- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Marocco: “Sono marocchino e ci sarò anch'io”

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Marocco, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani, Giovani, Governance, Protesta

Dopo la caduta del regime egiziano, i marocchini hanno pianificato [1][it] un proprio movimento. Il 20 febbraio si svolgerà il “movimento per la dignità” che racchiude in sé la delusione di alcuni marocchini nei confronti di un governo che non ha fatto molto per combattere la corruzione. Scopo dei manifestanti è ottenere la riforma costituzionale, lo scioglimento del parlamento e, tra le altre cose, l'abbassamento dei prezzi dei prodotti alimentari.

In un video che circola sul Web, diversi giovani marocchini spiegano, in marocchino darija e nei dialetti locali amazigh,il motivo per cui intendono protestare:

Il video ha suscitato controversia tra coloro che vedono i protestanti come alleati del Fronte Polisario [2][it], un movimento di ribelli per l'indipendenza del Sahara dal Marocco.

In MoroccoBoard News Service (parte dell'Associazione marocchini-americani), alcuni hanno pubblicato foto [3][en, come gli altri link tranne dove diversamente indicato] con cui vogliono dimostrare che i giovani nel video non sono marocchini e stanno tentando di rovesciare il governo. Ma, come la giornalista marocchina-americana Laila Lalami fa notare [4] in un articolo per The Nation, “…Niente nella piattaforma del 20 febbraio o il suo video promozionale suggerisce che qualcuno stia chiedendo il rovesciamento della monarchia; l'attenzione, tuttavia, si è concentrata sull'importante riforma costituzionale.”

In risposta alle dicerie, il gruppo dei giovani dopo il primo video ne ha messo in circolazione un secondo in cui spiegano chi sono e cosa vogliono:

Dal Cairo il blogger marocchino Arabist ha pubblicato un video sul suo blog e scrive [5]:

Questo è il secondo video a proposito delle proteste per la riforma costituzionale del 20 febbraio, per lo scioglimento del parlamento e per l'ufficializzazione della/e  lingua/e amazigh (berbero) in Marocco. Questi video sono stati criticati e considerati fatti troppo bene per essere opera di giovani marocchini e la dicono lunga sul disprezzo del regime nei confronti dei giovani del Paese. Tra l'altro, penso sia stato un errore aggiungere le altre due richieste — l'ultima elezione parlamentare è stata abbastanza pulita (anche se i soldi hanno giocato un ruolo importante) e il problema dell'amazigh a) crea divisioni e b) può essere votato favorevolmente da qualcuno in parlamento. Il vero problema è l'indebolimento del parlamento causato da un sistema costituzionale che dà tutto il potere al palazzo. Ma questa è solo la mia umile opinione e appoggio con tutto il cuore il movimento di protesta.

Alla protesta del 20 febbraio saranno presenti ogni genere di persone ma due gruppi resteranno fuori. Uno è quello che comprende gran parte della sinistra giovanile che è stata coinvolta negli ultimi anni con ogni forma di attivismo ed è vicina al mondo dei diritti umani e, in particolare, all'AMDH. Questo gruppo gravita intorno ai partiti di sinistra come il PSU e probabilmente includerà membri ostili dell’ USFP, lo storico partito del centro-sinistra. L'altro gruppo sarà composto in gran parte da Adl wal-Ihsan, il più grande movimento islamico in Marocco, che ha a lungo sostenuto la riforma costituzionale. Esso è legalmente vietato. Dovrebbe essere presente anche l'ala del partito legale islamico, il PJD, i cui leader sono stati “Makhzenized”, ma ha una forte figura di resistenza in Mustafa Ramid, un membro del parlamento per la Casablanca. Naturalmente ci saranno migliaia di persone senza alcuna affiliazione politica.

In preparazione delle dimostrazioni i marocchini, come i loro fratelli tunisini e egiziani, utilizzano i social media per diffondere il loro messaggio. Tralasciando i video, un nuovo sito Web chiamato Mamfakinch [6][fr] si è appena attivato per raccogliere notozie sulle proteste. Mamfakinch pubblica anche aggiornamenti suTwitter [7] [fr]. Un gruppo su Facebook chiamato “Moroccans for Change [8]” condivide foto, video e ospita conversazioni sulle proteste pianificate.