Le tensioni in Gabon non sono riuscite a richiamare l'attenzione dei media internazionali. Non c'è da sorprendersi, commenda Ethan Zuckerman nel suo blog [qui un estratto tradotto in italiano], se si pensa che il Paese centrafricano conta solo 1.5 milioni di abitanti e che sono veramente pochi i lettori in grado di localizzarlo geograficamente. Ma non c'è da soprendersi neppure del fatto che i sostenitori dell'opposizione, in Gabon, abbiano guardato con speranza a quanto stava accadendo in Tunisia [e ora verosimilmente in Egitto]. Zuckerman fa notare che però è rischioso ignorare ciò che sta accadendo in Gabon: “Il rischio […] non sta solo nella possibilità che le forze di opposizione vengano arrestate, se non peggio, ma nella mancata comprensione dei profondi mutamenti in atto in tutto il mondo, mutamenti che stanno modificando la natura stessa della rivolta popolare. L'ondata di proteste montate in Tunisia [ed Egitto] potrebbe non esplodere solo nel mondo arabo, ma toccare altre regioni, venendo a interessare una porzione ben più ampia del pianeta.”