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Marocco: preparativi per la grande mobilitazione del “Movimento per la Dignità” di domenica

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Marocco, Citizen Media, Libertà d'espressione, Politica, Protesta

Il Marocco è stato definito “l'eccezione impermeabile” ai tumulti che ultimamente attraversano il mondo arabo; tra i motivi c'è sicuramente l'immensa popolarità di cui gode Re Mohammad VI, l'approccio strategico del Governo all'Islam politicizzato e l'influsso benefico delle riforme sociali in tutto il Paese. L'impressione generalizzata che descrive un Regno relativamente stabile è il risultato di un complesso rapporto tra la storica dinastia reale e la cultura del Paese.

Il 9 febbraio [1] [ar, come gli altri link di questo articolo tranne ove diversamente specificato], i marocchini hanno tenuto nella capitale Rabat una manifestazione relativamente pacifica in cui hanno espresso la propria solidarietà con il popolo egiziano e le sue manifestazioni per la democrazia [2] [en]:

Presidio di solidarietà con gli egiziani del 9 febbraio 2011 [3]

Presidio di solidarietà con gli egiziani del 9 febbraio 2011. Foto dell'autrice dell'articolo Nabila Taj

Anche se in Marocco è il monarca a rappresentare di fatto il Governo, molti marocchini tendono a considerarli due entità distinte: ecco perché, su Facebook, è stata anche organizzata una ‘marcia dell'amore [4]‘ [fr] per esprimere solidarietà al Re.

Nonostante tutto ciò, su Internet si parla sempre più insistentemente di un evento: “20 febbraio 2011, Movimento per la Dignità [5]“:

Sarà indipendente dai movimenti politici, dai sindacati e dalle altre organizzazioni dello scenario politico, che riguardo ai temi sui cui manifesteremo tendono ad accontentarsi di poter operare entro il quadro fornito dalle leggi e dagli accordi internazionali sui diritti umani. Il nostro scopo è lavorare insieme ai marocchini per chiedere dignità e iniziative che per il bene di questo Paese devono combattere la corruzione di chiunque si opponga al volere del popolo.

I leader della protesta del 20 sottolineano soprattutto l'alto costo della vita, gli stipendi inadeguati, la disoccupazione diffusa, l'analfabetismo dilagante, i limiti imposti alla libertà di stampa e il preoccupante riemergere del fenomeno dei rapimenti e della tortura nelle prigioni politiche; tutte piaghe che si devono allo sprezzo dimostrato dal Governo verso il volere popolare.

Le reazioni a questo “Moviemento per la Dignità” spaziano tra i poli opposti dello spettro. Gli aggiornamenti twitter di utenti come MaghrebBlog [6] [en], MoroccanLove [7] [en], e Nizar_B [8] [fr] citano tutti una dichiarazione [9] diffusa dall'attivista marocchina Nadia Yassine: “otterremo una vera transizione, volontariamente o con la forza”.

Yassine è fondatrice e dirigente di un movimento islamico messo al bando, Al Adl Wa Al Ihssane [10] (Giustizia e Carità); ha rilasciato una dichiarazione pubblica a sostegno del “Movimento per la Dignità”, a condizione che resti pacifico.

Il blogger Shiftybox prevede un fallimento [11] [fr]:

Puisque la notion de gouvernement chez les marocains est entièrement distincte de la personne du roi, et que ce dernier ne ferait pas parti de l’appareil étatique corrompu, le roi bénéficie automatiquement d’une continuité d’allégeance en cas de révolte anti-gouvernementale et la machine communicationnelle poli sa réputation. Et face à un gouvernement « pourri » et « intéressé », le roi devient l’alternative idéale et personnalise l’espoir.

Dato che il concetto di Governo, in Marocco, è del tutto separato dalla persona del Re, e che questi non fa parte del corrotto apparato statale, gli verrebbe riconosciuta automaticamente fiducia anche nel caso di una rivolta anti-governativa. Ci penseranno gli artefici della comunicazione pubblica a ripulire la sua reputazione. Quando un Governo è “corrotto” e ha “secondi fini”, il Re diventa l'alternativa ideale, e finisce per catalizzare ogni speranza.

Shiftybox prosegue sottolineando che “le classi abbienti della borghesia marocchina non hanno alcun interesse a passare alle vie di fatto: con la mentalità del perfetto ‘homo economicus’, si ritengono ampiamente soddisfatte”.

Il blogger Big Brother [12] [fr] afferma di essere decisamente contrario alle proteste previste per il 20 febbraio:

Au Maroc, la liberté d'expression est bien plus présente qu'en Tunisie par exemple. Si la manifestation était le dernier recours, oui, j'adhérerai à ce groupe.

Sauf que ce n'est pas le cas : On pouvait très bien écrire une lettre ouverte ou des milliers, si ce n'est des millions de jeunes qui signent le document ou on pourrait demander une révision de la constitution, une justice neutre et équitable, des actions tangibles et réelles…

In Marocco c'è molta più libertà d'espressione che, tanto per fare un esempio, in Tunisia. Se la manifestazione fosse stata la nostra ultima spiaggia, beh, vi avrei aderito.

Ma non è questo il caso: ci sono molte altre cose che si possono fare. Ad esempio, si può scrivere una lettera aperta alle migliaia – per non dire milioni – di giovani invitandoli a firmare una petizione per chiedere riforme costituzionali, una giustizia più neutrale ed equa, azioni reali e tangibili….

Nessuno sembra sapere se questo ‘Movimento per la Dignità’ verrà ignorato o se sarà un primo passo che condurrà a una rivoluzione di massa per portare il cambiamento anche in Marocco.