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Uganda: commenti e rilanci online sulle prime elezioni presidenziali “libere”

Categorie: Africa sub-sahariana, Uganda, Citizen Media, Elezioni, Politica

Venerdì 18 febbraio scorso in Uganda si sono svolte [1] [en, come per gli altri link] le elezioni nazionali, le prime aperte a più partiti politici da quando il presidente attuale Yoweri Museveni salì al potere nel 1986. Ecco una panoramica di rilanci dei netizen locali su Twitter [2], da cui si evince una più che giustificata preoccupazione.

Ugandans line up to cast their votes for President and members of parliament. Lira, Uganda. Photo by Hudson Apunyo copyright © Demotix (18/02/2011). [3]

Cittadini in fili per votare il presidente e i membri del parlamento. Lira, Uganda. Foto di Hudson Apunyo, Copyright Demotix (18/02/2011).

Su Mad and Crazy, Iwaya si domanda:

Cosa succederà quando la commissione elettorale dell’Uganda presieduta dal Dr. Badru Kiggundu, domenica 20 febbraio, annuncierà il nome del vincitore delle elezioni presidenziali, Mr. Yoweri K. Museveni? (Qualcuno ha dei dubbi? Credete veramente che il Dr. Kizza Besigye del IPC abbia qualche possibilità di vincere? Potrebbe, ma non posso pensare al Dr. Kiggundu annunciare qualcun altro vincitore che non sia Mr. Museveni. È semplicemente impossibile, neanche in un racconto di fantascienza.) Ma abbiamo tutti pensato sotto sotto che se si trattasse di elezioni libere e giuste, condotte secondo le regole, il Dr. Besigye avrebbe per lo meno una possibilità di vittoria. È questo sospetto che rende tanti ugandesi curiosi di vedere cosa succederà dopo venerdi 18 febbraio, 2011?

Intanto Rosebell Kagumire [4] è quasi certa che non cambierà nulla:

Ne ho viste di tutti colori sulla mancanza di istituzioni nel mio paese, un posto dove bisogna corrompere i funzionari in ogni settore perchè le cose vengano fatte. Il presidente Museveni è riuscito a presiedere il governo più longevo e i suoi ministri cercano di saccheggiare il paese ad ogni occasione. È riuscito a dare agli ugandesi la struttura amministrativa dei distretti, aumentando il numero di impiegati amministrativi perchè fossero rappresentate tutte le etnie della popolazione ma c’è una cosa che non darà mai loro, un’Uganda democratico.

Angela Kintu è convinta che la retorica politica e le divisioni sulle candidature siano tra le cause dei 25 anni di potere di Museveni:

Ci si dovrebbe porre domande importanti, cercando il tempo e lo spazio per trovare le risposte. L’atmosfera non dovrebbe prospettare una situazione di vita o di morte, ma riconoscere che esistono semplicemente opinioni differenti su come rendere un servizio alla gente. Il presidente della Camera dei deputati Rebecca Kadaga e Salaam Musumba dovrebbero essere applaudite per essersi recentemente rivolte al pubblico senza infiammare gli animi dei propri sostenitori; sembra che le donne stiano aprendo il cammino verso un modo più maturo di fare politica! Guardando da vicino gli elettori sembrerebbe che siano cresciuti e abbiano voglia di ascoltare le diverse proposte, se solo i politici li lasciassero fare. La vecchia retorica sul nemico diabolico deve scomparire: siamo stanchi dei demoni, punto.

Nell'imminenza del voto, la corruzione è diventato un tema assai dibattuto tra gli elettori. Recentemente è emersa la notizia che ciascun membro del parlamento ha ricevuto 20 milioni di scellini ugandesi (circa 8.400 dollari USA) in base a quel che molti cittadini interpretano come il tentativo del partito dominante di comprare voti. Ernest Bazanye scrive:

La fazione opposta offre altre spiegazioni plausibili, come per esempio che si tratti di “una dimostrazione di apprezzamento”, che serva a “monitorare i programmi di governo”, le solite cose. I parlamentari ricevono sempre un’ingente somma di denaro alla fine della loro legislatura etc.

Ma la spiegazione che ho sentito dalla maggior parte di chi si è infuriato contro questi 20 milioni di scellini è che si tratta di corruzione. È un tentativo di corrompere il parlamento prima delle elezioni.

Dicono che dovrei infuriarmi: un chiaro e spudorato tentativo di far scendere a compromessi i rappresentanti della gente in una sfacciata offerta di sovvertire il futuro della nazione in nome degli interessi dei corrotti etc. Ma in realtà la cosa che più mi ha colpito all’inizio è stata, “Guarda. 20 milioni i scellini! Grande!”

…mi chiedo quanto costi un iPad. Forse mi basterebbe stare in parlamento un giorno soltanto.

Invece Angela Kintu è meno colpita:

Non voterò mai per qualcuno che mi vuole pagare perchè lo voti — si, tu con il libro degli esercizi, pensi che il mio voto valga un libro di 32 pagine? E quando le elezioni saranno finite e avrò bisogno di pagare le tasse scolastiche, ti farai vedere di nuovo ? Il tuo mandato non risolve i miei problemi finanziari; deve portare un cambiamento in Uganda che mi permetta di risolvere i problemi finanziari.

Infine, da Kampala, Tumwijuke [5], annuncia che racconterà la giornata elettorale direttamente via Twitter.

Seguitemi su Twitter per le elezioni del 2011 in Uganda @uginsomniac.

Vi auguro una splendida e pacifica giornata.

Per dettagli sulle elezioni si può seguire su Twitter l’hashtag #ugandavotes [6]. Dai primi riscontri, è confermata la prevista vittoria di  Yoweri Museveni, che si è imposto al primo turno sugli altri sei candidati con il 68 per cento delle preferenze. Finora il suo principale sfidante, Kizza Besigye non ha però riconosciuto il risultato e ha parlato di brogli. Qui ulteriori dettagli [7].