto tunisino invece che in arabo.
Si è rivolto direttamente alle forze di polizia e ha ordinato di non sparare se non in caso di legittima difesa. Analogamente, ha annunciato che una commissione investigherà sui reati commessi.
Ha poi aggiunto di essere stato mal consigliato in diversi campi, specialmente per quanto riguarda le policy governative e la libertà d'espressione. Ha ammesso di non aver raggiunto gli obiettivi e i sogni prefissatisi questi ambiti. Ha dichiarato che al popolo tunisino verrà concessa ogni libertà, specificando che il diritto di associarsi liberamente e quello di fondare un partito politico o un giornale verranno pienamente garantiti. Ha confermato la fine di ogni forma di censura, sia online che sui media tradizionali.
La gente è ancora sospettosa, non crede a queste dichiarazioni. Ci sono in ballo i miliardi di dollari accaparrati dalla sua famiglia. Il suo partito, l'RCD, è molto più forte di tutti gli altri. Infine, non dimentichiamoci dei quasi 150.000 agenti di polizia che hanno usato metodi terroristici per decenni, in particolar modo nelle ultime settimane.
Non sarà per nulla facile trasformare le parole in gesti concreti.
Da domani dovremo cominciare a verificare nei fatti le sue intenzioni.

Durante e dopo il discorso di Ben Ali, l'ondata di tweet con l'hashtag #Sidibouzid [4] ha continuato a riversare commenti e citazioni del discorso.

Parafrasando Ben Ali, @Khaffousa [5] (Samira Abed) ne riassume così [6] il testo:

“Je vous comprend je vous comprend!!!! Mais comprenais moi je veux rester!!!et d'ailleurs je vais rester au moins jusqu'en 2014″ #SidiBouzid

“Vi capisco, vi capisco!!! Ma voi dovete capire che io voglio rimanere! E, a parte tutto, rimarrò qui fino al 2014″ #Sidibouzid

Prendendo per buone le promesse di Ben Ali, @karim2k [7] (Ben Karim) tuttavia non si fa impressionare [8]:

Uso la mia “nuova” libertà di espressione: non è ancora finita. Quello che sta avvenendo a #Sidibouzid e nel Paese non può ancora essere archiviato.

La giornalista @Dima_Khatib [9] (Dima Khatib), dopo aver commentato il discorso dal vivo con molti tweet,  appare  scettica [10]:

Ben Ali: d'ora poi ci concedi il permesso di manifestare, ma devi anche dirci quando e dove #SidiBouzid

Il sarcasmo, poi, non manca mai. @Snake122448 [11] (Snake) dice [12]:

Source sûre : Ben Ali se fout de notre gueule. Confirmé. #sidibouzid

Da fonte sicura: Ben Ali ci prende per i fondelli. È confermato. #sidibouzid

Le parole del presidente hanno convinto poco. @Houeida [13] (Houeida Anouar) scrive che i cambiamenti annunciati non sono quelli richiesti dalla gente [14]:

التـّــحوّل 2.0 (Cambiamento 2.0)…
Dobbiamo quindi accettare il paternalismo del Presidente Ben Ali?
Il problema è che, se ci mettiamo a valutare le proposte di Ben Ali, finiremmo col perdere lo slancio e il momento favorevole.
Per chiarire: التـّــحوّل 2.0 significa che il presidente sta facendo la sua rivoluzione personale, nel suo governo! Il presidente, non noi! #sidibouzid

Uno dei punti chiave del discorso è stata la promessa di liberalizzare l'accesso a Internet. Poche ore dopo il discorso, numerose testimonianze confermano che vari siti prima censurati ora sono accessibili.

Nawaat.org [15], blog collettivo indipendente che ha avuto un ruolo di primo piano nel far circolare informazioni sulle proteste nel Paese tramite contenuti multimediali, conferma:

lo confermiamo, il nostro blog non è più censurato in #tunisia #sidibouzid

Più tardi, però, riflette [16] sul significato e sul valore della libertà di stampa:

RT @walidsa3d [17] Libertà di stampa non significa democrazia, pensate all'Algeria e all'Egitto #sidibouzid

Anche l'accesso a YouTube e Daily Motion non è più bloccato, secondo alcune testimonianze. Ma non bisogna dimenticare i veri motivi della protesta [18], sottolinea @404samiTunis (Sami Ben Romdhane):

Je rappele mes followers que ni Bouazizi ni les autres victimes ont donne leur vie pour accéder a YouTube ou DailyMotion!

Vorrei ricordare ai miei lettori che né Bouazizi né le altre vittime hanno sacrificato la loro vita per poter vedere i video di You Tube o DailyMotion!

@kais_be [19] (kais) è d'accordo. Infatti scrive [20]:

fermer Youtube ouvrez Carthage #free #sidibouzid

chiudete You Tube. Aprite Cartagine [la residenza presidenziale] #free #sidibouzid

Pochi minuti dopo il discorso di Ben Ali, molte persone sono scese in strada a festeggiare, suonando i clacson in segno di felicità e di approvazione per le sue promesse. Ma qualcuno nella twittosfera ha cominciato a sollevare dubbi sulla spontaneità di tanto entusiasmo. @benmhennilina (Lina Ben Mhenni) dice [21]:

tous les gens sur l avenue ont la mm pancarte et la mm photo de zaba.quel hazard!

Tutti quelli che festeggiano per strada hanno lo stesso cartello e la stessa foto di Ben Ali. Strana coincidenza.

Il giornalista e opinionista @halmustafa [22] (Hasan Almustafa) conferma tali dubbi [23]:

@halmustafa: مراسلة فرنسا 24 من تونس: هنالك من يشير إلى أن كثيرا من الذين نزلوا للشارع محفلين، هم من أعضاء الحزب الحاكم #SidiBouzid

Dice il corrispondente di France 24 a Tunisi: Secondo alcune fonti, molti di quelli che sono scesi nelle strade a festeggiare sono membri del partito al potere. #SidiBouzid

@halmustafa più tardi aggiunge [24]:

الشابي يقول إن هنالك مظاهرات منددة خرجت في القصرين، منتقدا عبر شاشة فرنسا 24، خطاب الرئيس بن علي، والوزير العبيدي #sidibouzid

Chebbi (membro dell'opposizione) ha detto a France 24 che a Kasserine si stavano svolgendo manifestazioni di condanna del discorso del Presidente Ben Ali e di quello del Ministro al-Obeidi

Più tardi, 3 ore dopo il discorso, su Twittosfera è circolata la conferma della liberazione di Slim Amamou, blogger, attivista e collaboratore di Global Voices, che ha subito inviato un nuovo tweet [25]: “Sono libero.”